Introduction: Chronic heart failure is a pathophysiological condition in constant increase, as it is closely linked to the aging of the population and to the western lifestyle. It is also estimated that it is the main cause of non-surgical hospitalization in Italy with a very high rate of rehospitalization. For these reasons, it has a huge impact on the health of the population and on the economy of the national health system. Therefore, a change of mentality becomes indispensable in the management of people affected by this chronic condition: intervening more on its prevention. Objective: This literature review aims to identify which are the prevention strategies and interventions, through which the nurse can reduce the number of rehospitalizations of people suffering from chronic heart failure. Methods: To answer the research question, a literature review was performed, inserting precise search strings on the following databases: PubMed, The Cochrane Library and Trip database. After a careful selection, eight articles were included, all extracted from PubMed. The inclusion criteria used are: articles published in the last ten years (2013-2023), written in English or Italian, in which the areas of intervention are relevant to the P.I.O. formulated, to the research question and to the objective of the study, which therefore take into consideration a population of subjects suffering from heart failure. While the exclusion criteria applied are: studies still in progress, carried out on a target population that is still healthy, without a diagnosis of heart failure, therefore excluding primary and secondary prevention interventions. Results: The main preventive interventions, carried out by nurses, described in the studies are: therapeutic education to the assisted person, carried out by modifying the various risk factors of heart failure, home visits, periodic follow-ups and telemonitoring. Conclusions: The presence of the nurse is therefore constant and indispensable in all tertiary prevention interventions; which guarantee excellent results in terms of: protection of health conditions, quality of life and reduction in the number of hospital readmissions. Among these interventions, the most effective results are the preventive ones carried out at home. Keywords: Prevention of heart failure, rehospitalization in heart failure, therapeutic education in heart failure.
Introduzione: Lo scompenso cardiaco cronico è una condizione fisiopatologica in continuo aumento, in quanto strettamente legata all’invecchiamento della popolazione e allo stile di vita occidentale. Si stima inoltre, che sia la principale causa di ricovero non chirurgica in Italia con un altissimo tasso di riospedalizzazione. Per queste ragioni, ha un impatto enorme sulla salute della popolazione e sull’economia del sistema sanitario nazionale. Diventa indispensabile, pertanto, un cambio di mentalità, nella gestione delle persone affette da questa condizione cronica, intervenendo maggiormente sulla sua prevenzione. Obiettivo: Questa revisione della letteratura si propone di individuare quali siano le strategie e gli interventi di prevenzione, attraverso i quali l’infermiere può ridurre il numero di riospedalizzazioni delle persone affette da scompenso cardiaco cronico. Metodi: Per rispondere al quesito di ricerca, è stata eseguita una revisione della letteratura, inserendo delle precise stringhe di ricerca sulle seguenti banche dati: PubMed, The Cochrane Library e Trip database. Dopo un’attenta selezione sono stati inclusi otto articoli, estratti tutti da PubMed. I criteri di inclusione impiegati sono: articoli pubblicati negli ultimi dieci anni (2013-2023), scritti in lingua inglese o italiana, in cui gli ambiti di intervento risultino pertinenti al P.I.O. formulato, al quesito di ricerca e all’obiettivo dello studio, che prendano in considerazione pertanto, una popolazione di soggetti che soffre di scompenso cardiaco. Mentre i criteri di esclusione applicati sono: studi ancora in corso, effettuati su un target di popolazione ancora sana, senza una diagnosi di scompenso cardiaco, esclusi quindi gli interventi di prevenzione primaria e secondaria. Risultati: I principali interventi preventivi, effettuati da infermieri, descritti negli studi sono: l’educazione terapeutica alla persona assistita, effettuata andando a modificare i diversi fattori di rischio dello scompenso cardiaco, visite domiciliari, follow up periodici e telemonitoraggio. Conclusioni: La presenza dell’infermiere dunque, risulta costante e indispensabile in tutti gli interventi di prevenzione terziaria; i quali garantiscono degli ottimi esiti in termini di: tutela delle condizioni di salute, della qualità di vita e riduzione del numero di riammissioni ospedaliere. Tra questi interventi, quelli risultati più efficaci sono quelli preventivi effettuati a domicilio. Parole chiave: Prevenzione dello scompenso cardiaco, riospedalizzazione nello scompenso cardiaco, educazione terapeutica nello scompenso cardiaco.
Prevenire la riospedalizzazione dei pazienti con scompenso cardiaco cronico: strategie e modalita’ di interventi infermieristici
MAZZONCINI, GABRIELE
2021/2022
Abstract
Introduzione: Lo scompenso cardiaco cronico è una condizione fisiopatologica in continuo aumento, in quanto strettamente legata all’invecchiamento della popolazione e allo stile di vita occidentale. Si stima inoltre, che sia la principale causa di ricovero non chirurgica in Italia con un altissimo tasso di riospedalizzazione. Per queste ragioni, ha un impatto enorme sulla salute della popolazione e sull’economia del sistema sanitario nazionale. Diventa indispensabile, pertanto, un cambio di mentalità, nella gestione delle persone affette da questa condizione cronica, intervenendo maggiormente sulla sua prevenzione. Obiettivo: Questa revisione della letteratura si propone di individuare quali siano le strategie e gli interventi di prevenzione, attraverso i quali l’infermiere può ridurre il numero di riospedalizzazioni delle persone affette da scompenso cardiaco cronico. Metodi: Per rispondere al quesito di ricerca, è stata eseguita una revisione della letteratura, inserendo delle precise stringhe di ricerca sulle seguenti banche dati: PubMed, The Cochrane Library e Trip database. Dopo un’attenta selezione sono stati inclusi otto articoli, estratti tutti da PubMed. I criteri di inclusione impiegati sono: articoli pubblicati negli ultimi dieci anni (2013-2023), scritti in lingua inglese o italiana, in cui gli ambiti di intervento risultino pertinenti al P.I.O. formulato, al quesito di ricerca e all’obiettivo dello studio, che prendano in considerazione pertanto, una popolazione di soggetti che soffre di scompenso cardiaco. Mentre i criteri di esclusione applicati sono: studi ancora in corso, effettuati su un target di popolazione ancora sana, senza una diagnosi di scompenso cardiaco, esclusi quindi gli interventi di prevenzione primaria e secondaria. Risultati: I principali interventi preventivi, effettuati da infermieri, descritti negli studi sono: l’educazione terapeutica alla persona assistita, effettuata andando a modificare i diversi fattori di rischio dello scompenso cardiaco, visite domiciliari, follow up periodici e telemonitoraggio. Conclusioni: La presenza dell’infermiere dunque, risulta costante e indispensabile in tutti gli interventi di prevenzione terziaria; i quali garantiscono degli ottimi esiti in termini di: tutela delle condizioni di salute, della qualità di vita e riduzione del numero di riammissioni ospedaliere. Tra questi interventi, quelli risultati più efficaci sono quelli preventivi effettuati a domicilio. Parole chiave: Prevenzione dello scompenso cardiaco, riospedalizzazione nello scompenso cardiaco, educazione terapeutica nello scompenso cardiaco.File | Dimensione | Formato | |
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