According to World Health Organization (WHO) data, Alzheimer's disease (AD) is the most common form of dementia and is a condition that afflicts 50 million people worldwide. In Italy, to date, there are approximately 1,200,000 cases of dementia; of which 600,000 are cases of people suffering from Alzheimer's disease. Neuropathologically, AD is characterized by intracellular neurofibrillary tangles, consisting mainly of hyper-phosphorylated tau protein; extracellular aggregates of β-amyloid, which form senile plaques; and amyloid deposition near brain vessels resulting in inflammation, oxidative stress and loss of neurons and synapses. Damage to brain tissue begins many years before the onset of symptoms, making early diagnosis a challenging process. Although research has partially revealed the mechanism of the AD pathogenesis onset and progression, it remains partly unknown. Epidemiological studies show that the female gender accounts for 2/3 of AD cases. Also the progression and severity turns out to be greater in women, probably due to the drastic reduction in estrogen levels in postmenopausal women. We studied the role of estrogen in relation to pathological changes in Alzheimer's disease and succeeded in showing a correlation between these hormones and the expression of a molecule named miRNA 218. In this thesis work, we measured the plasma concentration of miRNA 218 in 5xFAD and 5xTg-AD/hTauTg female transgenic mice at different ages (2, 5 and 8 months of age) in order to understand the possible relationship between plasma levels of miRNA 218 and the appearance of the first parenchymal lesions of the disease. The data obtained showed that the expression of miRNA 218 correlated not only with the absence of estrogen but also with the presence of typical markers of the disease, such as senile plaques and neurofibrillary tangles, giving this molecule a possible role in both diagnosis and prediction. This study assumes considerable importance since, the use of an early plasmatic biomarker associated with the pathogenesis of Alzheimer's disease would represent an innovative and minimally invasive approach that could allow patients to be monitored over time by correlating plasma levels of miRNA 218 with the course of the disease.
Secondi i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la malattia di Alzheimer (AD) è la forma più comune di demenza ed è una condizione che affligge 50 milioni di persone al mondo. In Italia, ad oggi, si contano all’incirca 1.200.000 casi di demenza; tra questi, 600.000 sono casi di persone affette dal morbo di Alzheimer. A livello neuropatologico, l’AD è caratterizzata da grovigli neurofibrillari intracellulari, il cui principale costituente è la proteina tau iper-fosforilata; da aggregati extracellulari di β-amiloide, che formano le placche senili; e dalla deposizione di amiloide in prossimità dei vasi cerebrali con conseguente infiammazione, stress ossidativo e perdita di neuroni e sinapsi. I danni a carico del tessuto cerebrale iniziano molti anni prima rispetto alla manifestazione dei sintomi, rendendo arduo il processo di diagnosi precoce. Nonostante la ricerca abbia parzialmente svelato i meccanismi di inizio e progressione della malattia, la patogenesi dell’AD rimane in parte un’incognita. Studi epidemiologici dimostrano che il genere femminile rappresenta i 2/3 dei casi di AD, la cui progressione e severità risulta essere maggiore rispetto agli uomini, probabilmente a causa della riduzione drastica dei livelli di estrogeni nelle donne in post-menopausa. Per questo motivo, abbiamo studiato il ruolo degli estrogeni in relazione ai cambiamenti patologici nella malattia di Alzheimer riuscendo ad evidenziare una correlazione tra tali ormoni e l’espressione di una molecola che prende il nome di miRNA 218. In questo lavoro di tesi, abbiamo misurato la concentrazione plasmatica del miRNA 218 in topi transgenici femmina 5xFAD e 5xTg-AD/hTauTg a diverse età (2, 5 e 8 mesi), al fine di comprendere l’eventuale presenza di una relazione tra i livelli plasmatici del miRNA 218 e la comparsa delle prime lesioni parenchimali della malattia. Dai dati ottenuti è emerso che l’espressione del miRNA 218 non è correlata soltanto all’assenza di estrogeni, ma anche alla presenza di marcatori tipici della malattia, come le placche senili e i grovigli neurofibrillari, conferendo a questa molecola un possibile ruolo sia diagnostico che predittivo. Questo studio assume una notevole importanza dal momento che, l’utilizzo di un biomarcatore plasmatico precoce associato alla patogenesi della malattia di Alzheimer, rappresenterebbe un approccio innovativo e poco invasivo che potrebbe consentire di monitorare nel tempo i pazienti, correlando i livelli plasmatici del miRNA 218 al decorso della malattia.
Studio di marcatori plasmatici precoci della malattia di Alzheimer: ruolo del miRNA218
CUSTODIO, ROMINA VALERIA
2022/2023
Abstract
Secondi i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la malattia di Alzheimer (AD) è la forma più comune di demenza ed è una condizione che affligge 50 milioni di persone al mondo. In Italia, ad oggi, si contano all’incirca 1.200.000 casi di demenza; tra questi, 600.000 sono casi di persone affette dal morbo di Alzheimer. A livello neuropatologico, l’AD è caratterizzata da grovigli neurofibrillari intracellulari, il cui principale costituente è la proteina tau iper-fosforilata; da aggregati extracellulari di β-amiloide, che formano le placche senili; e dalla deposizione di amiloide in prossimità dei vasi cerebrali con conseguente infiammazione, stress ossidativo e perdita di neuroni e sinapsi. I danni a carico del tessuto cerebrale iniziano molti anni prima rispetto alla manifestazione dei sintomi, rendendo arduo il processo di diagnosi precoce. Nonostante la ricerca abbia parzialmente svelato i meccanismi di inizio e progressione della malattia, la patogenesi dell’AD rimane in parte un’incognita. Studi epidemiologici dimostrano che il genere femminile rappresenta i 2/3 dei casi di AD, la cui progressione e severità risulta essere maggiore rispetto agli uomini, probabilmente a causa della riduzione drastica dei livelli di estrogeni nelle donne in post-menopausa. Per questo motivo, abbiamo studiato il ruolo degli estrogeni in relazione ai cambiamenti patologici nella malattia di Alzheimer riuscendo ad evidenziare una correlazione tra tali ormoni e l’espressione di una molecola che prende il nome di miRNA 218. In questo lavoro di tesi, abbiamo misurato la concentrazione plasmatica del miRNA 218 in topi transgenici femmina 5xFAD e 5xTg-AD/hTauTg a diverse età (2, 5 e 8 mesi), al fine di comprendere l’eventuale presenza di una relazione tra i livelli plasmatici del miRNA 218 e la comparsa delle prime lesioni parenchimali della malattia. Dai dati ottenuti è emerso che l’espressione del miRNA 218 non è correlata soltanto all’assenza di estrogeni, ma anche alla presenza di marcatori tipici della malattia, come le placche senili e i grovigli neurofibrillari, conferendo a questa molecola un possibile ruolo sia diagnostico che predittivo. Questo studio assume una notevole importanza dal momento che, l’utilizzo di un biomarcatore plasmatico precoce associato alla patogenesi della malattia di Alzheimer, rappresenterebbe un approccio innovativo e poco invasivo che potrebbe consentire di monitorare nel tempo i pazienti, correlando i livelli plasmatici del miRNA 218 al decorso della malattia.File | Dimensione | Formato | |
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Tesi di laurea Romina Valeria Custodio.pdf
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Descrizione: Tesi di Romina Valeria Custodio
n° matricola: 925580
Studio di marcatori plasmatici precoci della malattia di Alzheimer: ruolo del miRNA 218
Anno accademico 2022-2023
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/4259