Il lavoro di tesi intende ricostruire la vita del conte Carlo Felice Nicolis di Robilant, generale, diplomatico e ministro dell’Italia postunitaria. Grazie alla consultazione di carte d’archivio inedite conservate presso l’Archivio di Stato di Torino (Fondo Nicolis di Robilant) e dei Documenti Diplomatici Italiani è possibile ripercorrere la parabola di un personaggio rilevante del panorama diplomatico italiano e internazionale, indagato nell’aspetto pubblico e privato, al quale non è stato dedicato ancora un apposito studio scientifico. Discendente da un casato devoto alla dinastia sabauda, imparentato con l’alta aristocrazia europea, Robilant fu un eroe di guerra, un patriota, un orgoglioso difensore della dignità nazionale che assistette alla costruzione dello stato unitario durante le guerre d’Indipendenza, nonché un affettuoso padre di famiglia. Stroncata la carriera militare in seguito alla perdita della mano sinistra sul campo di Novara, il conte venne impegnato in diverse missioni diplomatiche, dimostrandosi ambasciatore lucido e capace. In virtù dei legami con la nobiltà tedesca e austriaca giunse la nomina di rappresentante italiano a Vienna (1871-1885): un ruolo assai delicato conferito mentre il giovane Paese tentava con difficoltà di affermarsi tra le Grandi potenze. Instancabile, Robilant salvò l’Italia dall’isolamento internazionale contribuendo alla definizione della Triplice Alleanza; accettato con ritrosia il portafoglio degli Esteri (1885-1887), riuscì a imprimere un atteggiamento dignitoso e coerente alla politica del Paese, guadagnandosi la stima delle alte cancellerie imperiali. Alle dimissioni rassegnate a causa degli insuccessi della politica coloniale che il conte aveva sempre disapprovato seguì l’amarezza degli ultimi mesi di vita, conclusasi nel 1888 a Londra, dove Robilant ricoprì il suo ultimo incarico diplomatico. Tuttavia, la memoria locale e nazionale avrebbe in seguito celebrato il nobile piemontese come una delle più significative personalità dell’Italia liberale: il sommo riconoscimento dei suoi meriti sarebbe stato sancito dall’erezione del monumento collocato nei Giardini Cavour di Torino.

"Bravo Carlo, hai fatto il tuo dovere!" Profilo di Carlo Felice Nicolis di Robilant (1826-1888), diplomatico dell'Italia liberale

BOGGIONE, GIOVANNI BATTISTA
2020/2021

Abstract

Il lavoro di tesi intende ricostruire la vita del conte Carlo Felice Nicolis di Robilant, generale, diplomatico e ministro dell’Italia postunitaria. Grazie alla consultazione di carte d’archivio inedite conservate presso l’Archivio di Stato di Torino (Fondo Nicolis di Robilant) e dei Documenti Diplomatici Italiani è possibile ripercorrere la parabola di un personaggio rilevante del panorama diplomatico italiano e internazionale, indagato nell’aspetto pubblico e privato, al quale non è stato dedicato ancora un apposito studio scientifico. Discendente da un casato devoto alla dinastia sabauda, imparentato con l’alta aristocrazia europea, Robilant fu un eroe di guerra, un patriota, un orgoglioso difensore della dignità nazionale che assistette alla costruzione dello stato unitario durante le guerre d’Indipendenza, nonché un affettuoso padre di famiglia. Stroncata la carriera militare in seguito alla perdita della mano sinistra sul campo di Novara, il conte venne impegnato in diverse missioni diplomatiche, dimostrandosi ambasciatore lucido e capace. In virtù dei legami con la nobiltà tedesca e austriaca giunse la nomina di rappresentante italiano a Vienna (1871-1885): un ruolo assai delicato conferito mentre il giovane Paese tentava con difficoltà di affermarsi tra le Grandi potenze. Instancabile, Robilant salvò l’Italia dall’isolamento internazionale contribuendo alla definizione della Triplice Alleanza; accettato con ritrosia il portafoglio degli Esteri (1885-1887), riuscì a imprimere un atteggiamento dignitoso e coerente alla politica del Paese, guadagnandosi la stima delle alte cancellerie imperiali. Alle dimissioni rassegnate a causa degli insuccessi della politica coloniale che il conte aveva sempre disapprovato seguì l’amarezza degli ultimi mesi di vita, conclusasi nel 1888 a Londra, dove Robilant ricoprì il suo ultimo incarico diplomatico. Tuttavia, la memoria locale e nazionale avrebbe in seguito celebrato il nobile piemontese come una delle più significative personalità dell’Italia liberale: il sommo riconoscimento dei suoi meriti sarebbe stato sancito dall’erezione del monumento collocato nei Giardini Cavour di Torino.
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