Le grotte del Finalese ligure: caratteristiche geomorfologiche e rilevazioni della frequenza umana Anno Accademico 2017/2018 Studente: Boccalatte Alberto Relatore: Motta Michele La tesi vuole approfondire le relazioni tra grotte e uomo, studiando in particolare il territorio dell'Altopiano delle Manie e dell'area carsica del Finalese (Liguria). Le grotte prese in esame sono quasi trecento, e grazie alla loro posizione e alla loro morfologia, sono state usate dall'uomo sin dalla Preistoria e divennero luogo di rifugio per gli uomini sin dal Paleolitico. In esse per brevi o lunghi periodi si è registrata una continua frequentazione dal Paleolitico al Neolitico, elevando il loro interesse storico a livello nazionale. Grazie alle tracce di utilizzo e ai molti reperti rinvenuti al loro interno sin dall'Ottocento, si può capire come tali grotte venivano usate in modo diverso nel tempo, non solo come abitazioni ma ad esempio per le sepolture, o per attività quotidiane quali l'allevamento, oppure per attività lavorative come la fusione dei metalli e la cottura del vasellame in ceramica. Lo scopo della tesi è verificare se l'uomo nella scelta delle grotte fosse influenzato dalle caratteristiche della grotta stessa (esposizione, distanza dal mare e dal fondovalle, ecc.). Il lavoro è stato così suddiviso in due parti: nella prima si sono fissate le caratteristiche geomorfologiche dell'area e delle grotte, nonché gli altri parametri potenzialmente caratterizzanti le grotte, come il clima e la distribuzione dei suoli della zona. Successivamente sono state prese in esame tutte le tipologie di grotte ad esclusione degli inghiottitoi (ovvio non frequentabili per la propria struttura), suddivise in grotte di interesse archeologiche, grotte marine e grotte prive di interesse archeologico. Nella seconda parte di quest'elaborato è stata composta una tabella per ogni grotta, ricavando e/o calcolando quota, esposizione, distanza dal mare e dal fondovalle, tipo di cavità e sviluppo. Per ottenere la massima precisione dei valori sono stati usati dei programmi di calcolo specifici. A loro volta tali dati sono stati usati per la costruzione di elaborati grafici, analizzando tutte le variabili a nostra disposizione. Si è messo in relazione le tracce di frequentazione, le caratteristiche delle grotte e la presenza umana. I risultati dimostrano che la scelta della grotta non avveniva in maniera casuale, ma era il frutto di calcoli strategici per potersi avvalere del luogo più adatto a soddisfare le proprie esigenze. Come ovvio, gli uomini preistorici preferivano le grotte con quote maggiori poiché come esigenza primaria avevano quella di difendersi: unica eccezione è l'Arma delle Arene Candide (che in realtà non stravolge la regola, data la sua particolare posizione). Altro fattore di scelta molto importante fu l'esposizione: cercando temperature invernali più gradevoli, venivano scelte le grotte con esposizione sud, sud-ovest/est, ovest evitando l'esposizione nord. Infine anche la distanza dal mare e dal fondovalle ha avuto molta importanza per la scelta: nel Paleolitico venivano frequentate le grotte più vicine al mare; al contrario nel Neolitico si preferivano quelle distanti oltre 4000 m dal mare. L'ultimo punto è di particolare interesse, indicando che gli uomini neolitici da un lato privilegiavano le grotte piu comode, dall'altro non attribuivano particolare valore alla vicinanza al mare, segno di un maggior interesse per l'economia ¿di terraferma¿ (caccia prima, agricoltura e pastoria in seguito), rispetto all'economia ¿marittima¿, anche in tale periodo, di provati attivi scambi commerciali via mare.
Le grotte del Finalese Ligure: caratteristiche geomorfologiche e rilevazioni della frequenza umana
BOCCALATTE, ALBERTO WILLIAM
2017/2018
Abstract
Le grotte del Finalese ligure: caratteristiche geomorfologiche e rilevazioni della frequenza umana Anno Accademico 2017/2018 Studente: Boccalatte Alberto Relatore: Motta Michele La tesi vuole approfondire le relazioni tra grotte e uomo, studiando in particolare il territorio dell'Altopiano delle Manie e dell'area carsica del Finalese (Liguria). Le grotte prese in esame sono quasi trecento, e grazie alla loro posizione e alla loro morfologia, sono state usate dall'uomo sin dalla Preistoria e divennero luogo di rifugio per gli uomini sin dal Paleolitico. In esse per brevi o lunghi periodi si è registrata una continua frequentazione dal Paleolitico al Neolitico, elevando il loro interesse storico a livello nazionale. Grazie alle tracce di utilizzo e ai molti reperti rinvenuti al loro interno sin dall'Ottocento, si può capire come tali grotte venivano usate in modo diverso nel tempo, non solo come abitazioni ma ad esempio per le sepolture, o per attività quotidiane quali l'allevamento, oppure per attività lavorative come la fusione dei metalli e la cottura del vasellame in ceramica. Lo scopo della tesi è verificare se l'uomo nella scelta delle grotte fosse influenzato dalle caratteristiche della grotta stessa (esposizione, distanza dal mare e dal fondovalle, ecc.). Il lavoro è stato così suddiviso in due parti: nella prima si sono fissate le caratteristiche geomorfologiche dell'area e delle grotte, nonché gli altri parametri potenzialmente caratterizzanti le grotte, come il clima e la distribuzione dei suoli della zona. Successivamente sono state prese in esame tutte le tipologie di grotte ad esclusione degli inghiottitoi (ovvio non frequentabili per la propria struttura), suddivise in grotte di interesse archeologiche, grotte marine e grotte prive di interesse archeologico. Nella seconda parte di quest'elaborato è stata composta una tabella per ogni grotta, ricavando e/o calcolando quota, esposizione, distanza dal mare e dal fondovalle, tipo di cavità e sviluppo. Per ottenere la massima precisione dei valori sono stati usati dei programmi di calcolo specifici. A loro volta tali dati sono stati usati per la costruzione di elaborati grafici, analizzando tutte le variabili a nostra disposizione. Si è messo in relazione le tracce di frequentazione, le caratteristiche delle grotte e la presenza umana. I risultati dimostrano che la scelta della grotta non avveniva in maniera casuale, ma era il frutto di calcoli strategici per potersi avvalere del luogo più adatto a soddisfare le proprie esigenze. Come ovvio, gli uomini preistorici preferivano le grotte con quote maggiori poiché come esigenza primaria avevano quella di difendersi: unica eccezione è l'Arma delle Arene Candide (che in realtà non stravolge la regola, data la sua particolare posizione). Altro fattore di scelta molto importante fu l'esposizione: cercando temperature invernali più gradevoli, venivano scelte le grotte con esposizione sud, sud-ovest/est, ovest evitando l'esposizione nord. Infine anche la distanza dal mare e dal fondovalle ha avuto molta importanza per la scelta: nel Paleolitico venivano frequentate le grotte più vicine al mare; al contrario nel Neolitico si preferivano quelle distanti oltre 4000 m dal mare. L'ultimo punto è di particolare interesse, indicando che gli uomini neolitici da un lato privilegiavano le grotte piu comode, dall'altro non attribuivano particolare valore alla vicinanza al mare, segno di un maggior interesse per l'economia ¿di terraferma¿ (caccia prima, agricoltura e pastoria in seguito), rispetto all'economia ¿marittima¿, anche in tale periodo, di provati attivi scambi commerciali via mare.File | Dimensione | Formato | |
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