Il passaggio da Comune a signoria di Popolo interessò l'Italia centro-settentrionale a cavallo tra il Duecento e il Trecento ed ebbe importanti ripercussioni nei secoli successivi. Ripercorrendo le vicende dei Comuni di Milano e Verona, si è voluto qui analizzare l'affermazione delle signorie dei Visconti e dei della Scala dopo le esperienze dei della Torre e dei da Romano. La tesi ripercorre nel primo capitolo il dibattito storiografico e le relative interpretazioni della crisi dell'età comunale e dell'avvento delle signorie. Proseguendo poi con la storia dei comuni di Milano e Verona, sono riassunte le loro vicende con l'imperatore Federico I Barbarossa durante le guerre in Italia, le esperienze torriane e ezzeliniane e, infine, l'affermazione delle signorie dei Visconti e degli Scaligeri e le loro politiche espansionistiche. In conclusione, viene analizzata la politica statutaria della signoria viscontea e scaligera, dove la prima ha concentrato la sua attenzione sulle arenghe, mentre la seconda sulle figure istituzionali. Nonostante una storiografia abbia ¿etichettato¿ i Signori come degenerazioni tiranniche dell'istituzione comunale, essi sono sì emersi dalla realtà del Comune ma su di esso si sono appoggiati. I Signori che si posero apertamente in opposizione con il Comune non riuscirono ad instaurare lunghi periodi di dominazione. Di conseguenza, non sono rare le restaurazioni comunali dopo la cacciata di un Signore. Al contrario, i Signori che furono prudenti nel modificare gli assetti comunali per permettere la propria affermazione, riuscirono ad affermare il loro potere per lunghi periodi di dominazione. In conclusione, l'argomento qui trattato, data la sua ampiezza e la sua complessità, può essere visto come un punto di partenza, ma la tesi espressa richiede uno sviluppo ulteriore per poter coprire l'interezza di un argomento così vasto.
Dal Comune alla Signoria di Popolo. Il caso visconteo e scaligero e i loro statuti.
SCARNERA, EMILIA
2017/2018
Abstract
Il passaggio da Comune a signoria di Popolo interessò l'Italia centro-settentrionale a cavallo tra il Duecento e il Trecento ed ebbe importanti ripercussioni nei secoli successivi. Ripercorrendo le vicende dei Comuni di Milano e Verona, si è voluto qui analizzare l'affermazione delle signorie dei Visconti e dei della Scala dopo le esperienze dei della Torre e dei da Romano. La tesi ripercorre nel primo capitolo il dibattito storiografico e le relative interpretazioni della crisi dell'età comunale e dell'avvento delle signorie. Proseguendo poi con la storia dei comuni di Milano e Verona, sono riassunte le loro vicende con l'imperatore Federico I Barbarossa durante le guerre in Italia, le esperienze torriane e ezzeliniane e, infine, l'affermazione delle signorie dei Visconti e degli Scaligeri e le loro politiche espansionistiche. In conclusione, viene analizzata la politica statutaria della signoria viscontea e scaligera, dove la prima ha concentrato la sua attenzione sulle arenghe, mentre la seconda sulle figure istituzionali. Nonostante una storiografia abbia ¿etichettato¿ i Signori come degenerazioni tiranniche dell'istituzione comunale, essi sono sì emersi dalla realtà del Comune ma su di esso si sono appoggiati. I Signori che si posero apertamente in opposizione con il Comune non riuscirono ad instaurare lunghi periodi di dominazione. Di conseguenza, non sono rare le restaurazioni comunali dopo la cacciata di un Signore. Al contrario, i Signori che furono prudenti nel modificare gli assetti comunali per permettere la propria affermazione, riuscirono ad affermare il loro potere per lunghi periodi di dominazione. In conclusione, l'argomento qui trattato, data la sua ampiezza e la sua complessità, può essere visto come un punto di partenza, ma la tesi espressa richiede uno sviluppo ulteriore per poter coprire l'interezza di un argomento così vasto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/43652