L'attuale crisi finanziaria ha introdotto nella nostra quotidianità concetti e termini, come bonds, spread, prima esclusivamente riservati agli operatori qualificati del mercato. Tra questi nuovi termini c'è anche ¿rating¿, fino a dieci anni fa quasi totalmente sconosciuto a chi non operasse nel mercato finanziario e che oggi occupa le prime pagine dei giornali, in particolare se associato ai nomi delle tre agenzie più importanti: Moody's, Standard & Poor's e Fitch. Sebbene l'attività di rating abbia oltre un secolo, è infatti diventata popolare solo nell'ultimo periodo a causa delle pesanti ripercussioni che ha il declassamento del rating sull'economia, soprattutto se riguarda titoli sovrani. L'obiettivo di questo mio lavoro è quello di approfondire la conoscenza di questa particolare attività di valutazione sul merito del credito, che ha avuto ed ancora esercita, un ruolo importante all'interno del mercato finanziario, analizzarne le problematiche e soprattutto il rapporto che essa ha con la regolamentazione. Nel primo capitolo ripercorrerò le varie tappe che hanno portato alla nascita dell'attività di rating e delle Big Three, presenterò una definizione di rating, analizzerò le sua modalità di assegnazione e il suo ruolo nel mercato. Nel secondo capitolo indagherò le varie problematiche che caratterizzano l'attività di valutazione, distinte in quelle derivanti dall'interazione tra le previsioni del rating e il ciclo economico e quelle che invece sono insite nel modello issuer paid model. Il terzo capitolo, dedicato al rapporto tra l'attività di rating e la legislazione, è suddiviso in due Sezioni al fine di distinguere i diversi ruoli che ha assunto il rating nei vari ordinamenti nazionali. La prima Sezione riguarderà la funzione di parametro normativo che il rating ha svolto nella prima parte della sua vita, in particolare offrirò una panoramica dell'utilizzo del rating come criterio di riferimento nell'ordinamento americano, europeo ed italiano. Nella seconda Sezione invece mi occuperò della legislazione emanata, dopo lo scoppio della crisi, dall'ordinamento americano ed europeo al fine di regolamentare l'attività delle agenzie che fino ad allora avevano operato libere da ogni tipo di vincolo normativo. L'ultimo capitolo sarà invece dedicato ad una sorta di ¿esperimento anacronistico¿: attraverso l'esame della sentenza del 1° Luglio 2011 del Tribunale di Milano, analizzerò i vari errori commessi da Standard & Poor's nella valutazione dei bonds Parmalat tra il 2000 e il 2003 alla luce dell'attuale normativa europea, ponendo particolare attenzione alle sanzioni sia amministrative che pecuniarie in cui sarebbe incorsa l'agenzia se tale legge fosse già stata in vigore. Al termine della mia analisi ritengo che tali sanzioni siano adeguate e commisurate agli errori previsti ed inoltre credo che, se fossero già state attuate al caso in analisi, avrebbero sicuramente rappresentato un monito per la futura attività della agenzie.

Le agenzie di rating

MORELLATO, SONIA
2011/2012

Abstract

L'attuale crisi finanziaria ha introdotto nella nostra quotidianità concetti e termini, come bonds, spread, prima esclusivamente riservati agli operatori qualificati del mercato. Tra questi nuovi termini c'è anche ¿rating¿, fino a dieci anni fa quasi totalmente sconosciuto a chi non operasse nel mercato finanziario e che oggi occupa le prime pagine dei giornali, in particolare se associato ai nomi delle tre agenzie più importanti: Moody's, Standard & Poor's e Fitch. Sebbene l'attività di rating abbia oltre un secolo, è infatti diventata popolare solo nell'ultimo periodo a causa delle pesanti ripercussioni che ha il declassamento del rating sull'economia, soprattutto se riguarda titoli sovrani. L'obiettivo di questo mio lavoro è quello di approfondire la conoscenza di questa particolare attività di valutazione sul merito del credito, che ha avuto ed ancora esercita, un ruolo importante all'interno del mercato finanziario, analizzarne le problematiche e soprattutto il rapporto che essa ha con la regolamentazione. Nel primo capitolo ripercorrerò le varie tappe che hanno portato alla nascita dell'attività di rating e delle Big Three, presenterò una definizione di rating, analizzerò le sua modalità di assegnazione e il suo ruolo nel mercato. Nel secondo capitolo indagherò le varie problematiche che caratterizzano l'attività di valutazione, distinte in quelle derivanti dall'interazione tra le previsioni del rating e il ciclo economico e quelle che invece sono insite nel modello issuer paid model. Il terzo capitolo, dedicato al rapporto tra l'attività di rating e la legislazione, è suddiviso in due Sezioni al fine di distinguere i diversi ruoli che ha assunto il rating nei vari ordinamenti nazionali. La prima Sezione riguarderà la funzione di parametro normativo che il rating ha svolto nella prima parte della sua vita, in particolare offrirò una panoramica dell'utilizzo del rating come criterio di riferimento nell'ordinamento americano, europeo ed italiano. Nella seconda Sezione invece mi occuperò della legislazione emanata, dopo lo scoppio della crisi, dall'ordinamento americano ed europeo al fine di regolamentare l'attività delle agenzie che fino ad allora avevano operato libere da ogni tipo di vincolo normativo. L'ultimo capitolo sarà invece dedicato ad una sorta di ¿esperimento anacronistico¿: attraverso l'esame della sentenza del 1° Luglio 2011 del Tribunale di Milano, analizzerò i vari errori commessi da Standard & Poor's nella valutazione dei bonds Parmalat tra il 2000 e il 2003 alla luce dell'attuale normativa europea, ponendo particolare attenzione alle sanzioni sia amministrative che pecuniarie in cui sarebbe incorsa l'agenzia se tale legge fosse già stata in vigore. Al termine della mia analisi ritengo che tali sanzioni siano adeguate e commisurate agli errori previsti ed inoltre credo che, se fossero già state attuate al caso in analisi, avrebbero sicuramente rappresentato un monito per la futura attività della agenzie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/44741