Il paesaggio sacro in Elam tra II e I millennio a.C.

This work aims at describing and comparing buildings and places of supposed religious origin in eight cases-study that can be considered as the most important sites of ancient Elam. These can be divided in two categories: urban sites, like Susa, Tell Malyan, Haft Tepe and Coga Zanbil, and rock sanctuaries, like Kurangun, Kul-e Farah, Eshkaft-e Salman and Sar-e Pol-e Zohab. The period taken into consideration spans from the beginning of the 2nd millennium to the mid-1 st millennium BC, when the civilization of Elam reached its apogee from a political, economic and cultural points of view: it can be divided into Ancient- (1900-1500 BC), Middle- (1500-1100 BC) and Neo- Elamite (1100-550 BC), when Elam was involved in a system of interrelations with other important political entities of the ancient Near East, till the decline, mainly caused by the repeated incursions held by the Assyrians, and the definitive Achaemenid conquest. There are two introductory chapters: the first dealing with the concept of sacred landscape, on the basis of the studies conducted by Spiro Kostof, Mircea Eliade and Tim Ingold, the second dedicated to the religion of Elam, starting from analysis of ¿Khita Treaty¿ as the main source, for it is the most important document in which the prestigious deities are listed. The core of the work corresponds to the analysis of the eight sites examined. Information is provided on the geographical context in which they are located, history of research, site analysis and description. For urban sites, great attention is given to architectures, while rock carvings, which are the most important feature of open-air sanctuaries, are basically analyzed from a stylistic and iconographic points of view.

Lo scopo dell'elaborato è evidenziare tratti comuni e differenze nella realizzazione delle strutture religiose selezionate in otto siti-guida, scelti per la loro rappresentatività della civiltà elamita. I siti in questione sono ascrivibili in due categorie: siti urbani, a cui appartengono i casi di Susa, Tell Malyan, Haft Tepe e Coga Zanbil, e i santuari rupestri, di cui fanno parte Kurangun, Kul-e Farah, Eshkaft-e Salman e Sar-e Pol-e Zohab. Il periodo analizzato copre l'arco di tempo dal primo secolo del II millennio a.C. alla metà del I millennio a.C., età in cui la civiltà elamita raggiunse il suo apice da un punto di vista politico, economico e culturale: i periodi c.d. Antico Elamita (1900-1500 a.C.), Medio Elamita (1500-1100 a.C.) e Neo Elamita (1100-550 a.C.) vedono all'inizio la crescita e affermazione di alcune delle più importanti realtà politica dell'Elam, per poi successivamente assistere al loro declino, principalmente per opera delle ripetute incursioni assire prima, e della definitiva conquista meda e persiana poi. Sono presenti due capitoli introduttivi: il primo verte sul concetto di paesaggio sacro, approfondito avvalendosi degli studi di Spiro Kostof, Mircea Eliade e Tim Ingold; il secondo è dedicato alla religione elamita, analizzata a partire dal Trattato di Khita di Awan come fonte principale di riferimento, da cui sono tratte ed elencate le divinità che hanno goduto di maggior prestigio nel corso del tempo. Il corpo centrale dell'elaborato è costituito dagli otto siti presi in esame. Di questi vengono fornite informazioni relative al contesto geografico in cui sono collocati e alla storia della ricerca archeologica, a cui segue l'analisi vera e propria. Per i siti urbani è prestata maggiore attenzione all'aspetto architettonico del sito, mentre i siti rupestri vengono analizzati da un punto di vista stilistico e iconografico.