Introduction. Awareness of diagnosis is defined as an essential prerequisite for ensuring the patient's self-determination in the course of the disease. However, the literature shows that despite the legal and ethical rules, the patient is often not made aware of his or her diagnosis in a truthful and complete way, thus undermining the therapeutic relationship and the patient's right to self-determination as a person from the very beginning. This work aims to investigate and describe the opinions and attitudes of healthcare provider working in the oncological context, regarding the communication of the diagnosis of oncological disease, their perceptions regarding patient awareness and similarities in usual clinical practice. Materials and methods. A survey was carried out, through the administration of a questionnaire, which was attended by 97 health workers, including 93 nurses and 4 oncologists. The questionnaire is divided into three parts: 1- characteristics of the population; 2- opinions and attitudes of nurses regarding the communication of the diagnosis; 3- opinions and attitudes of oncologists regarding the communication of the diagnosis. Results. Both physicians and nurses consider it appropriate to communicate the diagnosis of oncological disease (75% vs 76.4%), but not all doctors apply this principle in their daily practice. Regarding the patient's perception of awareness of oncological diagnosis, the health care providers were more distributed in the category "between 50-75%". 80% of doctors and only 60% of nurses operating in the oncological context have attended communication courses. Discussion. The data are difficult to compare due to the considerable variation in the sample size, but it was nevertheless possible to detect some comparisons between doctors and nurses. The opinion regarding the need to communicate the diagnosis to the patient in a complete way is still not univocal: although the patient's right not to know is recognized, it is not yet considered a primary value to enable the person to self-determine himself in every phase of the disease. Furthermore, the fact that 75% of operators continue to experience the moment of communication of the diagnosis with discomfort could suggest that this aspect of professional life has ethical and cultural gaps. Conclusions. Communicating and relating integrate simple informing, becoming a fundamental and indispensable requirement so that the patient can self-determine and participate in his own path always. Good communication is therefore a fundamental and indispensable requirement for health professionals, therefore communication courses should be intensified within university courses and implemented during the career in the oncology field. Keywords: cancer diagnosis communication, cancer diagnosis awareness, cancer, nurses and physicians.

Introduzione. La consapevolezza di diagnosi è definito un presupposto essenziale per garantire l’autodeterminazione del paziente nel percorso di malattia. La letteratura evidenzia però che nonostante le norme giuridiche e deontologiche, spesso il paziente non viene messo a conoscenza in modo veritiero e completo della propria diagnosi, minando così sin dall’inizio la relazione terapeutica ed il diritto di autodeterminazione del malato in quanto persona. Questo lavoro vuole indagare e descrivere le opinioni e gli atteggiamenti del personale sanitario che opera in contesto oncologico, in merito alla comunicazione della diagnosi di malattia oncologica, le loro percezioni riguardo la consapevolezza del paziente e le analogie nella consueta pratica clinica. Materiali e metodi. È stata effettuata un’indagine, attraverso la somministrazione di un questionario, a cui hanno partecipato 97 operatori sanitari, tra cui 93 infermieri e 4 medici oncologi. Il questionario è articolato in tre parti: 1- caratteristiche della popolazione; 2- opinioni e atteggiamenti degli infermieri relativi alla comunicazione della diagnosi; 3- opinioni e atteggiamenti dei medici oncologi relativi alla comunicazione della diagnosi. Risultati: Sia medici che infermieri ritengono opportuno comunicare la diagnosi di malattia oncologica (75% vs 76,4%), ma non tutti i medici applicano questo principio nella loro pratica quotidiana. Riguardo la percezione di consapevolezza di diagnosi oncologica del paziente, il personale sanitario si è distribuito maggiormente nella categoria “tra il 50-75%”. L’80% dei medici e soltanto il 60% degli infermieri che operano in contesto oncologico hanno frequentato corsi di comunicazione. Discussione. I dati risultano essere difficilmente comparabili a causa della ragguardevole variazione della numerosità campionaria, ma è stato comunque possibile rilevare alcuni paragoni tra medici e infermieri. Risulta essere ancora non univoca l’opinione rispetto alla necessità di comunicare al paziente la diagnosi in modo completo: sebbene venga riconosciuto il diritto del paziente di non sapere, non viene ancora considerato un valore primario mettere la persona in condizione di autodeterminarsi in ogni fase della malattia. Inoltre il fatto che il 75% degli operatori continui a vivere con disagio il momento delle comunicazione della diagnosi potrebbe suggerire che questo aspetto della vita professionale presenti lacune etiche e culturali. Conclusioni. Il comunicare e il relazionarsi integrano il semplice informare, divenendo requisito fondamentale e indispensabile affinché il malato possa autodeterminarsi ed essere partecipe del proprio percorso sempre. La buona comunicazione è quindi un requisito fondamentale e indispensabile per i professionisti sanitari, pertanto i corsi di comunicazione andrebbero intensificati all’interno dei percorsi universitari ed implementati durante la carriera lavorativa in ambito oncologico. Parole chiave: comunicazione di diagnosi oncologica, consapevolezza di diagnosi oncologica, cancro, infermieri e medici.

Consapevolezza di malattia e autodeterminazione nel paziente oncologico

PELLEGRINI, GIORGIA
2021/2022

Abstract

Introduzione. La consapevolezza di diagnosi è definito un presupposto essenziale per garantire l’autodeterminazione del paziente nel percorso di malattia. La letteratura evidenzia però che nonostante le norme giuridiche e deontologiche, spesso il paziente non viene messo a conoscenza in modo veritiero e completo della propria diagnosi, minando così sin dall’inizio la relazione terapeutica ed il diritto di autodeterminazione del malato in quanto persona. Questo lavoro vuole indagare e descrivere le opinioni e gli atteggiamenti del personale sanitario che opera in contesto oncologico, in merito alla comunicazione della diagnosi di malattia oncologica, le loro percezioni riguardo la consapevolezza del paziente e le analogie nella consueta pratica clinica. Materiali e metodi. È stata effettuata un’indagine, attraverso la somministrazione di un questionario, a cui hanno partecipato 97 operatori sanitari, tra cui 93 infermieri e 4 medici oncologi. Il questionario è articolato in tre parti: 1- caratteristiche della popolazione; 2- opinioni e atteggiamenti degli infermieri relativi alla comunicazione della diagnosi; 3- opinioni e atteggiamenti dei medici oncologi relativi alla comunicazione della diagnosi. Risultati: Sia medici che infermieri ritengono opportuno comunicare la diagnosi di malattia oncologica (75% vs 76,4%), ma non tutti i medici applicano questo principio nella loro pratica quotidiana. Riguardo la percezione di consapevolezza di diagnosi oncologica del paziente, il personale sanitario si è distribuito maggiormente nella categoria “tra il 50-75%”. L’80% dei medici e soltanto il 60% degli infermieri che operano in contesto oncologico hanno frequentato corsi di comunicazione. Discussione. I dati risultano essere difficilmente comparabili a causa della ragguardevole variazione della numerosità campionaria, ma è stato comunque possibile rilevare alcuni paragoni tra medici e infermieri. Risulta essere ancora non univoca l’opinione rispetto alla necessità di comunicare al paziente la diagnosi in modo completo: sebbene venga riconosciuto il diritto del paziente di non sapere, non viene ancora considerato un valore primario mettere la persona in condizione di autodeterminarsi in ogni fase della malattia. Inoltre il fatto che il 75% degli operatori continui a vivere con disagio il momento delle comunicazione della diagnosi potrebbe suggerire che questo aspetto della vita professionale presenti lacune etiche e culturali. Conclusioni. Il comunicare e il relazionarsi integrano il semplice informare, divenendo requisito fondamentale e indispensabile affinché il malato possa autodeterminarsi ed essere partecipe del proprio percorso sempre. La buona comunicazione è quindi un requisito fondamentale e indispensabile per i professionisti sanitari, pertanto i corsi di comunicazione andrebbero intensificati all’interno dei percorsi universitari ed implementati durante la carriera lavorativa in ambito oncologico. Parole chiave: comunicazione di diagnosi oncologica, consapevolezza di diagnosi oncologica, cancro, infermieri e medici.
Disease awareness and self-determination in the cancer patient
Introduction. Awareness of diagnosis is defined as an essential prerequisite for ensuring the patient's self-determination in the course of the disease. However, the literature shows that despite the legal and ethical rules, the patient is often not made aware of his or her diagnosis in a truthful and complete way, thus undermining the therapeutic relationship and the patient's right to self-determination as a person from the very beginning. This work aims to investigate and describe the opinions and attitudes of healthcare provider working in the oncological context, regarding the communication of the diagnosis of oncological disease, their perceptions regarding patient awareness and similarities in usual clinical practice. Materials and methods. A survey was carried out, through the administration of a questionnaire, which was attended by 97 health workers, including 93 nurses and 4 oncologists. The questionnaire is divided into three parts: 1- characteristics of the population; 2- opinions and attitudes of nurses regarding the communication of the diagnosis; 3- opinions and attitudes of oncologists regarding the communication of the diagnosis. Results. Both physicians and nurses consider it appropriate to communicate the diagnosis of oncological disease (75% vs 76.4%), but not all doctors apply this principle in their daily practice. Regarding the patient's perception of awareness of oncological diagnosis, the health care providers were more distributed in the category "between 50-75%". 80% of doctors and only 60% of nurses operating in the oncological context have attended communication courses. Discussion. The data are difficult to compare due to the considerable variation in the sample size, but it was nevertheless possible to detect some comparisons between doctors and nurses. The opinion regarding the need to communicate the diagnosis to the patient in a complete way is still not univocal: although the patient's right not to know is recognized, it is not yet considered a primary value to enable the person to self-determine himself in every phase of the disease. Furthermore, the fact that 75% of operators continue to experience the moment of communication of the diagnosis with discomfort could suggest that this aspect of professional life has ethical and cultural gaps. Conclusions. Communicating and relating integrate simple informing, becoming a fundamental and indispensable requirement so that the patient can self-determine and participate in his own path always. Good communication is therefore a fundamental and indispensable requirement for health professionals, therefore communication courses should be intensified within university courses and implemented during the career in the oncology field. Keywords: cancer diagnosis communication, cancer diagnosis awareness, cancer, nurses and physicians.
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