In una scena del crimine è possibile reperire diverse tracce che se analizzate nel migliore dei modi possono portare alla risoluzione del caso. Si possono repertare tracce organiche come saliva, sangue, sperma, urina, sudore o tracce inorganiche come fibre, fili, vernici. Il più delle volte i reperti hanno quantità esigue ed occorre individuare una tecnica sufficientemente sensibile da identificare il campione in esame e tale da evitare l'alterazione o addirittura la distruzione del reperto; questo concetto è fondamentale nelle indagini forensi in quanto si rende il campione disponibile per altre analisi in sede processuale. In questo lavoro di tesi, a carattere sperimentale, si è deciso di analizzare delle fibre tessili con la tecnica della XRPD (X-ray power diffraction). Lo strumento utilizzato è stato il Gemini R-Ultra della Oxford Diffraction Ltd: un diffrattometro per cristallo singolo che ha il vantaggio di presentare una maggior sensibilità alla misura rispetto ai consueti strumenti per polveri. Per avere una visione d'insieme, si sono prese fibre tessili di origine naturale e tecnofibre: cotone, lino, lana, seta, viscosa, lyocell, poliammide e elastan. In un primo momento sono state analizzate fibre tessili con composizione pura al 100% in modo tale da creare una piccola banca dati. Successivamente sono stati analizzati tessuti con composizione mista; i diffrattogrammi ottenuti sono stati confrontati con quelli delle fibre pure per vedere se è possibile identificare tutti i componenti del tessuto misto. Infine sono stati analizzati campioni provenienti dallo stesso tessuto ma con colorazione diversa; il fine è quello di capire se il colorante usato per la tintura sia identificabile tramite la diffrazione a raggi-X.
Analisi di fibre tessili con la diffrazione dei raggi-X per scopi forensi
GALVAN, VALERIA
2011/2012
Abstract
In una scena del crimine è possibile reperire diverse tracce che se analizzate nel migliore dei modi possono portare alla risoluzione del caso. Si possono repertare tracce organiche come saliva, sangue, sperma, urina, sudore o tracce inorganiche come fibre, fili, vernici. Il più delle volte i reperti hanno quantità esigue ed occorre individuare una tecnica sufficientemente sensibile da identificare il campione in esame e tale da evitare l'alterazione o addirittura la distruzione del reperto; questo concetto è fondamentale nelle indagini forensi in quanto si rende il campione disponibile per altre analisi in sede processuale. In questo lavoro di tesi, a carattere sperimentale, si è deciso di analizzare delle fibre tessili con la tecnica della XRPD (X-ray power diffraction). Lo strumento utilizzato è stato il Gemini R-Ultra della Oxford Diffraction Ltd: un diffrattometro per cristallo singolo che ha il vantaggio di presentare una maggior sensibilità alla misura rispetto ai consueti strumenti per polveri. Per avere una visione d'insieme, si sono prese fibre tessili di origine naturale e tecnofibre: cotone, lino, lana, seta, viscosa, lyocell, poliammide e elastan. In un primo momento sono state analizzate fibre tessili con composizione pura al 100% in modo tale da creare una piccola banca dati. Successivamente sono stati analizzati tessuti con composizione mista; i diffrattogrammi ottenuti sono stati confrontati con quelli delle fibre pure per vedere se è possibile identificare tutti i componenti del tessuto misto. Infine sono stati analizzati campioni provenienti dallo stesso tessuto ma con colorazione diversa; il fine è quello di capire se il colorante usato per la tintura sia identificabile tramite la diffrazione a raggi-X.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/44771