Margaret Laurence is celebrated as one of the most talented and gifted Canadian writers and the literary criticism has often included her among the most representative voices of Canadian culture. The attention payed to the cycle of Manawaka (The Stone Angel, A Jest of God, The Fire-Dwellers, A Bird in the House and The Diviners) is certainly well motivated by the undeniable stature of the writer's talent and consequently of its expressions, but too often the decisive contribution of her African experience has been completely set aside in favor of the author's idealization as "the most Canadian". The dissertation will focus, in particular, on her first book, A Tree for Poverty (1954): here, Laurence translates from Somali to English - twenty years before the Somali language acquired an official grammar - a series of stories, poems and songs, at the same time translating on paper her admiration for a culture, the Somali culture, which has made literature its main instrument of artistic expression. After the first chapter, a brief exposition of the author's life and works, we will go on to discuss some extracts from her memoirs, A Prophet's Camel Bell (1963), for a deeper understanding of the book at hand; a free translation and summary of the initial chapters of A Tree for Poverty will follow - which also includes an excursus on the distant and complex Somali world, that I assumed to be an effective, first and general overview of what has been described and told by Laurence - and then an analysis of some translations will follow. In the following chapter, following the writer's anthropological interest, Somalia in its entirety will be described, from a description of the geographical, cultural and ethnographic characteristics of the country, to a general picture of the conflict still in place, taking into consideration both its origins and its dramatic consequences. At the end of the chapter, the contribution of His Excellency Abdirahman Sheikh Issa Mohamed, Extraordinary and Plenipotentiary Ambassador of the Somalian Republic in Italy and of Dr. Cadigia Mohamed Ali, his wife, will be reported. The purpose of the thesis is to demonstrate the literary value of the writers African experience, also related to her Canadian novels and the microcosm of Manawaka. The African works and the Manawaka cycle, in fact, are two sides of the same coin - experiences joined together by a network of connections and elaborations of a single, fundamental conception of life, colonialism, culture, and art.
Margaret Laurence viene celebrata come una delle più talentuose e autorevoli scrittrici canadesi e la critica l'ha spesso annoverata tra le voci più rappresentative della cultura canadese. L'attenzione posta sul ciclo di Manawaka (The Stone Angel, A Jest of God, The Fire-Dwellers, A Bird in the House e The Diviners) è sicuramente ben motivata dall'innegabile levatura del talento della scrittrice e conseguentemente delle sue espressioni, ma troppo spesso è stato completamente ignorato il contributo decisivo della sua esperienza africana in favore di un'idealizzazione dell'autrice come "the most Canadian". La dissertazione si soffermerà, in particolare, sul suo primo scritto, A Tree for Poverty (1954): qui, Laurence traduce dal somalo all'inglese, vent'anni prima che la lingua somala acquisisse un' ortografia, una serie di racconti, poesie e canzoni, al tempo stesso traducendo su carta la propria ammirazione nei confronti di una cultura, quella somala, che ha fatto della letteratura il proprio principale strumento d'espressione artistica. Dopo il primo capitolo, breve esposizione della vita e delle opere dell'autrice, si passerà poi a trattare di alcuni estratti dalle sue memorie, A Prophet's Camel Bell (1963), per una comprensione maggiore dell'opera in oggetto; seguirà una libera traduzione e riassunto dei capitoli iniziali di A Tree for Poverty che prevede anche un excursus sul lontano e complesso mondo somalo, per poi passare ad analizzare alcune traduzioni. Nel capitolo successivo, seguendo l'interesse antropologico dell'autrice, si tratterà della Somalia nella sua interezza, passando da una descrizione delle caratteristiche geografiche, culturali ed etnografiche del Paese a un quadro generale del conflitto ancora in atto, tenendone in considerazione sia le origini sia le drammatiche conseguenze. A conclusione del capitolo, il contributo di Sua Eccellenza Abdirahman Sheikh Issa Mohamed, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Somala in Italia e della Dottoressa Cadigia Mohamed Ali, sua consorte. Scopo della tesi è dimostrare il valore letterario dell'esperienza africana della scrittrice, anche in relazione ai suoi romanzi canadesi e al microcosmo di Manawaka. Le opere africane e il ciclo di Manawaka, infatti, sono due facce della stessa medaglia esperienze unite tra loro da una rete di connessioni ed elaborazioni di ununica, fondante concezione della vita, del colonialismo, della cultura, e dell'arte.
A Tree for Poverty di Margaret Laurence: tradurre la Somalia.
LINGERI, CHIARA
2018/2019
Abstract
Margaret Laurence viene celebrata come una delle più talentuose e autorevoli scrittrici canadesi e la critica l'ha spesso annoverata tra le voci più rappresentative della cultura canadese. L'attenzione posta sul ciclo di Manawaka (The Stone Angel, A Jest of God, The Fire-Dwellers, A Bird in the House e The Diviners) è sicuramente ben motivata dall'innegabile levatura del talento della scrittrice e conseguentemente delle sue espressioni, ma troppo spesso è stato completamente ignorato il contributo decisivo della sua esperienza africana in favore di un'idealizzazione dell'autrice come "the most Canadian". La dissertazione si soffermerà, in particolare, sul suo primo scritto, A Tree for Poverty (1954): qui, Laurence traduce dal somalo all'inglese, vent'anni prima che la lingua somala acquisisse un' ortografia, una serie di racconti, poesie e canzoni, al tempo stesso traducendo su carta la propria ammirazione nei confronti di una cultura, quella somala, che ha fatto della letteratura il proprio principale strumento d'espressione artistica. Dopo il primo capitolo, breve esposizione della vita e delle opere dell'autrice, si passerà poi a trattare di alcuni estratti dalle sue memorie, A Prophet's Camel Bell (1963), per una comprensione maggiore dell'opera in oggetto; seguirà una libera traduzione e riassunto dei capitoli iniziali di A Tree for Poverty che prevede anche un excursus sul lontano e complesso mondo somalo, per poi passare ad analizzare alcune traduzioni. Nel capitolo successivo, seguendo l'interesse antropologico dell'autrice, si tratterà della Somalia nella sua interezza, passando da una descrizione delle caratteristiche geografiche, culturali ed etnografiche del Paese a un quadro generale del conflitto ancora in atto, tenendone in considerazione sia le origini sia le drammatiche conseguenze. A conclusione del capitolo, il contributo di Sua Eccellenza Abdirahman Sheikh Issa Mohamed, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Somala in Italia e della Dottoressa Cadigia Mohamed Ali, sua consorte. Scopo della tesi è dimostrare il valore letterario dell'esperienza africana della scrittrice, anche in relazione ai suoi romanzi canadesi e al microcosmo di Manawaka. Le opere africane e il ciclo di Manawaka, infatti, sono due facce della stessa medaglia esperienze unite tra loro da una rete di connessioni ed elaborazioni di ununica, fondante concezione della vita, del colonialismo, della cultura, e dell'arte.File | Dimensione | Formato | |
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