L'industria petrolifera: analisi dei prezzi e della rete distributiva dei carburanti. Nel 2008 il prezzo del petrolio ha raggiunto il record dei 150 $/barile. Da una parte molti sostengono che l'aumento sia riconducibile al picco massimo raggiunto dalla risorsa, ormai in fase di esaurimento; ma diverse fonti attendibili assicurano che vi siano ancora riserve consistenti, e che il problema si ponga maggiormente sulle modalità di estrazione. Dall'altra, la crescita inaspettata della domanda da parte delle economie emergenti, ha determinato un incremento altrettanto rapido della produzione stessa, contribuendo, in tal modo, ad alimentare le quotazioni. La relazione classica tra domanda e offerta non funziona più, ma l'interazione tra la produzione di prodotti di elevata qualità e la proposta su molteplici mercati, come risposta ad un utilizzo più consapevole ed ecocompatibile della risorsa stessa, potrebbe favorire dei riscontri ancor più realistici. Il rincaro del valore del petrolio ha colpito direttamente le ¿tasche¿ dei cittadini. In Italia il costo della benzina è tra i più alti d'Europa. La parte fiscale, che copre per più della metà il prezzo del carburante, contribuisce senz'altro all'innalzamento. Gli stati sembrano assai restii ad attuare un meccanismo di tassazione flessibile, in grado di agevolare i cittadini, soprattutto in fase di crisi,consentendo così il beneficio di prezzi meno elevati. Inoltre, i consumatori percepiscono sempre di più la presenza di asimmetria nella relazione ascendente e discente delle quotazioni del greggio con il prezzo finale alla pompa. L'altra metà del costo del carburante è costituita dalla componente industriale. Quest'ultima, secondo studi econometrici, potrebbe essere l'elemento sul quale agire al fine di ridurre l'importo. In Italia, l'inefficienza della rete distributiva appare essere la causa principale di prezzi tanto ingenti rispetto alla media europea. La rete è troppo numerosa e concentrata nelle mani delle compagnie petrolifere verticalmente integrate. I processi di liberalizzazione e di ristrutturazione hanno trovato notevoli difficoltà di applicazione immediata nell'ammodernamento della rete distributiva. Ad oggi, rispetto alla media europea l'Italia è ancora molto indietro e risulta la meno efficiente, anche se, negli ultimi anni, hanno fatto il loro ingresso dei nuovi competitors: i punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata e delle cosiddette "pompe bianche", in grado di applicare prezzi più convenienti e di rendere il mercato più concorrenziale.

L'INDUSTRIA PETROLIFERA: ANALISI DEI PREZZI E DELLA RETE DISTRIBUTIVA

PRIVITERA, ALICE
2012/2013

Abstract

L'industria petrolifera: analisi dei prezzi e della rete distributiva dei carburanti. Nel 2008 il prezzo del petrolio ha raggiunto il record dei 150 $/barile. Da una parte molti sostengono che l'aumento sia riconducibile al picco massimo raggiunto dalla risorsa, ormai in fase di esaurimento; ma diverse fonti attendibili assicurano che vi siano ancora riserve consistenti, e che il problema si ponga maggiormente sulle modalità di estrazione. Dall'altra, la crescita inaspettata della domanda da parte delle economie emergenti, ha determinato un incremento altrettanto rapido della produzione stessa, contribuendo, in tal modo, ad alimentare le quotazioni. La relazione classica tra domanda e offerta non funziona più, ma l'interazione tra la produzione di prodotti di elevata qualità e la proposta su molteplici mercati, come risposta ad un utilizzo più consapevole ed ecocompatibile della risorsa stessa, potrebbe favorire dei riscontri ancor più realistici. Il rincaro del valore del petrolio ha colpito direttamente le ¿tasche¿ dei cittadini. In Italia il costo della benzina è tra i più alti d'Europa. La parte fiscale, che copre per più della metà il prezzo del carburante, contribuisce senz'altro all'innalzamento. Gli stati sembrano assai restii ad attuare un meccanismo di tassazione flessibile, in grado di agevolare i cittadini, soprattutto in fase di crisi,consentendo così il beneficio di prezzi meno elevati. Inoltre, i consumatori percepiscono sempre di più la presenza di asimmetria nella relazione ascendente e discente delle quotazioni del greggio con il prezzo finale alla pompa. L'altra metà del costo del carburante è costituita dalla componente industriale. Quest'ultima, secondo studi econometrici, potrebbe essere l'elemento sul quale agire al fine di ridurre l'importo. In Italia, l'inefficienza della rete distributiva appare essere la causa principale di prezzi tanto ingenti rispetto alla media europea. La rete è troppo numerosa e concentrata nelle mani delle compagnie petrolifere verticalmente integrate. I processi di liberalizzazione e di ristrutturazione hanno trovato notevoli difficoltà di applicazione immediata nell'ammodernamento della rete distributiva. Ad oggi, rispetto alla media europea l'Italia è ancora molto indietro e risulta la meno efficiente, anche se, negli ultimi anni, hanno fatto il loro ingresso dei nuovi competitors: i punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata e delle cosiddette "pompe bianche", in grado di applicare prezzi più convenienti e di rendere il mercato più concorrenziale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/44573