The collapse of the Soviet Union has given rise to major changes, both from an international and a domestic point of view. The countries that have suffered the most are the former soviet republics, that had to begin a nation-building process. In particular, the five Central Asian countries, namely Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan and Uzbekistan, in this two decades, didn't achieve a full democracy, but they still remain autocratic states. In addition, three of those countries (Kazakhstan, Turkmenistan and Uzbekistan) are rich in natural resources, and natural gas in particular, but poor in water resources. On the contrary, Kyrgyzstan and Tajikistan are rich in water and poor in natural gas, leading to a situation of strong interdependence between the five. At the same time, global powers as Russia, China, the United States and the European Union, are interested in those natural resources, given the new chance of access this area. This work will attempt to relate all these elements, and it will try to assess the role that natural gas could have in the future in the regulation of international relations of Central Asian countries, both from a global and a regional point of view.
Il crollo dell'Unione Sovietica ha dato l'avvio a cambiamenti importanti, sia dal punto di vista interno che internazionale. I paesi che ne hanno risentito di più sono stati quelli che da decenni gravitavano nell'orbita di Mosca, che si sono trovati a dover affrontare un percorso di costruzione nazionale problematico. In particolare, i cinque paesi dell'Asia Centrale, e cioè Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, hanno dimostrato, in questi primi due decenni d'indipendenza, di non andare verso un consolidamento democratico ma verso un'involuzione autoritaria. A questo elemento ne vanno aggiunti altri, come le grandissime ricchezze di giacimenti naturali, e in particolare gasiferi, posseduti da tre delle cinque repubbliche, e cioè Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan, che però sono poveri di risorse idriche, possedute in larga parte da Kirghizistan e Tagikistan, determinando così una situazione di forte interdipendenza. Le risorse naturali, insieme alla possibilità di accedere direttamente all'area, hanno risvegliato gli appetiti di potenze quali la Russia, la Cina, l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Con il presente lavoro si tenterà di mettere in relazione tutti questi elementi, per analizzare il ruolo che il gas naturale può e potrà avere nel regolare le relazioni internazionali dei paesi dell'Asia Centrale, sia in una prospettiva globale e quindi con le grandi potenze, sia in una prospettiva regionale, andando ad esaminare se vi siano più probabilità di convergenza verso un regionalismo centroasiatico o di divergenza, rischiando lo scoppio di tensioni tra le cinque repubbliche.
Dalla Via della Seta alla Via del gas naturale: geopolitica e relazioni internazionali in Asia Centrale
ROASIO, SARA
2011/2012
Abstract
Il crollo dell'Unione Sovietica ha dato l'avvio a cambiamenti importanti, sia dal punto di vista interno che internazionale. I paesi che ne hanno risentito di più sono stati quelli che da decenni gravitavano nell'orbita di Mosca, che si sono trovati a dover affrontare un percorso di costruzione nazionale problematico. In particolare, i cinque paesi dell'Asia Centrale, e cioè Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, hanno dimostrato, in questi primi due decenni d'indipendenza, di non andare verso un consolidamento democratico ma verso un'involuzione autoritaria. A questo elemento ne vanno aggiunti altri, come le grandissime ricchezze di giacimenti naturali, e in particolare gasiferi, posseduti da tre delle cinque repubbliche, e cioè Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan, che però sono poveri di risorse idriche, possedute in larga parte da Kirghizistan e Tagikistan, determinando così una situazione di forte interdipendenza. Le risorse naturali, insieme alla possibilità di accedere direttamente all'area, hanno risvegliato gli appetiti di potenze quali la Russia, la Cina, l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Con il presente lavoro si tenterà di mettere in relazione tutti questi elementi, per analizzare il ruolo che il gas naturale può e potrà avere nel regolare le relazioni internazionali dei paesi dell'Asia Centrale, sia in una prospettiva globale e quindi con le grandi potenze, sia in una prospettiva regionale, andando ad esaminare se vi siano più probabilità di convergenza verso un regionalismo centroasiatico o di divergenza, rischiando lo scoppio di tensioni tra le cinque repubbliche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/44227