Le Angiosperme nel corso della loro evoluzione hanno assunto un ruolo dominante nella paleoflora del Cretaceo, togliendo di fatti il primato alle Conifere e ad altre Gimnosperme. Ad oggi esse rappresentano, infatti, lo stadio più elevato nell'evoluzione delle piante. Lo scopo finale del lavoro svolto è quello di indagare sull'origine e dispersione delle Angiosperme cercando di scoprire i meccanismi che hanno permesso la loro grande diversificazione. Nonostante oggi siano presenti moltissimi record fossili e dati molecolari, è impossibile determinare il sito esatto in cui queste piante si originarono: secondo gli studiosi esse erano ampiamente distribuite lungo la regione sud-est del Gondwana, un supercontinente, per cui si pensò questo come possibile sito di origine delle stesse. Il primo fossile di Angiosperma fu trovato in associazioni polliniche nel Nord Gondwana e venne datato 135 milioni di anni fa, nel primo Valanginiano, ponendo quindi la sua esistenza agli esordi del Cretaceo Inferiore. Attraverso gli studi e le ricerche effettuate durante il lavoro di tesi è stato possibile inquadrare, sulla base di prove fossili e analisi molecolari, una panoramica geografica su scala globale per scavare più a fondo sulla vera origine delle Angiosperme. Le evidenze palinologiche dimostrano infatti come in Nord Africa le Angiosperme siano comparse molto prima che in Sud Africa, dove comparvero verso l'Aptiano. La tarda comparsa delle Angiosperme in Sud Africa dimostra come la loro origine non giace in questa regione, come si presumeva precedentemente. In America sono state ritrovate associazioni di piante contenenti sia Angiosperme che conifere. Ciò lascia intendere ad un'evoluzione parallela tra i due gruppi di piante. In Eurasia le analisi palinologiche datano la maggior parte dei ritrovamenti al Cretaceo Inferiore, in accordo con le analisi precedentemente avanzate. In Oceania si pensò che probabilmente l'aumento dell'abbondanza e della diversità delle Angiosperme potesse essere correlato al riscaldamento del clima avvenuto durante il Cretaceo Inferiore. In sintesi è possibile classificare l'Africa e l'Oceania come i continenti più carenti a livello di prove fossili; diversamente si può dire per quanto riguarda l'Eurasia e l'America. I cambiamenti climatici avvenuti durante il Cretaceo diedero luogo al fenomeno noto come ¿collo di bottiglia¿ che portò all'estinzione di alcune specie di Angiosperme e, al contempo, alla radiazione adattativa di altre. È possibile affermare che tutte le numerose evidenze sono concordi sull'esistenza di prove paleontologiche di presenza delle Angiosperme solo a partire dal Cretaceo, con un incremento a partire dal Cenomaniano in poi. Non sono stati rinvenuti fossili che dimostrino la presenza di Angiosperme nel Giurassico.

Analisi di alcune nuove ricerche sull'origine e dispersione delle Angiosperme

CIARAMIDARO, CRISTINA CAROLA
2018/2019

Abstract

Le Angiosperme nel corso della loro evoluzione hanno assunto un ruolo dominante nella paleoflora del Cretaceo, togliendo di fatti il primato alle Conifere e ad altre Gimnosperme. Ad oggi esse rappresentano, infatti, lo stadio più elevato nell'evoluzione delle piante. Lo scopo finale del lavoro svolto è quello di indagare sull'origine e dispersione delle Angiosperme cercando di scoprire i meccanismi che hanno permesso la loro grande diversificazione. Nonostante oggi siano presenti moltissimi record fossili e dati molecolari, è impossibile determinare il sito esatto in cui queste piante si originarono: secondo gli studiosi esse erano ampiamente distribuite lungo la regione sud-est del Gondwana, un supercontinente, per cui si pensò questo come possibile sito di origine delle stesse. Il primo fossile di Angiosperma fu trovato in associazioni polliniche nel Nord Gondwana e venne datato 135 milioni di anni fa, nel primo Valanginiano, ponendo quindi la sua esistenza agli esordi del Cretaceo Inferiore. Attraverso gli studi e le ricerche effettuate durante il lavoro di tesi è stato possibile inquadrare, sulla base di prove fossili e analisi molecolari, una panoramica geografica su scala globale per scavare più a fondo sulla vera origine delle Angiosperme. Le evidenze palinologiche dimostrano infatti come in Nord Africa le Angiosperme siano comparse molto prima che in Sud Africa, dove comparvero verso l'Aptiano. La tarda comparsa delle Angiosperme in Sud Africa dimostra come la loro origine non giace in questa regione, come si presumeva precedentemente. In America sono state ritrovate associazioni di piante contenenti sia Angiosperme che conifere. Ciò lascia intendere ad un'evoluzione parallela tra i due gruppi di piante. In Eurasia le analisi palinologiche datano la maggior parte dei ritrovamenti al Cretaceo Inferiore, in accordo con le analisi precedentemente avanzate. In Oceania si pensò che probabilmente l'aumento dell'abbondanza e della diversità delle Angiosperme potesse essere correlato al riscaldamento del clima avvenuto durante il Cretaceo Inferiore. In sintesi è possibile classificare l'Africa e l'Oceania come i continenti più carenti a livello di prove fossili; diversamente si può dire per quanto riguarda l'Eurasia e l'America. I cambiamenti climatici avvenuti durante il Cretaceo diedero luogo al fenomeno noto come ¿collo di bottiglia¿ che portò all'estinzione di alcune specie di Angiosperme e, al contempo, alla radiazione adattativa di altre. È possibile affermare che tutte le numerose evidenze sono concordi sull'esistenza di prove paleontologiche di presenza delle Angiosperme solo a partire dal Cretaceo, con un incremento a partire dal Cenomaniano in poi. Non sono stati rinvenuti fossili che dimostrino la presenza di Angiosperme nel Giurassico.
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