La figura del tiranno in Platone varia dalla Repubblica al Politico e alle Leggi. Il punto di partenza è la riflessione sulla felicità: soltanto un'anima ben ordinata è felice, soltanto una città ben ordinata è felice. L'individuo tirannico è infelice perché nella sua anima il principio razionale è subordinato al principio desiderante; la città tirannica è infelice perché la componente più legata ai desideri materiali domina la componente più legata alla razionalità della legge. Nel libro VIII della Repubblica c'è un parallelismo tra la degenerazione dell'ordine dell'anima e la degenerazione dell'ordine della città. Non è possibile restaurare l'ordine nella città senza avere restaurato l'ordine nell'anima. La progressiva perdita di potere del principio razionale causa la degenerazione delle forme politiche sino a giungere al completo disordine dalla quale sorge la tirannide. Quindi la tirannide è il peggiore tra i regimi politici. Tuttavia nel Politico e nelle Leggi Platone afferma che ciò che fa di un tiranno un sovrano è l'ordine che egli sa dare alla propria condotta. L'attenzione riservata da Platone alla autocrazia, sia in Siracusa, sia in Macedonia gli permette di tracciare la figura del ¿buon tiranno¿. Il problema della tirannide è legato al soggetto sovrano in modo necessario. Se il tiranno è saggio il regime è giusto. Nelle Leggi il tiranno deve avere doti particolari: giovinezza, virtù guerriera e magnanimità. Da queste basi potrà sorgere una legislazione giusta. Esempi di tiranni giusti sono stati Ermia di Atarneo e lo stesso Perdicca III di Macedonia si è dimostrato ben disposto ad accogliere i consigli dell'Accademia. Completamente diverso è stato l'atteggiamento di Dionisio II come si evince dalla Settima Lettera di Platone. Dunque il problema del regime politico è un problema di carattere: l'insegnamento platonico ebbe successo con Ermia di Atarneo, mentre fallì con Dionisio II; riuscì con Focione ma fallì con Chairon di Pellene. La funzione dell'educazione filosofica e il ruolo politico del filosofo sono un compito importante per l'Accademia il cui scopo è quello di preparare uomini di carattere adatti a governare.
Il Tiranno in Platone fra Etica e Politica
GANDOLFI, GUIDO
2017/2018
Abstract
La figura del tiranno in Platone varia dalla Repubblica al Politico e alle Leggi. Il punto di partenza è la riflessione sulla felicità: soltanto un'anima ben ordinata è felice, soltanto una città ben ordinata è felice. L'individuo tirannico è infelice perché nella sua anima il principio razionale è subordinato al principio desiderante; la città tirannica è infelice perché la componente più legata ai desideri materiali domina la componente più legata alla razionalità della legge. Nel libro VIII della Repubblica c'è un parallelismo tra la degenerazione dell'ordine dell'anima e la degenerazione dell'ordine della città. Non è possibile restaurare l'ordine nella città senza avere restaurato l'ordine nell'anima. La progressiva perdita di potere del principio razionale causa la degenerazione delle forme politiche sino a giungere al completo disordine dalla quale sorge la tirannide. Quindi la tirannide è il peggiore tra i regimi politici. Tuttavia nel Politico e nelle Leggi Platone afferma che ciò che fa di un tiranno un sovrano è l'ordine che egli sa dare alla propria condotta. L'attenzione riservata da Platone alla autocrazia, sia in Siracusa, sia in Macedonia gli permette di tracciare la figura del ¿buon tiranno¿. Il problema della tirannide è legato al soggetto sovrano in modo necessario. Se il tiranno è saggio il regime è giusto. Nelle Leggi il tiranno deve avere doti particolari: giovinezza, virtù guerriera e magnanimità. Da queste basi potrà sorgere una legislazione giusta. Esempi di tiranni giusti sono stati Ermia di Atarneo e lo stesso Perdicca III di Macedonia si è dimostrato ben disposto ad accogliere i consigli dell'Accademia. Completamente diverso è stato l'atteggiamento di Dionisio II come si evince dalla Settima Lettera di Platone. Dunque il problema del regime politico è un problema di carattere: l'insegnamento platonico ebbe successo con Ermia di Atarneo, mentre fallì con Dionisio II; riuscì con Focione ma fallì con Chairon di Pellene. La funzione dell'educazione filosofica e il ruolo politico del filosofo sono un compito importante per l'Accademia il cui scopo è quello di preparare uomini di carattere adatti a governare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/41790