I molteplici volti della maternità in carcere: come la presenza e l'assenza dei figli influenzano l'esperienza di essere madre.

Maternity in jail is a topic that deserve more attention from scientific psychology because it is about a fundamental couple for the development: mother and son. It would be interesting to analyze how women live maternity in a close context like prison that apparently could seem protective but, actually, it holds back a weakness: it offers less stimulus for the kids than the outside world. When the kid lives with his mother, he becomes like an innocent prisoner. While, when the kid lives outside with other relatives, the lack of a maternal figure is reason of suffering for both. This study has the aim to compare two groups of incarcerated mothers in the prison ‘’Lorusso e Cotugno’’ in Turin. The first group is composed by ten mothers who live in I.C.A.M. (institut with attenuate custody for imprisoned mothers) with their kids until they are ten and six, depending on if it is a final judgement or not. The second group is composed by women who live in other sections of the jail without their kids because they live outside. Sometimes this is a choice and other times it is a requirement. Using an interview, the aim is to compare the two types of being a mother, the relationship between mother and son and the emotions linked with this particular type of parenting. It will be possible to understand how jail and parenting are connected and how they affect each other in I.C.A.M. and in the other sections. It will be also used an anonymous identity record through which we could notice statistical significant differences in age, schooling and nationality. The same record will help us understand the reason why mothers choose to live with or without their kids. Finally, it will be interesting to discover if they are satisfied for how their kids are educated outside and for the way meetings, calls and correspondence are permitted in jail. In future, every study about this topic could sensitize to respect and awareness about a very delicate position like the one of mothers in jail, for example it’s important to support parenting in prison rieducational and resocializing programs, also because of his link with criminal relapse.

Il mondo della maternità in carcere è un argomento che meriterebbe più attenzione da parte della comunità scientifica di psicologia in quanto riguarda una diade fondamentale nello sviluppo: la coppia madre-bambino. È interessante approfondire come vengono vissute la maternità e la genitorialità in un contesto chiuso che apparentemente potrebbe sembrare protetto ma che nasconde una pecca: ha molti meno stimoli rispetto al mondo esterno. Nei casi in cui il bambino vive con la madre, esso diventa quasi un detenuto innocente mentre nei casi in cui il figlio di una detenuta si trova lontano da lei avremo il problema della mancanza della figura materna. La seguente tesi di laurea ha l’obiettivo di paragonare due gruppi di donne detenute madri all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, formati da dieci persone ciascuno. Il primo gruppo comprende donne detenute e madri che risiedono negli I.C.A.M. (Istituto a Custodia Attenuata per detenute Madri) e che vivono con i loro figli fino a che questi non compiano il sesto o il decimo anno di età, a seconda che la condanna sia o meno definitiva, mentre il secondo gruppo è formato da donne detenute e madri che sono collocate in altre sezioni del carcere e che vedono i figli solo tramite i colloqui perché, per scelta, essi vivono affidati a terzi. Attraverso l’uso di un’intervista l’intento è quello di comparare come vivono la genitorialità i due gruppi, il rapporto madre-bambino e le emozioni connesse a questo peculiare tipo di relazione, per comprendere a fondo come una tematica fondante come la genitorialità si possa intrecciare con il mondo del carcere sia negli I.C.A.M. che nelle altre sezioni. Grazie alla scheda informativa, del tutto anonima, riusciremo anche a notare eventuali tendenze statistiche legate all’età, alla nazionalità o al titolo di studio. La stessa scheda ci aiuterà a capire la motivazione alla base della scelta di tenere i figli con sé o, al contrario, di affidarli all’esterno. Inoltre, sarebbe interessante capire, nel caso delle madri con i figli all’esterno, se considerano adeguata la crescita che sta affrontando il figlio senza di lei e se è soddisfatta dei tempi e delle modalità che la struttura penitenziaria le dà per incontrare il figlio. In un’ottica futura, qualsiasi studio a riguardo potrebbe sensibilizzare al rispetto e alla considerazione di una posizione così delicata come quella di una madre in carcere, ad esempio è importante integrare i programmi rieducativi e risocializzanti con il dovuto supporto alla genitorialità dato anche il suo legame con la diminuzione della recidiva.