Introduzione: L'OMS definisce la sterilità come la condizione patologica nella quale una coppia che abbia rapporti non protetti in fase ovulatoria da almeno un anno non riesca a concepire. Nel complesso, la sterilità riguarda circa il 15% delle coppie, con un 25% di indice di fecondità in quelle giovani. Le donne che ricorrono a tecniche di fecondazione assistita stanno aumentando in tutto il mondo; attualmente è ancora oggetto di studio quali siano i rischi aumentati nell'ambito ostetrico e neonatale soprattutto nelle gravidanze singole da PMA. Obiettivi: Scopo di questo elaborato è confrontare le tre principali tecniche di PMA, la IUI per quanto riguarda le tecniche di I livello, la FIVET e la ICSI per il II livello, analizzando le differenze in termini di patologie della gravidanza, complicanze al parto e malattie neonatali. Secondariamente, si vuole analizzare la più recente letteratura scientifica al fine di individuare specifiche differenze tra esiti ostetrici, fetali e neonatali nelle diverse tecniche. Materiali e metodi: È stato realizzato uno studio clinico di coorte di tipo longitudinale retrospettivo: sono state analizzate 228 cartelle cliniche ostetriche e neonatali di tre gruppi di donne, a seconda della tecnica di PMA, con età inferiore a 43 anni, che abbiano sviluppato una gravidanza singola. Sono state prese in esame, oltre che l'età al parto, il BMI pregravidico e il numero di aborti precedenti, le principali patologie ostetriche, fetali e neonatali. Risultati: I test sono risultati statisticamente significativi solamente in due casi: l'età delle donne al parto, nelle fasce tra 35 e 39 anni e nelle donne con più di 40 anni sembra infatti essere più frequente la scelta di FIVET, mentre la IUI viene adottata in donne più giovani; il numero di aborti pregressi per donna, con una percentuale maggiore nella FIVET (0.47) rispetto a ICSI e IUI (0.19 e 0.26). Per tutte le altre variabili prese in esame non ci sono differenze statisticamente significative tra le tre tecniche di PMA. È emerso quasi sempre un aumento della percentuale di eventi sfavorevoli nella FIVET, ma mai in modo significativo. Conclusioni: Nel confronto con i dati in letteratura della Regione Piemonte e dell'Italia è stato riscontrato quasi sempre un netto aumento dei rischi, sia ostetrici che neonatali, portando alla conclusione che questi esiti sfavorevoli potrebbero essere causati dalla PMA in sé o da fattori intrinseci della popolazione quali l'età media avanzata o lo stato di subfertilità/infertilità. Non si sono registrate, invece, differenze significative tra le tre tecniche di PMA: non sembrano esserci particolari rischi aumentati per una tecnica specifica. I professionisti ostetrici che si occupano dell'assistenza a queste donne dovrebbero essere a conoscenza delle diverse tecniche di fecondazione assistita, dei percorsi diagnostici e terapeutici della fertilità, specialmente in epoca preconcezionale per saper gestire adeguatamente un counselling con una coppia infertile. La gravidanza e il parto di queste donne dovrebbero essere gestiti da un'equipe multidisciplinare.

PMA e gravidanza singola: confronto tra IUI, FIVET e ICSI in esiti ostetrici, fetali e neonatali.

AIME, GIULIA
2017/2018

Abstract

Introduzione: L'OMS definisce la sterilità come la condizione patologica nella quale una coppia che abbia rapporti non protetti in fase ovulatoria da almeno un anno non riesca a concepire. Nel complesso, la sterilità riguarda circa il 15% delle coppie, con un 25% di indice di fecondità in quelle giovani. Le donne che ricorrono a tecniche di fecondazione assistita stanno aumentando in tutto il mondo; attualmente è ancora oggetto di studio quali siano i rischi aumentati nell'ambito ostetrico e neonatale soprattutto nelle gravidanze singole da PMA. Obiettivi: Scopo di questo elaborato è confrontare le tre principali tecniche di PMA, la IUI per quanto riguarda le tecniche di I livello, la FIVET e la ICSI per il II livello, analizzando le differenze in termini di patologie della gravidanza, complicanze al parto e malattie neonatali. Secondariamente, si vuole analizzare la più recente letteratura scientifica al fine di individuare specifiche differenze tra esiti ostetrici, fetali e neonatali nelle diverse tecniche. Materiali e metodi: È stato realizzato uno studio clinico di coorte di tipo longitudinale retrospettivo: sono state analizzate 228 cartelle cliniche ostetriche e neonatali di tre gruppi di donne, a seconda della tecnica di PMA, con età inferiore a 43 anni, che abbiano sviluppato una gravidanza singola. Sono state prese in esame, oltre che l'età al parto, il BMI pregravidico e il numero di aborti precedenti, le principali patologie ostetriche, fetali e neonatali. Risultati: I test sono risultati statisticamente significativi solamente in due casi: l'età delle donne al parto, nelle fasce tra 35 e 39 anni e nelle donne con più di 40 anni sembra infatti essere più frequente la scelta di FIVET, mentre la IUI viene adottata in donne più giovani; il numero di aborti pregressi per donna, con una percentuale maggiore nella FIVET (0.47) rispetto a ICSI e IUI (0.19 e 0.26). Per tutte le altre variabili prese in esame non ci sono differenze statisticamente significative tra le tre tecniche di PMA. È emerso quasi sempre un aumento della percentuale di eventi sfavorevoli nella FIVET, ma mai in modo significativo. Conclusioni: Nel confronto con i dati in letteratura della Regione Piemonte e dell'Italia è stato riscontrato quasi sempre un netto aumento dei rischi, sia ostetrici che neonatali, portando alla conclusione che questi esiti sfavorevoli potrebbero essere causati dalla PMA in sé o da fattori intrinseci della popolazione quali l'età media avanzata o lo stato di subfertilità/infertilità. Non si sono registrate, invece, differenze significative tra le tre tecniche di PMA: non sembrano esserci particolari rischi aumentati per una tecnica specifica. I professionisti ostetrici che si occupano dell'assistenza a queste donne dovrebbero essere a conoscenza delle diverse tecniche di fecondazione assistita, dei percorsi diagnostici e terapeutici della fertilità, specialmente in epoca preconcezionale per saper gestire adeguatamente un counselling con una coppia infertile. La gravidanza e il parto di queste donne dovrebbero essere gestiti da un'equipe multidisciplinare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/42630