Il Canis lupus italicus, essendo un animale elusivo, opportunista, adattabile, che utilizza strategie di caccia basate sul branco, ha fin dall’antichità rappresentato un “competitor” nei confronti dell’uomo e delle sue attività. Ciò ha portato, soprattutto in Italia, a una visione negativa nei suoi confronti, causandone una persecuzione con conseguente decremento della popolazione e riduzione dell’habitat, fino ad arrivare all’eradicazione della specie dalle Alpi negli anni ’20-’30 e alla riduzione della popolazione a un centinaio di esemplari presenti nell’Italia Centro-Meridionale. Tuttavia, grazie alle progressive tutele della specie iniziate negli anni ’70, la popolazione di questo predatore si è ripresa ed è attualmente ancora in crescita ed espansione, con conseguente aumento dei conflitti uomo-lupo diretti ed indiretti, soprattutto in quelle zone in cui tale canide mancava da molti anni e quindi non si è adeguatamente preparati a gestirne una corretta convivenza. Al fine di conoscere chiaramente la situazione di questo grande carnivoro in Italia, così da poterlo tutelare e gestire correttamente i potenziali conflitti derivanti dalla sua presenza, da ottobre 2020 ad aprile 2021 è stata svolta la prima survey per il monitoraggio nazionale del lupo in Italia, in coerenza con quanto delineato nel Progetto LIFE WolfAlps EU (2019-2024) per la fascia alpina. Durante tale monitoraggio, nell’eterogeneo territorio valsesiano, area di studio di questo elaborato, sono stati individuati 70 segnali di presenza di canide, utilizzati successivamente per calcolare, attraverso l’utilizzo del software QGIS e gli indici di Manly, i tipi di selezione effettuati dai potenziali lupi “valsesiani” a livello delle 6 Macrocategorie territoriali delineate. Ne è risultata una selezione positiva per le macrocategorie “Conifere” e “Acque”, negativa per “Latifoglie”, “Aree.Urbanizzate”, “Rocce.Macereti.Ghiacciai” ed indifferente per “Pascoli.Arbusti”. Tale studio potrebbe essere utile per successivi lavori di ricerca, che possono essere sempre più specifici e di nicchia, al fine di avere sempre una conoscenza maggiore del lupo, regolatore ecologico nonché specie protetta da tutelarsi e gestirne in modo sempre migliore la convivenza con l’uomo, soprattutto per quanto riguarda i conflitti che nascono nell’ambito agro-zootecnico: a livello diretto, ad esempio predazioni su animali domestici, a livello indiretto nel rapporto tra frequentatori della montagna (in aumento negli ultimi anni) e cani da guardiania, per non tralasciare poi l’idea generale dell’uomo nei confronti del lupo e del suo ritorno nei nostri territori.
Problematiche legate alla presenza del lupo sull’Arco Alpino Il caso della Valsesia: controllo, gestione e tutela della specie
SASSI, GABRIELE
2020/2021
Abstract
Il Canis lupus italicus, essendo un animale elusivo, opportunista, adattabile, che utilizza strategie di caccia basate sul branco, ha fin dall’antichità rappresentato un “competitor” nei confronti dell’uomo e delle sue attività. Ciò ha portato, soprattutto in Italia, a una visione negativa nei suoi confronti, causandone una persecuzione con conseguente decremento della popolazione e riduzione dell’habitat, fino ad arrivare all’eradicazione della specie dalle Alpi negli anni ’20-’30 e alla riduzione della popolazione a un centinaio di esemplari presenti nell’Italia Centro-Meridionale. Tuttavia, grazie alle progressive tutele della specie iniziate negli anni ’70, la popolazione di questo predatore si è ripresa ed è attualmente ancora in crescita ed espansione, con conseguente aumento dei conflitti uomo-lupo diretti ed indiretti, soprattutto in quelle zone in cui tale canide mancava da molti anni e quindi non si è adeguatamente preparati a gestirne una corretta convivenza. Al fine di conoscere chiaramente la situazione di questo grande carnivoro in Italia, così da poterlo tutelare e gestire correttamente i potenziali conflitti derivanti dalla sua presenza, da ottobre 2020 ad aprile 2021 è stata svolta la prima survey per il monitoraggio nazionale del lupo in Italia, in coerenza con quanto delineato nel Progetto LIFE WolfAlps EU (2019-2024) per la fascia alpina. Durante tale monitoraggio, nell’eterogeneo territorio valsesiano, area di studio di questo elaborato, sono stati individuati 70 segnali di presenza di canide, utilizzati successivamente per calcolare, attraverso l’utilizzo del software QGIS e gli indici di Manly, i tipi di selezione effettuati dai potenziali lupi “valsesiani” a livello delle 6 Macrocategorie territoriali delineate. Ne è risultata una selezione positiva per le macrocategorie “Conifere” e “Acque”, negativa per “Latifoglie”, “Aree.Urbanizzate”, “Rocce.Macereti.Ghiacciai” ed indifferente per “Pascoli.Arbusti”. Tale studio potrebbe essere utile per successivi lavori di ricerca, che possono essere sempre più specifici e di nicchia, al fine di avere sempre una conoscenza maggiore del lupo, regolatore ecologico nonché specie protetta da tutelarsi e gestirne in modo sempre migliore la convivenza con l’uomo, soprattutto per quanto riguarda i conflitti che nascono nell’ambito agro-zootecnico: a livello diretto, ad esempio predazioni su animali domestici, a livello indiretto nel rapporto tra frequentatori della montagna (in aumento negli ultimi anni) e cani da guardiania, per non tralasciare poi l’idea generale dell’uomo nei confronti del lupo e del suo ritorno nei nostri territori.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
885178_tesilupogabrielesassicompleta.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
7.18 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.18 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/44165