Farming in Aosta Valley as in the rest of the Alps has always been a subsistence practice that has allowed families who lived in the mountains to live. Thanks to this, it was possible to maintain the territory using the resources available at best, also using the most inaccessible lands. This model, however, has undergone drastic changes in the last fifty years: many small family farms have disappeared and others have been enlarged, with an increase in livestock and stocking density per unit area, It is directed towards milk production which tends to be destined for dairies. This system plus¿production¿ has focused more on the increase of production resulting in a denaturation of the link that in the past linked the product to the territory and that had allowed to preserve the landscape that is instead going against abandonment, especially in less accessible and mechanised areas. To re-establish this relationship it is therefore necessary to focus on the quality of the products and not on quantity, also reconsidering traditional knowledge but with a fair degree of innovation. It is also necessary to observe the farms from the point of view of their multifunctionality considering not only the aspect of production, but also the goods and services that farming can offer, linked to conservation, to regulation and culture. This should be a new model to be followed as it happens in some innovative realities of the Valdostan territory, which allow productive peculiarities in the respect of the environment and in defence of the Alpine heritage.
L'allevamento in Valle d'Aosta come sul resto delle Alpi è da sempre pratica di sussistenza che ha permesso alle famiglie che abitavano la montagna di poter vivere. Grazie a questo, è stato possibile mantenere il territorio utilizzando al meglio le risorse a disposizione, servendosi anche dei terreni più impervi. Questo modello però negli ultimi cinquant'anni ha subito drastici cambiamenti: si è osservata la scomparsa di molte piccole aziende famigliari e l'ingrandimento di altre, con aumento di capi e della densità di allevamento per unità di superficie, orientando ad una produzione di latte tendenzialmente destinata a caseifici. Questo sistema più ¿produttivistico¿ ha mirato maggiormente all'incremento delle produzioni determinando una denaturazione del legame che nel passato univa il prodotto al territorio e che aveva permesso di conservare il paesaggio che oggi sta invece andando in contro all'abbandono, soprattutto in zone meno accessibili e meccanizzabili. Per riallacciare questo rapporto è quindi necessario puntare sulla qualità dei prodotti e non sulla quantità, anche riconsiderando tradizionali conoscenze ma con un giusto grado di innovazione. Occorre peraltro osservare le aziende dal punto di vista della loro multifunzionalità considerando non solo l'aspetto della produzione, ma anche i beni e i servizi che l'allevamento può offrire, legati alla conservazione, alla regolazione e alla cultura. Questo dovrebbe essere un nuovo modello da seguire come avviene in alcune realtà innovative del territorio valdostano, che consentono peculiarità produttive nel rispetto dell'ambiente e a difesa del patrimonio alpino.
Allevamento in Valle d'Aosta: tra cambiamento e nuove opportunità
YOCCOZ, ILARIA
2018/2019
Abstract
L'allevamento in Valle d'Aosta come sul resto delle Alpi è da sempre pratica di sussistenza che ha permesso alle famiglie che abitavano la montagna di poter vivere. Grazie a questo, è stato possibile mantenere il territorio utilizzando al meglio le risorse a disposizione, servendosi anche dei terreni più impervi. Questo modello però negli ultimi cinquant'anni ha subito drastici cambiamenti: si è osservata la scomparsa di molte piccole aziende famigliari e l'ingrandimento di altre, con aumento di capi e della densità di allevamento per unità di superficie, orientando ad una produzione di latte tendenzialmente destinata a caseifici. Questo sistema più ¿produttivistico¿ ha mirato maggiormente all'incremento delle produzioni determinando una denaturazione del legame che nel passato univa il prodotto al territorio e che aveva permesso di conservare il paesaggio che oggi sta invece andando in contro all'abbandono, soprattutto in zone meno accessibili e meccanizzabili. Per riallacciare questo rapporto è quindi necessario puntare sulla qualità dei prodotti e non sulla quantità, anche riconsiderando tradizionali conoscenze ma con un giusto grado di innovazione. Occorre peraltro osservare le aziende dal punto di vista della loro multifunzionalità considerando non solo l'aspetto della produzione, ma anche i beni e i servizi che l'allevamento può offrire, legati alla conservazione, alla regolazione e alla cultura. Questo dovrebbe essere un nuovo modello da seguire come avviene in alcune realtà innovative del territorio valdostano, che consentono peculiarità produttive nel rispetto dell'ambiente e a difesa del patrimonio alpino.File | Dimensione | Formato | |
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