L'evizione limitativa nella compravendita

Any good, when you buy it, you want to enjoy it fully and this will is even more important when the property in question is a real estate. However, the idyll of a sale or purchase does not always end happily for both parties. It is possible that the property, once purchased, is found to be not in conformity with the one seen before the sale: this is not a situation of alliud pro alio, and neither a questioning of the legitimate ownership that the buyer boasts erga omnes. It is, therefore, the particular, but not so rare, The situation in which the buyer remains the legitimate and total owner of the purchased good but cannot use it as he thought or exploit it as he thought before he completed the purchase. In short, these various types of impediments do not undermine the integrity of the right to property but the respective concrete enjoyment of it: however, it is equally obvious that if I, as a owner, cannot enjoy fully, or simply as I wish, of my good, then I shall not be very satisfied with such a just concluded deal. So, the discipline, object of this thesis, contained in article 1489 c.c. is defined more commonly by the term limiting avoidance (or even minor avoidance). This provision of the Code, greatly influenced by Roman law, then evolved in modern times and reached our days, not without long debates on their legal identification, It remains a central element in the great matter of sales guarantees. This rule sets out both the conditions and remedies and the conditions under which the discipline in question comes to be implemented, not without obscure sides on the respective application or situations of not so clear concrete understanding. In short, the right was born to give answers but also to ask questions and the restrictive avoidance ex article 1489 c.c. succeeds both in one intention and in the other, calling to itself many institutions both of civil law and administrative law. In particular, the article will include a first chapter of introduction to the institute both in historical terms and in comparison with other parallel disciplines of Italian civil law, then develop in the second chapter, addressing the specific core of the subject matter and finally concluding the work with a third chapter of practical analyses of material situations, With references to case-law and other legal institutions that come into play in this rule. Each chapter will also present a brief conclusion summarizing the content of its own internal proceedings. The whole will be concluded with a final and general analysis on the various dilemmas and questions that have animated this exciting research, study and writing activity that has made alive the last, and final moments and memories of this unforgettable experience of academic legal studies at the University of Turin.

Qualsiasi bene, quando lo si acquista, ne si vuole godere a pieno e questa volontà rileva ancor di più quando il bene in questione è un immobile. Tuttavia, non sempre l’idillio di una compravendita si conclude felicemente per entrambe le parti in causa. È possibile che il bene, una volta acquistato, venga scoperto essere non conforme a quello visionato precedentemente alla vendita: non si tratta di una situazione di alliud pro alio, e nemmeno una messa in discussione della legittima proprietà che il compratore vanta erga omnes. È, quindi, riscontrabile la particolare, ma non così infrequente, situazione in cui il compratore permane il legittimo e totale proprietario del bene acquistato ma che dello stesso non se ne possa servire come egli riteneva di fare o non lo possa sfruttare come egli pensava prima che concludesse l’acquisto. Insomma, tali varie tipologie di impedimenti non vanno a minare l’integrità del diritto di proprietà ma il rispettivo godimento concreto dello stesso: tuttavia è altrettanto ovvio che, se io, seppur proprietario, non possa godere a pieno, o semplicemente come voglia, del mio bene allora non sarò molto soddisfatto da tale compravendita appena conclusasi. Ecco che allora scatta la disciplina, oggetto su cui si concentra il presente lavoro di Tesi, contenuta nell’articolo 1489 c.c. la quale più comunemente viene definita con il termine evizione limitativa (o anche evizione minore). Tale disposizione di Codice, enormemente influenzata dal diritto romano, per poi evolversi nell’età moderna e giungere ai giorni nostri, non senza lunghi dibattiti sulla rispettiva identificazione giuridica, permane come elemento centrale nella grande materia delle garanzie della vendita. Tale norma enuncia sia i presupposti sia i rimedi sia le condizioni in cui la disciplina in esame viene ad attuarsi, non senza lati oscuri sulla rispettiva applicazione o situazioni di non così chiara comprensione concreta. Insomma, il diritto è nato per dare risposte ma anche per porre domande e l’evizione limitativa ex articolo 1489 c.c. riesce sia in un intento sia nell’altro, richiamando a sé molti istituti sia di diritto civile sia di diritto amministrativo. In particolare, la trattazione vedrà un primo capitolo di introduzione dell’istituto sia in chiave storica sia in chiave comparata con altre discipline parallele del diritto civile italiano, per poi evolversi nel secondo capitolo affrontando il cuore specifico della materia in questione ed infine concludendo il lavoro con un terzo capitolo di analisi pratiche di situazioni materiali, con richiami a casi giurisprudenziali ed altri istituti giuridici che entrano in gioco in tale norma. Ogni capitolo presenterà, altresì, una breve conclusione di riepilogo di quanto trattato nel proprio interno. Il tutto verrà terminato con una conclusione di analisi finale e generale sui vari dilemmi e quesiti che hanno animato questa appassionante attività di ricerca, studio e scrittura che ha reso vivi gli ultimi, nonché conclusivi, attimi e ricordi di questa indimenticabile esperienza di studi giuridici a livello accademico presso l’Università degli Studi di Torino.