L'obiettivo della seguente tesi di laurea è quello di analizzare un delicato aspetto della Corporate Governance delle imprese familiari: la scelta del Chief Executive Officer o Amministratore Delegato. Questa figura occupa una posizione chiave nel processo decisionale aziendale e svolge una complessa funzione di intermediazione tra gli interessi della famiglia e del business. Al manifestarsi di determinate circostanze, tipicamente coincidenti con la morte del fondatore o con la sua decisione di ritirarsi dal business, la famiglia proprietaria si trova nella delicata situazione di dover prendere una decisione critica ai fini della sopravvivenza del business: scegliere di mantenere la leadership all'interno della famiglia, affidando il ruolo di CEO ad un membro della stessa o, nel caso in cui non vi siano eredi sufficientemente preparati da un punto di vista manageriale o desiderosi di assumere la guida societaria, prendere in considerazione la possibilità di assegnare l'importante ruolo strategico ad un manager indipendente, più qualificato e preparato da un punto di vista professionale. Attraverso una literature review delle più influenti teorie elaborate in ambito accademico sul tema del family business e in modo particolare sulla figura del CEO (agency theory, stewardship theory e resource-based view), verranno nella prima parte descritti i principali contributi teorici sviluppati fino ad oggi per spiegare possibili vantaggi e svantaggi prodotti dalla scelta del CEO sulle performance dell'impresa familiare. Seguirà una seconda parte di ricerca, svolta su un campione composto da 65 imprese familiari tra le più grandi in Europa in termini di fatturato. La ricerca verrà focalizzata sull'analisi e sul successivo commento dei risultati emersi dal confronto effettuato tra 22 società con CEO familiare (Family CEO firms) e 43 con CEO non familiare (Non-Family CEO firms) costituenti il campione di partenza. Il confronto, incentrato su variabili quali fatturato, valore aggiunto, flussi di cassa e principali indici di redditività e indebitamento, misurate nel quinquennio 2008-2012, si pone come principale obiettivo quello di stabilire empiricamente quale tipologia di impresa sia stata complessivamente superiore nel periodo esaminato. Il confronto verrà poi ripetuto, all'interno del campione di imprese con CEO non familiare, considerando la variabile chairman del board of directors, per verificare se l'appartenenza di tale figura alla famiglia proprietaria determini delle sostanziali differenze nella redditività e nelle scelte di indebitamento aziendali. Dal confronto dei risultati ottenuti in media nel periodo, emerge una leggera superiorità delle imprese con CEO esterno: tali società risultano essere cresciute di più in termini di fatturato, valore aggiunto e flussi di cassa; risultano aver conseguito migliori performance reddituali in termini di ROS, ROI e ROE; presentano più bassi livelli di indebitamento misurato rispetto agli assets aziendali e all'EBITDA; risultano infine superiori anche in termini di incidenza di valore aggiunto e flussi di cassa sul fatturato realizzato. A supporto del confronto è stata successivamente condotta un'analisi statistica multivariata, attraverso il metodo di correlazione della PCA (Principal Component Analysis), che ha confermato i risultati ottenuti dal confronto delle variabili nel quinquennio considerato.
L'INFLUENZA DELLA SCELTA DEL CEO SULLA PERFORMANCE AZIENDALE
BISONE, DAVIDE
2012/2013
Abstract
L'obiettivo della seguente tesi di laurea è quello di analizzare un delicato aspetto della Corporate Governance delle imprese familiari: la scelta del Chief Executive Officer o Amministratore Delegato. Questa figura occupa una posizione chiave nel processo decisionale aziendale e svolge una complessa funzione di intermediazione tra gli interessi della famiglia e del business. Al manifestarsi di determinate circostanze, tipicamente coincidenti con la morte del fondatore o con la sua decisione di ritirarsi dal business, la famiglia proprietaria si trova nella delicata situazione di dover prendere una decisione critica ai fini della sopravvivenza del business: scegliere di mantenere la leadership all'interno della famiglia, affidando il ruolo di CEO ad un membro della stessa o, nel caso in cui non vi siano eredi sufficientemente preparati da un punto di vista manageriale o desiderosi di assumere la guida societaria, prendere in considerazione la possibilità di assegnare l'importante ruolo strategico ad un manager indipendente, più qualificato e preparato da un punto di vista professionale. Attraverso una literature review delle più influenti teorie elaborate in ambito accademico sul tema del family business e in modo particolare sulla figura del CEO (agency theory, stewardship theory e resource-based view), verranno nella prima parte descritti i principali contributi teorici sviluppati fino ad oggi per spiegare possibili vantaggi e svantaggi prodotti dalla scelta del CEO sulle performance dell'impresa familiare. Seguirà una seconda parte di ricerca, svolta su un campione composto da 65 imprese familiari tra le più grandi in Europa in termini di fatturato. La ricerca verrà focalizzata sull'analisi e sul successivo commento dei risultati emersi dal confronto effettuato tra 22 società con CEO familiare (Family CEO firms) e 43 con CEO non familiare (Non-Family CEO firms) costituenti il campione di partenza. Il confronto, incentrato su variabili quali fatturato, valore aggiunto, flussi di cassa e principali indici di redditività e indebitamento, misurate nel quinquennio 2008-2012, si pone come principale obiettivo quello di stabilire empiricamente quale tipologia di impresa sia stata complessivamente superiore nel periodo esaminato. Il confronto verrà poi ripetuto, all'interno del campione di imprese con CEO non familiare, considerando la variabile chairman del board of directors, per verificare se l'appartenenza di tale figura alla famiglia proprietaria determini delle sostanziali differenze nella redditività e nelle scelte di indebitamento aziendali. Dal confronto dei risultati ottenuti in media nel periodo, emerge una leggera superiorità delle imprese con CEO esterno: tali società risultano essere cresciute di più in termini di fatturato, valore aggiunto e flussi di cassa; risultano aver conseguito migliori performance reddituali in termini di ROS, ROI e ROE; presentano più bassi livelli di indebitamento misurato rispetto agli assets aziendali e all'EBITDA; risultano infine superiori anche in termini di incidenza di valore aggiunto e flussi di cassa sul fatturato realizzato. A supporto del confronto è stata successivamente condotta un'analisi statistica multivariata, attraverso il metodo di correlazione della PCA (Principal Component Analysis), che ha confermato i risultati ottenuti dal confronto delle variabili nel quinquennio considerato.Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/44013