Since the fall of the Franco's regime in 1975 the Spanish national and international profile has changed considerably through the pedagogical function operated by cinema and more generally by the mass media; never as in Spain has there been a distortion of the predefined roles of servant and master, respectively incarnated by the woman/homosexual and the francoist man. A path of emancipation as sudden as full of content catalyzed by civil and subversive action by the catalan and madrilenian collectives, undisputed protagonists of a very delicate transition that has completely reshaped the face of the Spanish nation leading it to become the country with the highest recognition of civil rights in the world. A cinema in some ways rough and visually unsettling and for others discreet and conciliatory, the post-francoist homosexual is finally a cinema free from the chains of censorship that, from the '70s onwards, opens the way to the queer film universe in which the figure of the director, such as Pedro Almodovar in his films of the '80s, is free to investigate the different nuances of sexual identity for years oppressed and conditioned by the omnipresent eye of dictatorship.​
Dalla caduta del regime franchista avvenuta nel 1975 il profilo nazionale e internazionale spagnolo è cambiato notevolmente attraverso la funzione pedagogica e liberatoria operata dal cinema e più in generale dai mass media; mai come in Spagna si è potuto assistere ad uno stravolgimento dei ruoli prestabiliti di servo e padrone, rispettivamente incarnati dalla donna/omosessuale e l'uomo franchista. Un percorso di emancipazione tanto improvviso quanto ricco di contenuti catalizzato da un'azione civile e sovversiva da parte dei collettivi catalani e madrileñi, protagonisti indiscussi di una delicatissima transizione che ha rimodellato completamente il volto della nazione spagnola portandola a divenire il paese con il più alto riconoscimenti dei diritti civili al mondo. Un cinema per certi versi grezzo e visivamente spiazzante e per altri discreto e conciliante, quello omosessuale post-franchista è finalmente un cinema libero dalle catene della censura che, dagli anni '70 in poi, apre la strada all'universo filmico queer nel quale la figura del regista, come Pedro Almodovar nei suoi film degli anni '80, è libera di indagare le diverse sfumature dell'identità sessuale per anni oppressa e condizionata dall'occhio onnipresente della dittatura.​
Il cinema omosessuale post-franchista: Transizione e Movida Madrileña
BUCHICCHIO, FEDERICO
2018/2019
Abstract
Dalla caduta del regime franchista avvenuta nel 1975 il profilo nazionale e internazionale spagnolo è cambiato notevolmente attraverso la funzione pedagogica e liberatoria operata dal cinema e più in generale dai mass media; mai come in Spagna si è potuto assistere ad uno stravolgimento dei ruoli prestabiliti di servo e padrone, rispettivamente incarnati dalla donna/omosessuale e l'uomo franchista. Un percorso di emancipazione tanto improvviso quanto ricco di contenuti catalizzato da un'azione civile e sovversiva da parte dei collettivi catalani e madrileñi, protagonisti indiscussi di una delicatissima transizione che ha rimodellato completamente il volto della nazione spagnola portandola a divenire il paese con il più alto riconoscimenti dei diritti civili al mondo. Un cinema per certi versi grezzo e visivamente spiazzante e per altri discreto e conciliante, quello omosessuale post-franchista è finalmente un cinema libero dalle catene della censura che, dagli anni '70 in poi, apre la strada all'universo filmico queer nel quale la figura del regista, come Pedro Almodovar nei suoi film degli anni '80, è libera di indagare le diverse sfumature dell'identità sessuale per anni oppressa e condizionata dall'occhio onnipresente della dittatura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/42757