I rifiuti marini, in particolare i rifiuti di plastica, sono stati identificati negli ultimi anni come un problema d'interesse globale, che si manifesta in tutti gli ambienti acquatici, comprese le aree in cui la presenza dell'uomo è scarsa o totalmente assente. La maggior parte delle plastiche è ricavata dal petrolio, e circa il 10% del greggio estratto diventa plastica. Ogni anno, in media, tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche, e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche, finiscono nei mari d'Europa. Il suo principale serbatoio è il Mar Mediterraneo, in cui la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge. Il Mar Mediterraneo è fortemente colpito dall'inquinamento da plastica in quanto, quasi il 10% della popolazione vive lungo la costa, riceve acque da bacini fluviali densamente popolati e rappresenta una delle vie marittime più trafficate al mondo. Le nostre conoscenze sull'entità e sulla distribuzione della plastica, e in particolare delle microplastiche, sono ancora scarse soprattutto in mare aperto e a scala di bacino. Tramite il seguente studio, ho analizzato e classificato le particelle di microplastica presenti nei 22 campioni prelevati nel 2015, durante la campagna oceanografica CocoPro, gestita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nell'Adriatico meridionale, tra le coste della Puglia e quelle dell'Albania. Questo studio è stato caratterizzato, da due fasi principali: il sorting, tramite l'ausilio di uno stereo-microscopio da dissezione e l'analisi con l'FT-IR(Fourier Transform Infrared Spectroscopy). Durante la prima fase di sorting, sono state estratte, contate e classificate le particelle di plastica in base al colore e alla forma. Le successive analisi con l'FT-IR hanno confermato la presenza di 1069 particelle di plastica, escludendo tutte quelle che si sono rivelate essere di natura organica o minerali. Queste sono state analizzate e classificate per forma, colore e tipologia di polimero. Ne è risultato che il 78.3% erano frammenti, probabilmente derivati dalla disgregazione di oggetti più grandi, il 14.5% era schiuma, il 3.8% pellets, l'1.5% sfere e il restante 1.9% costituito da fili, film e mesoplastiche. Per quanto riguarda la classificazione per colore, essa è stata effettuata solamente per i frammenti (78.3% del totale), che sono risultati essere per il 30.1% trasparenti, 25.4% bianchi, 14.1% neri,8.7% azzurri, il 10% gialli e arancioni, il 9% rossi, verdi e grigi ed infine, il 2.7% rimanente, rosa, marroni, blu, argento e multicolor. Per classi€care le particelle sulla base del tipo di polimero è stato utilizzato l'FT-IR, i cui risultati hanno confermato la presenza del 44.6% di Polietilene(PE), 31.2% Polistirene (PS), 17.8% Polipropilene (PP), 1.0% copolimero di Etilene e Propilene e il 4.6% da elementi non costituiti da plastica. Il restante 0.8% comprendeva polimeri più rari come il Polivinilcloruro, il Polimetilmetaclorato e la Melanina-formaldeide. ́E stata calcolata un'abbondanza media di 0.108±0.133 particelle/m2 in tutta l'area di studio. L'analisi delle classi di taglia è stata effettuata per i tre polimeri più abbondanti (PE, PS, PP), rivelando relazioni diverse, e peculiari di ogni polimero, tra abbondanza e dimensione delle particelle. Questo studio ha confermato che, l'inquinamento da microplastiche in ambiante marino, è un importante problema socio-ambientale che richiede ulteriori indagini scientifiche.
Studio e caratterizzazione di microplastiche nel Mar Mediterraneo. Il caso dell'Adriatico Meridionale
LOTTI, MATTIA
2018/2019
Abstract
I rifiuti marini, in particolare i rifiuti di plastica, sono stati identificati negli ultimi anni come un problema d'interesse globale, che si manifesta in tutti gli ambienti acquatici, comprese le aree in cui la presenza dell'uomo è scarsa o totalmente assente. La maggior parte delle plastiche è ricavata dal petrolio, e circa il 10% del greggio estratto diventa plastica. Ogni anno, in media, tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche, e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche, finiscono nei mari d'Europa. Il suo principale serbatoio è il Mar Mediterraneo, in cui la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge. Il Mar Mediterraneo è fortemente colpito dall'inquinamento da plastica in quanto, quasi il 10% della popolazione vive lungo la costa, riceve acque da bacini fluviali densamente popolati e rappresenta una delle vie marittime più trafficate al mondo. Le nostre conoscenze sull'entità e sulla distribuzione della plastica, e in particolare delle microplastiche, sono ancora scarse soprattutto in mare aperto e a scala di bacino. Tramite il seguente studio, ho analizzato e classificato le particelle di microplastica presenti nei 22 campioni prelevati nel 2015, durante la campagna oceanografica CocoPro, gestita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nell'Adriatico meridionale, tra le coste della Puglia e quelle dell'Albania. Questo studio è stato caratterizzato, da due fasi principali: il sorting, tramite l'ausilio di uno stereo-microscopio da dissezione e l'analisi con l'FT-IR(Fourier Transform Infrared Spectroscopy). Durante la prima fase di sorting, sono state estratte, contate e classificate le particelle di plastica in base al colore e alla forma. Le successive analisi con l'FT-IR hanno confermato la presenza di 1069 particelle di plastica, escludendo tutte quelle che si sono rivelate essere di natura organica o minerali. Queste sono state analizzate e classificate per forma, colore e tipologia di polimero. Ne è risultato che il 78.3% erano frammenti, probabilmente derivati dalla disgregazione di oggetti più grandi, il 14.5% era schiuma, il 3.8% pellets, l'1.5% sfere e il restante 1.9% costituito da fili, film e mesoplastiche. Per quanto riguarda la classificazione per colore, essa è stata effettuata solamente per i frammenti (78.3% del totale), che sono risultati essere per il 30.1% trasparenti, 25.4% bianchi, 14.1% neri,8.7% azzurri, il 10% gialli e arancioni, il 9% rossi, verdi e grigi ed infine, il 2.7% rimanente, rosa, marroni, blu, argento e multicolor. Per classicare le particelle sulla base del tipo di polimero è stato utilizzato l'FT-IR, i cui risultati hanno confermato la presenza del 44.6% di Polietilene(PE), 31.2% Polistirene (PS), 17.8% Polipropilene (PP), 1.0% copolimero di Etilene e Propilene e il 4.6% da elementi non costituiti da plastica. Il restante 0.8% comprendeva polimeri più rari come il Polivinilcloruro, il Polimetilmetaclorato e la Melanina-formaldeide. ́E stata calcolata un'abbondanza media di 0.108±0.133 particelle/m2 in tutta l'area di studio. L'analisi delle classi di taglia è stata effettuata per i tre polimeri più abbondanti (PE, PS, PP), rivelando relazioni diverse, e peculiari di ogni polimero, tra abbondanza e dimensione delle particelle. Questo studio ha confermato che, l'inquinamento da microplastiche in ambiante marino, è un importante problema socio-ambientale che richiede ulteriori indagini scientifiche.File | Dimensione | Formato | |
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