Oggigiorno, oggetti di plastica, prodotti per la pulizia, materiali tessili e dispositivi elettronici, sono parte integrante delle abitazioni private e di altri ambienti chiusi (indoor) e la maggior parte di essi contiene quantità rilevanti di additivi quali ritardanti di fiamma, plastificanti, antiossidanti e composti perfluorati. Queste sostanze vengono inserite nella categoria dei Composti Organici Semi-Volatili (SVOCs). Studi recenti hanno individuato le principali classi di SVOCs presenti nell'aria, nelle polveri e nei prodotti di consumo indoor. Tra queste occupano un posto rilevante i Ritardanti di Fiamma Bromurati (BFRs), tra cui si annoverano gli Eteri di Difenile PoliBroburati (PBDEs). In questo elaborato mi sono concentrata sui PBDEs, utilizzati ampiamente per produrre materiali come plastiche, resine e sostanze volte ad inibire la propagazione delle fiamme. Decenni di ricerche hanno documentato l'accumulo dei PBDEs nell'ambiente e nei biota e i relativi effetti tossici, che includono l'effetto di interferente endocrino e la neurotossicità. Oltre a ciò, le proprietà lipofiliche dei PBDEs permettono ai composti di bioaccumularsi all'interno dei tessuti grassi degli organismi, tra i quali gli esseri umani. Negli ultimi anni, lo studio degli effetti di singoli EDC (Endocrine Disrupting Chemicals) su cellule e organismi si è ampliato introducendo procedure per valutare gli effetti biologici di miscele di sostanze chimiche, incluse le miscele contenute nelle polveri degli ambienti indoor. Un recente studio del 2019, condotto da un team di studiosi cinesi, ha valutato gli effetti adipogenici del PBDE 99, prima sul differenziamento dei pre-adipociti murini 3T3-L1 e in seguito sui pre-adipociti isolati da tessuto adiposo viscerale umano (HPA-v). I risultati da loro ottenuti indicano che l'esposizione al PBDE 99 aumenta l'adipogenesi rispetto ai controlli; in particolare, è stato osservato che i pre-adipociti umani mostrano una sensibilità maggiore al PBDE 99 rispetto alle cellule 3T3-L1 murine. Infatti, il PBDE 99 aumenta significativamente l'adipogenesi dei pre-adipociti HPA-v a concentrazioni minori di 0.01μM in confronto ai 10μM nelle cellule 3T3-L1. Questi risultati indicano quindi che l'esposizione al PBDE 99 possa avere effetti sul tessuto adiposo umano già a concentrazioni molto basse. Gli stessi autori dimostrano inoltre che il PBDE 99 induce un'accelerazione della fase di Espansione Mitotica Clonale (MCE) all'inizio del differenziamento dei pre-adipociti e l'aumento di espressione di PPARγ (Peroxisome Proliferator-Activated Receptor gamma), il recettore nucleare più importante nel controllo dell'adipogenesi. Nell'insieme questi dati, ottenuti con esperimenti in vitro, suggeriscono che l'esposizione al PBDE 99 possa essere uno dei fattori che contribuiscono all'insorgenza dell'obesità. In futuro sarà necessario testare gli effetti di questa molecola anche in studio in vivo. Studi epidemiologici indicano che i casi di obesità sono in costante aumento a livello mondiale e che in generale il tempo medio trascorso in un ambiente chiuso è in considerevole aumento in tutto il mondo occidentale. Tutti questi aspetti richiederanno crescente attenzione sia da parte dei consumatori, sia degli enti regolatori che dovranno imporre dei limiti di esposizione alle sostanze con effetti nocivi dimostrati.

Effetto obesogeno dei Ritardanti di Fiamma Bromurati presenti nelle polveri indoor

BERTAINA, FLORIANA
2018/2019

Abstract

Oggigiorno, oggetti di plastica, prodotti per la pulizia, materiali tessili e dispositivi elettronici, sono parte integrante delle abitazioni private e di altri ambienti chiusi (indoor) e la maggior parte di essi contiene quantità rilevanti di additivi quali ritardanti di fiamma, plastificanti, antiossidanti e composti perfluorati. Queste sostanze vengono inserite nella categoria dei Composti Organici Semi-Volatili (SVOCs). Studi recenti hanno individuato le principali classi di SVOCs presenti nell'aria, nelle polveri e nei prodotti di consumo indoor. Tra queste occupano un posto rilevante i Ritardanti di Fiamma Bromurati (BFRs), tra cui si annoverano gli Eteri di Difenile PoliBroburati (PBDEs). In questo elaborato mi sono concentrata sui PBDEs, utilizzati ampiamente per produrre materiali come plastiche, resine e sostanze volte ad inibire la propagazione delle fiamme. Decenni di ricerche hanno documentato l'accumulo dei PBDEs nell'ambiente e nei biota e i relativi effetti tossici, che includono l'effetto di interferente endocrino e la neurotossicità. Oltre a ciò, le proprietà lipofiliche dei PBDEs permettono ai composti di bioaccumularsi all'interno dei tessuti grassi degli organismi, tra i quali gli esseri umani. Negli ultimi anni, lo studio degli effetti di singoli EDC (Endocrine Disrupting Chemicals) su cellule e organismi si è ampliato introducendo procedure per valutare gli effetti biologici di miscele di sostanze chimiche, incluse le miscele contenute nelle polveri degli ambienti indoor. Un recente studio del 2019, condotto da un team di studiosi cinesi, ha valutato gli effetti adipogenici del PBDE 99, prima sul differenziamento dei pre-adipociti murini 3T3-L1 e in seguito sui pre-adipociti isolati da tessuto adiposo viscerale umano (HPA-v). I risultati da loro ottenuti indicano che l'esposizione al PBDE 99 aumenta l'adipogenesi rispetto ai controlli; in particolare, è stato osservato che i pre-adipociti umani mostrano una sensibilità maggiore al PBDE 99 rispetto alle cellule 3T3-L1 murine. Infatti, il PBDE 99 aumenta significativamente l'adipogenesi dei pre-adipociti HPA-v a concentrazioni minori di 0.01μM in confronto ai 10μM nelle cellule 3T3-L1. Questi risultati indicano quindi che l'esposizione al PBDE 99 possa avere effetti sul tessuto adiposo umano già a concentrazioni molto basse. Gli stessi autori dimostrano inoltre che il PBDE 99 induce un'accelerazione della fase di Espansione Mitotica Clonale (MCE) all'inizio del differenziamento dei pre-adipociti e l'aumento di espressione di PPARγ (Peroxisome Proliferator-Activated Receptor gamma), il recettore nucleare più importante nel controllo dell'adipogenesi. Nell'insieme questi dati, ottenuti con esperimenti in vitro, suggeriscono che l'esposizione al PBDE 99 possa essere uno dei fattori che contribuiscono all'insorgenza dell'obesità. In futuro sarà necessario testare gli effetti di questa molecola anche in studio in vivo. Studi epidemiologici indicano che i casi di obesità sono in costante aumento a livello mondiale e che in generale il tempo medio trascorso in un ambiente chiuso è in considerevole aumento in tutto il mondo occidentale. Tutti questi aspetti richiederanno crescente attenzione sia da parte dei consumatori, sia degli enti regolatori che dovranno imporre dei limiti di esposizione alle sostanze con effetti nocivi dimostrati.
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