La storiografia racconta le vicende di un'epoca passata, ma riflette anche il contesto politico e culturale dell'autore che le scrive. Il medioevo italiano è un'età storica molto ampia e ricca di avvenimenti perciò, anche se le stesse informazioni sono riportate da più fonti, queste risulteranno sempre diverse. Questo studio analizza in quale modo Giorgio Stella, l'ultimo annalista genovese, abbia deciso di raccontare i rapporti fra la sua città e Sardegna e Corsica, e come questa scelta sia stata influenzata dal contesto sociale, politico e culturale di fine Trecento. Dei tre libri in questione, uno tratta i fatti già narrati dagli annalisti precedenti mentre gli altri due forniscono un racconto di prima mano, e pertanto il metodo applicato è diverso. Della prima parte, le notizie d'interesse vengono tradotte, contestualizzate e comparate alle stesse informazioni come riportate da Iacopo da Varagine, Iacopo Doria, Ottobuono Scriba e Oberto Cancelliere; della seconda parte vengono tradotte, contestualizzate e commentate. Nei primi due libri le notizie sulla Sardegna sono molto numerose rispetto a quelle riguardanti la Corsica, tuttavia entrambe sono riportate in modo sintetico e scarno. Dopo il primo trentennio del Trecento i brani diventano più lunghi e dettagliati, ma si sente sempre meno parlare della Sardegna, per lasciare spazio alla Corsica. Ne risulta che, all'indomani della conquista della Corona d'Aragona, la Sardegna stesse perdendo la propria condizione di centralità nelle tratte commerciali del Mediterraneo e che il focus genovese si fosse spostato verso la Corsica, dove ancora la città deteneva una posizione di prestigio e dove proseguivano gli atti di guerriglia contro i catalano-aragonesi per la difesa del dominio oltremare.
Giorgio Stella: la Sardegna e la Corsica nell'annalistica medievale genovese.
D'AMORA, ALESSANDRA
2018/2019
Abstract
La storiografia racconta le vicende di un'epoca passata, ma riflette anche il contesto politico e culturale dell'autore che le scrive. Il medioevo italiano è un'età storica molto ampia e ricca di avvenimenti perciò, anche se le stesse informazioni sono riportate da più fonti, queste risulteranno sempre diverse. Questo studio analizza in quale modo Giorgio Stella, l'ultimo annalista genovese, abbia deciso di raccontare i rapporti fra la sua città e Sardegna e Corsica, e come questa scelta sia stata influenzata dal contesto sociale, politico e culturale di fine Trecento. Dei tre libri in questione, uno tratta i fatti già narrati dagli annalisti precedenti mentre gli altri due forniscono un racconto di prima mano, e pertanto il metodo applicato è diverso. Della prima parte, le notizie d'interesse vengono tradotte, contestualizzate e comparate alle stesse informazioni come riportate da Iacopo da Varagine, Iacopo Doria, Ottobuono Scriba e Oberto Cancelliere; della seconda parte vengono tradotte, contestualizzate e commentate. Nei primi due libri le notizie sulla Sardegna sono molto numerose rispetto a quelle riguardanti la Corsica, tuttavia entrambe sono riportate in modo sintetico e scarno. Dopo il primo trentennio del Trecento i brani diventano più lunghi e dettagliati, ma si sente sempre meno parlare della Sardegna, per lasciare spazio alla Corsica. Ne risulta che, all'indomani della conquista della Corona d'Aragona, la Sardegna stesse perdendo la propria condizione di centralità nelle tratte commerciali del Mediterraneo e che il focus genovese si fosse spostato verso la Corsica, dove ancora la città deteneva una posizione di prestigio e dove proseguivano gli atti di guerriglia contro i catalano-aragonesi per la difesa del dominio oltremare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/42447