Introduction: Fear is one of the seven emotions that Paul Ekman calls universal; the stimuli capable of frightening us are infinite and often subjective, but they focus towards a common topic: the threat to physical or psychological health. Furthermore, hospitalization can increase the development of fear; In fact, Luciano Sandrin say that fear is the main emotion that patients experience and from which they defend themselves. The nurses' commitment to personal support was already mentioned in 1996 with the nurse-citizen pact, that stated: "I commit myself to be close to you when you are afraid¿. However, in Italian university studies, references to emotional intelligence and recognition of emotions are sporadic and do not allow to acquire mastery of the subject. Objective: Investigate the presence of fear in hospitalized people, the motivation of the onset and patients' emotions recognition by nurses, to offer personalized assistance, focused on the needs of person. Materials and method: The quantitative observational study was conducted in two phases, developed simultaneously. The first phase consisted of a structured interview, addressed personally to all the patients of the structures involved. Informed consent was requested orally to the assisted person.The second phase includes a test to be administered to the nurses, extrapolated from the text of Paul Ekman "Emotions Revealed. Understanding of faces and feelings". For the evaluation of the answers, was used the correction indicated in the book. Results: 67 people gave consent to participate in the study; 56.7% of them reported feeling fear from the beginning of their hospitalization until the time of the interview. A significant difference was observed between the departments belonging to the medical and surgical area, compared to those of the emergency-urgency, in which a 25% reduction in the presence of emotion was observed; however, there was no disparity between men and women. In more than 30% of cases, the motivation for the onset of fear is due to the uncertainty that characterizes hospitalization. For the second phase of the study, 33 nurses were involved, including 28 women. The percentage of correct answers for expressions 6 and 12 (depicting the emotion of fear) was found to be 30%. As regards the general average of the correct answers, it was found to be 5.3 out of 14. Discussion: the presence of fear in hospitalized people is a significant problem. According to the president of FNOPI, Mangiacavalli, the only instrument that reinforces the identity of nurses is the relationship with the patient. This competence, must always be at the level of care situation. From this point of view, recognizing emotions of people may be a response to a present and undeclared need. Furthermore, noticing the client's emotional state can allow the operator to modulate activities. Conclusion: taking as a starting point the path taken towards the recognition of pain, it would be interesting to proceed towards the development of a ¿Hospital of shared fear", where provide tools to face the onset of sentiment and act daily to prevent the development of this emotion.
Introduzione: la paura è una delle sette emozioni che Paul Ekman, definisce universali; gli stimoli capaci di spaventarci sono potenzialmente infiniti e spesso del tutto soggettivi, ma convergono verso un tema comune: la minaccia alla propria incolumità fisica o psicologica. Inoltre, il ricovero ospedaliero può contribuire ad acuire lo sviluppo di paure preesistenti o di nuova origine; Luciano Sandrin infatti afferma che la paura è la principale emozione che il malato vive e dalla quale si difende. A sostegno di ciò l'impegno della comunità infermieristica nel supporto alla persona, esplicitato già attraverso il patto Infermiere-cittadino del 1996 che recita: ¿Io infermiere mi impegno nei tuoi confronti a starti vicino quando hai paura.¿ Nonostante questo, nel percorso di studi universitario, in Italia, gli accenni all'intelligenza emotiva e al riconoscimento delle emozioni sono sporadici e non consentono di acquisire padronanza dell'argomento. Obiettivo: indagare la presenza di paura nelle persone ospedalizzate, la motivazione dell'insorgenza e il riconoscimento dell'emozione da parte dell'infermiere. Materiali e metodo: lo studio quantitativo osservazionale è stato condotto in due fasi,sviluppate contemporaneamente. La prima fase era costituita da un'intervista strutturata da rivolgere personalmente a tutti i degenti delle strutture coinvolte. La seconda da un test da somministrare agli infermieri,estrapolato dal testo ¿Te lo leggo in faccia,riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste¿ di Paul Ekman. Per la valutazione delle risposte è stata usata la correzione indicata nel libro. Risultati: 67 persone su 74 hanno espresso consenso favorevole alla partecipazione allo studio;il 56,7% di essi ha riferito di aver provato un sentimento di paura dall'inizio del ricovero fino al momento del colloquio. Si è osservata una differenza significativa tra i reparti appartenenti all'area medica e chirurgica, rispetto a quelli dell'emergenza-urgenza in cui si è notata una riduzione della presenza dell'emozione di circa 25%;non si è invece riscontrata disparità tra uomini e donne.Per quanto riguarda le motivazioni sottese all'insorgenza dell'emozione,in più del 30% dei casi esse sono rintracciabili nell'incertezza che caratterizza la degenza ospedaliera. Per la seconda fase dello studio sono stati coinvolti 33 infermieri,di cui 28 donne. La percentuale di risposte corrette per le espressioni 6 e 12 raffiguranti l'emozione della paura,è risultata essere del 30%. Per quanto riguarda invece la media generale di tutte le risposte corrette,essa è risultata essere di 5 su 14. Discussione: è stato osservato che la presenza di paura nelle persone ospedalizzate è un problema rilevante. Secondo la presidente del FNOPI, l'unico strumento che rinforza l'identità degli infermieri è la relazione con l'assistito che è, e deve essere sempre, dal punto di vista della competenza, all'altezza della situazione assistenziale che si presenta. In quest'ottica, riconoscere le emozioni della persona, prima e senza che quest'ultima lo espliciti, può essere una risposta ad un bisogno presente e non dichiarato. Inoltre, accorgersi dello stato emotivo dell'assistito può permettere all'operatore di modulare le attività andando incontro,per quanto possibile, alle esigenze quotidiane di ognuno. Conclusioni: avendo osservato la rilevanza del problema all'interno delle strutture, sarebbe interessante procedere verso lo sviluppo di di un ¿Ospedale della paura condivisa¿.
Se un giorno bussasse alla porta? Epidemiologia della paura in ambito ospedaliero: una ricerca quantitativa osservazionale sulla persona assistita e sugli infermieri.
BRUNO, ELISABETTA
2018/2019
Abstract
Introduzione: la paura è una delle sette emozioni che Paul Ekman, definisce universali; gli stimoli capaci di spaventarci sono potenzialmente infiniti e spesso del tutto soggettivi, ma convergono verso un tema comune: la minaccia alla propria incolumità fisica o psicologica. Inoltre, il ricovero ospedaliero può contribuire ad acuire lo sviluppo di paure preesistenti o di nuova origine; Luciano Sandrin infatti afferma che la paura è la principale emozione che il malato vive e dalla quale si difende. A sostegno di ciò l'impegno della comunità infermieristica nel supporto alla persona, esplicitato già attraverso il patto Infermiere-cittadino del 1996 che recita: ¿Io infermiere mi impegno nei tuoi confronti a starti vicino quando hai paura.¿ Nonostante questo, nel percorso di studi universitario, in Italia, gli accenni all'intelligenza emotiva e al riconoscimento delle emozioni sono sporadici e non consentono di acquisire padronanza dell'argomento. Obiettivo: indagare la presenza di paura nelle persone ospedalizzate, la motivazione dell'insorgenza e il riconoscimento dell'emozione da parte dell'infermiere. Materiali e metodo: lo studio quantitativo osservazionale è stato condotto in due fasi,sviluppate contemporaneamente. La prima fase era costituita da un'intervista strutturata da rivolgere personalmente a tutti i degenti delle strutture coinvolte. La seconda da un test da somministrare agli infermieri,estrapolato dal testo ¿Te lo leggo in faccia,riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste¿ di Paul Ekman. Per la valutazione delle risposte è stata usata la correzione indicata nel libro. Risultati: 67 persone su 74 hanno espresso consenso favorevole alla partecipazione allo studio;il 56,7% di essi ha riferito di aver provato un sentimento di paura dall'inizio del ricovero fino al momento del colloquio. Si è osservata una differenza significativa tra i reparti appartenenti all'area medica e chirurgica, rispetto a quelli dell'emergenza-urgenza in cui si è notata una riduzione della presenza dell'emozione di circa 25%;non si è invece riscontrata disparità tra uomini e donne.Per quanto riguarda le motivazioni sottese all'insorgenza dell'emozione,in più del 30% dei casi esse sono rintracciabili nell'incertezza che caratterizza la degenza ospedaliera. Per la seconda fase dello studio sono stati coinvolti 33 infermieri,di cui 28 donne. La percentuale di risposte corrette per le espressioni 6 e 12 raffiguranti l'emozione della paura,è risultata essere del 30%. Per quanto riguarda invece la media generale di tutte le risposte corrette,essa è risultata essere di 5 su 14. Discussione: è stato osservato che la presenza di paura nelle persone ospedalizzate è un problema rilevante. Secondo la presidente del FNOPI, l'unico strumento che rinforza l'identità degli infermieri è la relazione con l'assistito che è, e deve essere sempre, dal punto di vista della competenza, all'altezza della situazione assistenziale che si presenta. In quest'ottica, riconoscere le emozioni della persona, prima e senza che quest'ultima lo espliciti, può essere una risposta ad un bisogno presente e non dichiarato. Inoltre, accorgersi dello stato emotivo dell'assistito può permettere all'operatore di modulare le attività andando incontro,per quanto possibile, alle esigenze quotidiane di ognuno. Conclusioni: avendo osservato la rilevanza del problema all'interno delle strutture, sarebbe interessante procedere verso lo sviluppo di di un ¿Ospedale della paura condivisa¿.File | Dimensione | Formato | |
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