Background: Posterior glenohumeral instability is an uncommon but increasingly diagnosed clinical condition, mainly affecting the young and athletic population. Historically, available surgical treatments have proved unsatisfactory. Modern arthroscopic stabilization techniques led to improved outcomes. Purpose: To analyse mid-term outcomes of arthroscopic stabilization using all-suture anchors for the treatment of posterior instability caused by soft tissue injuries, without concomitant bony injuries. Study design: Case Series; Level of evidence, IV. Methods: The study included all patients undergoing posterior arthroscopic stabilization surgery at the A.O.U. San Luigi Gonzaga from January 2016 to October 2022. Patients were excluded if any of the following conditions were present: diagnosis of anterior, multidirectional or voluntary instability, presence of concomitant bone lesions or fractures (reverse Hill-Sachs, glenoid hypoplasia or reverse bony Bankart), previous stabilization surgery in the same shoulder, confirmed diagnosis of connective tissue disorders such as Ehlers-Danlos o Marfan, history of seizures, less than 6 months of follow-up. All patients completed the following questionnaires before surgery and during the last follow-up visit: Rowe, American Shoulder and Elbow Surgeons (ASES), Oxford Shoulder Instability Score, quick Disabilities of the Arm, Shoulder and Hand (quickDASH). The following were also evaluated: level of pain (expressed on the NRS), return to sport, ability to return to the same level of sport activity as before surgery, Subjective Shoulder Value (SSV). Results: 13 patients were clinically examined at a mean follow-up of 44.2 months. Surgical procedures performed, based on the findings identified during the diagnostic phase of arthroscopy, included labral repair and capsular plication, using all suture anchors. Mean age at surgery was 25.46 years. There were 11 men (84.6%) and 2 women. In 61.5% the dominant shoulder was involved. All scores used demonstrated statistically significant improvements (p=0.002) between the preoperative and the final follow-up visit: mean Rowe score improved from 43.46 to 88.46; ASES score from 50.77 to 90; Oxford Shoulder Instability Score from 16.31 to 37.77; quickDASH from 45.1 to 12.05. Mean pain decreased from 5.69 to 1 (p=0.001). SSV at the last visit was 81.2%. There were no cases of recurrence of instability. There were no differences in outcomes between surgeries performed on the dominant and non-dominant shoulders. 92% of patients were able to resume sports activity but only 64% managed to return to the previous level of activity. Conclusion: This study reports excellent medium-term outcomes for arthroscopic posterior stabilization with all suture anchors, without recurrence of instability, thus confirming the efficacy and reliability of this treatment for posterior glenohumeral instability. Rate of return to the previous level of sports activity remains suboptimal.

Background: l’instabilità gleno-omerale posteriore è una patologia rara ma diagnosticata con frequenza sempre maggiore nella popolazione giovane e sportiva. Storicamente, i trattamenti chirurgici disponibili si sono rilevati insoddisfacenti. L’utilizzo delle più moderne tecniche di stabilizzazione artroscopica ha portato ad un miglioramento degli outcome. Scopo dello studio: Analizzare i risultati a medio termine della stabilizzazione artroscopica con l’utilizzo di ancorette in tessuto per il trattamento dell’instabilità posteriore causata da lesioni o alterazioni dei tessuti molli, in assenza di concomitanti lesioni ossee. Tipo di studio: Case Series; Livello di evidenza, IV. Metodi: Sono stati inclusi tutti i pazienti sottoposti ad un intervento di stabilizzazione artroscopica posteriore presso l’A.O.U. San Luigi Gonzaga da gennaio 2016 a ottobre 2022. Costituivano criteri di esclusione: diagnosi di instabilità anteriore o multidirezionale o volontaria, presenza di concomitanti lesioni ossee o fratture (Hill-Sachs inversa, ipoplasia glenoidea o Bankart ossea inversa), precedenti interventi di stabilizzazione nella stessa spalla, diagnosi confermata di patologie del tessuto connettivo come Ehlers-Danlos o Marfan, anamnesi positiva per convulsioni, follow-up inferiore ai 6 mesi. Tutti i pazienti hanno compilato, prima dell’intervento e durante l’ultima visita di follow-up, i seguenti questionari: Rowe, American Shoulder and Elbow Surgeons (ASES), Oxford Shoulder Instability Score, quick Disabilities of the Arm, Shoulder and Hand (quickDASH). Sono stati inoltre valutati: il livello di dolore (espresso sulla scala NRS), la ripresa dell’attività sportiva, il livello di attività raggiunto rispetto al preoperatorio, il valore di Subjective Shoulder Value (SSV). Risultati: 13 pazienti sono stato rivalutati clinicamente ad un follow-up medio di 44,2 mesi. Gli interventi eseguiti, basati sui reperti identificati durante la fase diagnostica dell’artroscopia, hanno riguardato la riparazione delle lesioni del cercine e il ritensionamento della capsula articolare, sempre con l’utilizzo di ancorette in tessuto. L’età media all’intervento è stata di 25,46 anni. Si trattava di 11 uomini (84,6% del totale) e 2 donne. Nel 61,5% dei casi era coinvolto l’arto dominante. Nel confronto tra il preoperatorio e l’ultima visita, tutti gli score hanno dimostrato miglioramenti statisticamente significativi (p=0,002): il Rowe score da un valore medio di 43,46 a 88,46; l’ASES score da 50,77 a 90; l’Oxford Shoulder Instability Score da 16,31 a 37,77; il quickDASH da 45,1 a 12,05. Il dolore medio è diminuito da 5,69 a 1 (p=0,001). Il valore di SSV all’ultima visita è stato dell’81,2%. Non ci sono stati casi di ricorrenza dell’instabilità. Non si sono registrate differenze in termini di outcome tra gli interventi eseguiti sull’arto dominante e su quello non dominante. Il 92% dei pazienti è stato il grado di riprendere l’attività sportiva ma solo il 64% è riuscito a raggiungere lo stesso livello precedente. Conclusioni: Questo studio riporta ottimi risultati a medio termine per la stabilizzazione artroscopica posteriore con ancorette di sutura, senza casi di ricomparsa dell’instabilità, confermando quindi l’efficacia e l’affidabilità di questo trattamento nella terapia dell’instabilità gleno-omerale posteriore. Il tasso di ritorno al precedente livello di attività sportiva rimane non ottimale.

Stabilizzazione artroscopica di spalla per instabilità gleno-omerale posteriore: risultati a medio termine

BERTOLINO, LUCA
2022/2023

Abstract

Background: l’instabilità gleno-omerale posteriore è una patologia rara ma diagnosticata con frequenza sempre maggiore nella popolazione giovane e sportiva. Storicamente, i trattamenti chirurgici disponibili si sono rilevati insoddisfacenti. L’utilizzo delle più moderne tecniche di stabilizzazione artroscopica ha portato ad un miglioramento degli outcome. Scopo dello studio: Analizzare i risultati a medio termine della stabilizzazione artroscopica con l’utilizzo di ancorette in tessuto per il trattamento dell’instabilità posteriore causata da lesioni o alterazioni dei tessuti molli, in assenza di concomitanti lesioni ossee. Tipo di studio: Case Series; Livello di evidenza, IV. Metodi: Sono stati inclusi tutti i pazienti sottoposti ad un intervento di stabilizzazione artroscopica posteriore presso l’A.O.U. San Luigi Gonzaga da gennaio 2016 a ottobre 2022. Costituivano criteri di esclusione: diagnosi di instabilità anteriore o multidirezionale o volontaria, presenza di concomitanti lesioni ossee o fratture (Hill-Sachs inversa, ipoplasia glenoidea o Bankart ossea inversa), precedenti interventi di stabilizzazione nella stessa spalla, diagnosi confermata di patologie del tessuto connettivo come Ehlers-Danlos o Marfan, anamnesi positiva per convulsioni, follow-up inferiore ai 6 mesi. Tutti i pazienti hanno compilato, prima dell’intervento e durante l’ultima visita di follow-up, i seguenti questionari: Rowe, American Shoulder and Elbow Surgeons (ASES), Oxford Shoulder Instability Score, quick Disabilities of the Arm, Shoulder and Hand (quickDASH). Sono stati inoltre valutati: il livello di dolore (espresso sulla scala NRS), la ripresa dell’attività sportiva, il livello di attività raggiunto rispetto al preoperatorio, il valore di Subjective Shoulder Value (SSV). Risultati: 13 pazienti sono stato rivalutati clinicamente ad un follow-up medio di 44,2 mesi. Gli interventi eseguiti, basati sui reperti identificati durante la fase diagnostica dell’artroscopia, hanno riguardato la riparazione delle lesioni del cercine e il ritensionamento della capsula articolare, sempre con l’utilizzo di ancorette in tessuto. L’età media all’intervento è stata di 25,46 anni. Si trattava di 11 uomini (84,6% del totale) e 2 donne. Nel 61,5% dei casi era coinvolto l’arto dominante. Nel confronto tra il preoperatorio e l’ultima visita, tutti gli score hanno dimostrato miglioramenti statisticamente significativi (p=0,002): il Rowe score da un valore medio di 43,46 a 88,46; l’ASES score da 50,77 a 90; l’Oxford Shoulder Instability Score da 16,31 a 37,77; il quickDASH da 45,1 a 12,05. Il dolore medio è diminuito da 5,69 a 1 (p=0,001). Il valore di SSV all’ultima visita è stato dell’81,2%. Non ci sono stati casi di ricorrenza dell’instabilità. Non si sono registrate differenze in termini di outcome tra gli interventi eseguiti sull’arto dominante e su quello non dominante. Il 92% dei pazienti è stato il grado di riprendere l’attività sportiva ma solo il 64% è riuscito a raggiungere lo stesso livello precedente. Conclusioni: Questo studio riporta ottimi risultati a medio termine per la stabilizzazione artroscopica posteriore con ancorette di sutura, senza casi di ricomparsa dell’instabilità, confermando quindi l’efficacia e l’affidabilità di questo trattamento nella terapia dell’instabilità gleno-omerale posteriore. Il tasso di ritorno al precedente livello di attività sportiva rimane non ottimale.
Arthroscopic shoulder stabilization of posterior glenohumeral instability: mid-term results
Background: Posterior glenohumeral instability is an uncommon but increasingly diagnosed clinical condition, mainly affecting the young and athletic population. Historically, available surgical treatments have proved unsatisfactory. Modern arthroscopic stabilization techniques led to improved outcomes. Purpose: To analyse mid-term outcomes of arthroscopic stabilization using all-suture anchors for the treatment of posterior instability caused by soft tissue injuries, without concomitant bony injuries. Study design: Case Series; Level of evidence, IV. Methods: The study included all patients undergoing posterior arthroscopic stabilization surgery at the A.O.U. San Luigi Gonzaga from January 2016 to October 2022. Patients were excluded if any of the following conditions were present: diagnosis of anterior, multidirectional or voluntary instability, presence of concomitant bone lesions or fractures (reverse Hill-Sachs, glenoid hypoplasia or reverse bony Bankart), previous stabilization surgery in the same shoulder, confirmed diagnosis of connective tissue disorders such as Ehlers-Danlos o Marfan, history of seizures, less than 6 months of follow-up. All patients completed the following questionnaires before surgery and during the last follow-up visit: Rowe, American Shoulder and Elbow Surgeons (ASES), Oxford Shoulder Instability Score, quick Disabilities of the Arm, Shoulder and Hand (quickDASH). The following were also evaluated: level of pain (expressed on the NRS), return to sport, ability to return to the same level of sport activity as before surgery, Subjective Shoulder Value (SSV). Results: 13 patients were clinically examined at a mean follow-up of 44.2 months. Surgical procedures performed, based on the findings identified during the diagnostic phase of arthroscopy, included labral repair and capsular plication, using all suture anchors. Mean age at surgery was 25.46 years. There were 11 men (84.6%) and 2 women. In 61.5% the dominant shoulder was involved. All scores used demonstrated statistically significant improvements (p=0.002) between the preoperative and the final follow-up visit: mean Rowe score improved from 43.46 to 88.46; ASES score from 50.77 to 90; Oxford Shoulder Instability Score from 16.31 to 37.77; quickDASH from 45.1 to 12.05. Mean pain decreased from 5.69 to 1 (p=0.001). SSV at the last visit was 81.2%. There were no cases of recurrence of instability. There were no differences in outcomes between surgeries performed on the dominant and non-dominant shoulders. 92% of patients were able to resume sports activity but only 64% managed to return to the previous level of activity. Conclusion: This study reports excellent medium-term outcomes for arthroscopic posterior stabilization with all suture anchors, without recurrence of instability, thus confirming the efficacy and reliability of this treatment for posterior glenohumeral instability. Rate of return to the previous level of sports activity remains suboptimal.
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