Il fenomeno della mafia romana è un argomento molto attuale: l'abbiamo conosciuto con la Banda della Magliana negli anni '80 e in questi ultimi tempi con Mafia Capitale. È un fenomeno però che è stato a volte negato, eluso o nemmeno considerato. A Roma la mafia c'è, anche se le stesse agenzie di contrasto hanno difficoltà ad intravederla. La mafia a Roma esisteva già negli anni Sessanta, quando i primi gruppi di Cosa Nostra, della 'ndrangheta e della camorra iniziarono a mettersi in contatto con le batterie romane, gruppi criminali di borgata, dediti a piccoli reati. La mafia di Roma invece è un processo più lungo, che a volte si insabbia per alcuni periodi per poi tornare più forte di prima. Già negli anni Settanta, l'area romana era frequentata da organizzazioni con indici criminali prossimi a quelli mafiosi (Martone, 2017). L'emblema di questo periodo è la notissima Banda della Magliana, dalle cui ceneri risorgerà in questi ultimi anni Mafia Capitale. L'obiettivo della tesi è quello di raccogliere in un testo la storia criminale di Roma, dagli anni Sessanta ad oggi, basandosi sulla letteratura disponibile. La Banda della Magliana è stato il primo avvenimento a scuotere la capitale: piccole batterie di borgata che si uniscono in affari anche con le mafie tradizionali. Mafia Capitale invece, non è una Banda 2.0, bensì una sua evoluzione allo stadio più elevato possibile in cui l'azione criminale di Carminati si incontra con l'imprenditoria corrotta di Buzzi. Qui tutto si mischia: il «mondo di sotto» dei camerati con il «mondo di sopra» fatto di politici e colletti bianchi. Nessuno è più sé stesso: mentre i politici corrompono colleghi o funzionari, i criminali siedono e organizzano cene per i politici più potenti. La vicenda giudiziaria è, in questo caso, complessa e sempre attuale: dai processi alla Magliana si arriva all'inchiesta Mondo di mezzo. Le organizzazioni criminali romane si legano sempre alle mafie tradizionali. Il problema è che in Meridione la mafia si riconosce, le agenzie di contrasto si sono strutturate negli anni e riescono a combatterla egregiamente, a Roma no. A Roma la Banda della Magliana non è mafia, Mafia Capitale non è mafia, i gruppi criminali sul litorale di Ostia non sono mafia. I giudici, nei vari gradi di giudizio, non hanno condannato gli imputati con il delitto descritto dall'articolo 416 bis c.p. Proprio riguardo a questo articolo c'è ancora molto da fare. Questa tesi si articola in cinque capitoli. Lo studio si apre con un'analisi sociologica, atta a ricostruire il fenomeno mafioso romano: i rapporti con la mafia tradizionale e le interpretazioni diverse su come il fenomeno mafioso si espande fuori dal Meridione. Si prosegue, nel capitolo II, analizzando storicamente la vicenda, partendo dalla criminalità di borgata, che matura e muta nella Banda della Magliana fino a diventare Mafia Capitale. Nel capitolo III ci si addentrata nel Mondo di mezzo, descrivendo i protagonisti e le attività illecite della Cupola romana. In ultimo, c'è l'analisi del caso giudiziario, per capire come mai i giudici hanno rifiutato, ancora una volta, di condannare gli imputati per associazione mafiosa (ex art. 416 bis c.p.).
La mafia a Roma, la mafia di Roma. Analisi storica, sociologica e giudiziaria dalla Banda della Magliana a Mafia Capitale.
PONTELLI, SARA
2017/2018
Abstract
Il fenomeno della mafia romana è un argomento molto attuale: l'abbiamo conosciuto con la Banda della Magliana negli anni '80 e in questi ultimi tempi con Mafia Capitale. È un fenomeno però che è stato a volte negato, eluso o nemmeno considerato. A Roma la mafia c'è, anche se le stesse agenzie di contrasto hanno difficoltà ad intravederla. La mafia a Roma esisteva già negli anni Sessanta, quando i primi gruppi di Cosa Nostra, della 'ndrangheta e della camorra iniziarono a mettersi in contatto con le batterie romane, gruppi criminali di borgata, dediti a piccoli reati. La mafia di Roma invece è un processo più lungo, che a volte si insabbia per alcuni periodi per poi tornare più forte di prima. Già negli anni Settanta, l'area romana era frequentata da organizzazioni con indici criminali prossimi a quelli mafiosi (Martone, 2017). L'emblema di questo periodo è la notissima Banda della Magliana, dalle cui ceneri risorgerà in questi ultimi anni Mafia Capitale. L'obiettivo della tesi è quello di raccogliere in un testo la storia criminale di Roma, dagli anni Sessanta ad oggi, basandosi sulla letteratura disponibile. La Banda della Magliana è stato il primo avvenimento a scuotere la capitale: piccole batterie di borgata che si uniscono in affari anche con le mafie tradizionali. Mafia Capitale invece, non è una Banda 2.0, bensì una sua evoluzione allo stadio più elevato possibile in cui l'azione criminale di Carminati si incontra con l'imprenditoria corrotta di Buzzi. Qui tutto si mischia: il «mondo di sotto» dei camerati con il «mondo di sopra» fatto di politici e colletti bianchi. Nessuno è più sé stesso: mentre i politici corrompono colleghi o funzionari, i criminali siedono e organizzano cene per i politici più potenti. La vicenda giudiziaria è, in questo caso, complessa e sempre attuale: dai processi alla Magliana si arriva all'inchiesta Mondo di mezzo. Le organizzazioni criminali romane si legano sempre alle mafie tradizionali. Il problema è che in Meridione la mafia si riconosce, le agenzie di contrasto si sono strutturate negli anni e riescono a combatterla egregiamente, a Roma no. A Roma la Banda della Magliana non è mafia, Mafia Capitale non è mafia, i gruppi criminali sul litorale di Ostia non sono mafia. I giudici, nei vari gradi di giudizio, non hanno condannato gli imputati con il delitto descritto dall'articolo 416 bis c.p. Proprio riguardo a questo articolo c'è ancora molto da fare. Questa tesi si articola in cinque capitoli. Lo studio si apre con un'analisi sociologica, atta a ricostruire il fenomeno mafioso romano: i rapporti con la mafia tradizionale e le interpretazioni diverse su come il fenomeno mafioso si espande fuori dal Meridione. Si prosegue, nel capitolo II, analizzando storicamente la vicenda, partendo dalla criminalità di borgata, che matura e muta nella Banda della Magliana fino a diventare Mafia Capitale. Nel capitolo III ci si addentrata nel Mondo di mezzo, descrivendo i protagonisti e le attività illecite della Cupola romana. In ultimo, c'è l'analisi del caso giudiziario, per capire come mai i giudici hanno rifiutato, ancora una volta, di condannare gli imputati per associazione mafiosa (ex art. 416 bis c.p.).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/42346