La tesi è stata redatta allo scopo di indagare circa le condizioni delle donne europee nel mercato del lavoro, a fronte della crisi economica del 2008. In primo luogo, è stata effettuata un'analisi della situazione generale del mercato del lavoro femminile europeo, in cui sono stati considerati i regimi di genere pre-crisi, la segregazione settoriale, il ¿gender pay gap¿ e la qualità del lavoro. Si è notato come il regime di ¿male breadwinner¿, che prevedeva che fosse solamente l'uomo a sostenere il peso economico familiare, sia progressivamente mutato verso quello di ¿dual earner¿, grazie all'integrazione delle donne nel lavoro pagato. Tuttavia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro si caratterizza per la segregazione settoriale, in riferimento all'esistenza di settori occupazionali che si configurano come ¿tipicamente femminili¿ (settore pubblico e dei servizi); per un salario medio orario più basso e per una qualità del lavoro penalizzante, in quanto le donne appaiono sovrarappresentate fra i contratti part-time e temporanei. Successivamente, si è proceduto con la spiegazione degli effetti che la crisi ha determinato sulla domanda e sull'offerta di lavoro e di conseguenza sull' occupazione e disoccupazione femminile: curiosamente, è proprio l'occupazione femminile ad aumentare, a differenza di quella maschile. Tale risultato si spiega con l'ipotesi del ¿buffer role¿, ovvero il ruolo ¿tampone¿ che le lavoratrici donne hanno rivestito, e che ha fatto prevalere l'effetto ¿added workers¿ su quello dei ¿discouraged workers¿. I cambiamenti della domanda e dell'offerta trovano a loro volta spiegazione nelle politiche implementate dal legislatore europeo, che hanno come denominatore comune il consolidamento fiscale: ci si riferisce, infatti, alle politiche di austerity che, anche se finalizzate a ridurre il rapporto debito/PIL, hanno in realtà avuto l'effetto perverso di intensificare la crisi. In riferimento ai casi di politiche implementate a livello europeo sono stati addotti gli esempi dello ¿European Recovery Plan¿, basato sui finanziamenti degli stati membri, e delle politiche occupazionali specifiche, come il lavoro short-time, il ¿downsizing¿ del settore pubblico e il supporto del reddito dei disoccupati. Infine, ci si è focalizzati su alcuni casi studio al fine di sottolineare le dinamiche e politiche del mercato del lavoro peculiari di ogni paese. Da un lato, sono stati presi in esame i ¿paesi core¿ (Francia, Germania, Regno Unito), i quali hanno dato prova di una discreta solidità; dall'altro, sono stati approfonditi i casi italiano, greco e spagnolo in cui, al contrario, l'economia si è dimostrata debole rispetto alle variazioni cicliche
Il volto femminile della crisi economica: le donne europee nel mercato del lavoro.
MILANESI, LORENZA
2018/2019
Abstract
La tesi è stata redatta allo scopo di indagare circa le condizioni delle donne europee nel mercato del lavoro, a fronte della crisi economica del 2008. In primo luogo, è stata effettuata un'analisi della situazione generale del mercato del lavoro femminile europeo, in cui sono stati considerati i regimi di genere pre-crisi, la segregazione settoriale, il ¿gender pay gap¿ e la qualità del lavoro. Si è notato come il regime di ¿male breadwinner¿, che prevedeva che fosse solamente l'uomo a sostenere il peso economico familiare, sia progressivamente mutato verso quello di ¿dual earner¿, grazie all'integrazione delle donne nel lavoro pagato. Tuttavia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro si caratterizza per la segregazione settoriale, in riferimento all'esistenza di settori occupazionali che si configurano come ¿tipicamente femminili¿ (settore pubblico e dei servizi); per un salario medio orario più basso e per una qualità del lavoro penalizzante, in quanto le donne appaiono sovrarappresentate fra i contratti part-time e temporanei. Successivamente, si è proceduto con la spiegazione degli effetti che la crisi ha determinato sulla domanda e sull'offerta di lavoro e di conseguenza sull' occupazione e disoccupazione femminile: curiosamente, è proprio l'occupazione femminile ad aumentare, a differenza di quella maschile. Tale risultato si spiega con l'ipotesi del ¿buffer role¿, ovvero il ruolo ¿tampone¿ che le lavoratrici donne hanno rivestito, e che ha fatto prevalere l'effetto ¿added workers¿ su quello dei ¿discouraged workers¿. I cambiamenti della domanda e dell'offerta trovano a loro volta spiegazione nelle politiche implementate dal legislatore europeo, che hanno come denominatore comune il consolidamento fiscale: ci si riferisce, infatti, alle politiche di austerity che, anche se finalizzate a ridurre il rapporto debito/PIL, hanno in realtà avuto l'effetto perverso di intensificare la crisi. In riferimento ai casi di politiche implementate a livello europeo sono stati addotti gli esempi dello ¿European Recovery Plan¿, basato sui finanziamenti degli stati membri, e delle politiche occupazionali specifiche, come il lavoro short-time, il ¿downsizing¿ del settore pubblico e il supporto del reddito dei disoccupati. Infine, ci si è focalizzati su alcuni casi studio al fine di sottolineare le dinamiche e politiche del mercato del lavoro peculiari di ogni paese. Da un lato, sono stati presi in esame i ¿paesi core¿ (Francia, Germania, Regno Unito), i quali hanno dato prova di una discreta solidità; dall'altro, sono stati approfonditi i casi italiano, greco e spagnolo in cui, al contrario, l'economia si è dimostrata debole rispetto alle variazioni ciclicheFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/43263