In Italia, in tutta Europa e nel mondo, sono ormai milioni le organizzazioni che operano nell'ambito del cosiddetto ¿settore non profit¿ svolgendo attività economiche, senza finalità di lucro, che spaziano dalle cure agli anziani, all'assistenza per individui svantaggiati, ad attività sportive etc. Il settore ¿non profit¿ entrò ufficialmente a far parte del panorama economico nazionale ed internazionale agli inizi degli anni 80', quando si verificò una crisi profonda del modello tradizionale di Welfare State che costrinse lo Stato a limitare le proprie attività, in favore di un maggiore coinvolgimento dei soggetti privati di carattere sociale. Questo fatto oltre a trovare giustificazione nella crisi della finanza pubblica, trova le sue cause inoltre nell'incremento di ricchezza e di tempo libero, nell'emergere di nuove situazioni di disagio, nell'avanzamento culturale medio della popolazione e ad altri fattori sociali collegati quali le dinamiche di globalizzazione e di frammentazione della realtà. Negli anni, questa forma di devoluzione delle competenze dello Stato è si è sviluppata sempre di più tanto da estendersi anche ad altri servizi di utilità pubblica. Il fondamento di questo processo risiede nel c.d. ¿principio di sussidiarietà che prevede che le competenze statali siano devolute ai vari enti locali, nel limite che questi riescano ad organizzare un servizio efficiente. Questo principio, nella sua accezione orizzontale prevede inoltre che Stato ed enti locali favoriscano l'iniziativa degli stessi cittadini in modo che questi ultimi possano partecipare attivamente alla vita della comunità. L'idea del presente scritto è nata quindi dalla constatazione della crescente importanza del ¿terzo settore¿ sia a livello nazionale che internazionale; le varianti legislative e culturali delle varie nazioni e l'intervento di poteri superiori, come l'Unione europea, hanno fatto sì che lo sviluppo di questo settore non fosse lineare e costante ovunque, anzi, si può notare come alcuni Stati, ad esempio Inghilterra e Stati Uniti siano avanti anni luce rispetto all'Italia che, in questo settore, si trova quasi a livello zero. La finalità della ricerca intrapresa consiste, quindi, nel mostrare l'evoluzione e lo sviluppo del settore non profit principalmente in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, sottolineando le differenze a livello culturale e legislativo e prendendo in considerazione anche il lavoro molto importante svolto dall'Unione Europea nel favorire sempre più l'emergere di una ¿terza via¿ nelle gestione dei servizi pubblici di una nazione.
Gli enti non profit nella gestione dei servizi pubblici: l'esperienza nel diritto U.E. e statunitense
CAVAZZINI, STEFANO
2012/2013
Abstract
In Italia, in tutta Europa e nel mondo, sono ormai milioni le organizzazioni che operano nell'ambito del cosiddetto ¿settore non profit¿ svolgendo attività economiche, senza finalità di lucro, che spaziano dalle cure agli anziani, all'assistenza per individui svantaggiati, ad attività sportive etc. Il settore ¿non profit¿ entrò ufficialmente a far parte del panorama economico nazionale ed internazionale agli inizi degli anni 80', quando si verificò una crisi profonda del modello tradizionale di Welfare State che costrinse lo Stato a limitare le proprie attività, in favore di un maggiore coinvolgimento dei soggetti privati di carattere sociale. Questo fatto oltre a trovare giustificazione nella crisi della finanza pubblica, trova le sue cause inoltre nell'incremento di ricchezza e di tempo libero, nell'emergere di nuove situazioni di disagio, nell'avanzamento culturale medio della popolazione e ad altri fattori sociali collegati quali le dinamiche di globalizzazione e di frammentazione della realtà. Negli anni, questa forma di devoluzione delle competenze dello Stato è si è sviluppata sempre di più tanto da estendersi anche ad altri servizi di utilità pubblica. Il fondamento di questo processo risiede nel c.d. ¿principio di sussidiarietà che prevede che le competenze statali siano devolute ai vari enti locali, nel limite che questi riescano ad organizzare un servizio efficiente. Questo principio, nella sua accezione orizzontale prevede inoltre che Stato ed enti locali favoriscano l'iniziativa degli stessi cittadini in modo che questi ultimi possano partecipare attivamente alla vita della comunità. L'idea del presente scritto è nata quindi dalla constatazione della crescente importanza del ¿terzo settore¿ sia a livello nazionale che internazionale; le varianti legislative e culturali delle varie nazioni e l'intervento di poteri superiori, come l'Unione europea, hanno fatto sì che lo sviluppo di questo settore non fosse lineare e costante ovunque, anzi, si può notare come alcuni Stati, ad esempio Inghilterra e Stati Uniti siano avanti anni luce rispetto all'Italia che, in questo settore, si trova quasi a livello zero. La finalità della ricerca intrapresa consiste, quindi, nel mostrare l'evoluzione e lo sviluppo del settore non profit principalmente in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, sottolineando le differenze a livello culturale e legislativo e prendendo in considerazione anche il lavoro molto importante svolto dall'Unione Europea nel favorire sempre più l'emergere di una ¿terza via¿ nelle gestione dei servizi pubblici di una nazione.File | Dimensione | Formato | |
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