La presenza ed il ruolo della donna nell'imprenditoria, ad oggi, è una questione ancora molto dibattuta ed attuale. Nessun paese ha annullato il gender gap, ovvero il divario intercorrente fra uomini e donne rispetto a molteplici variabili. Nello specifico, grazie all'analisi ed ai dati dell'OECD è emerso che lo stato che registra il gap imprenditoriale minore è il Cile mentre quello maggiore la Turchia. Grazie al Global Gender Gap Report, che viene stilato dal Word Economic Forum dal 2006, si redige una classifica delle differenti aree geografiche che si comparano tra loro individuandone i miglioramenti ed i peggioramenti. Esso non misura la qualità della vita in generale delle donne o il loro livello di libertà ma semplicemente il divario quantitativo esistente in quattro settori principali: politica, economia, educazione e salute. Il gender entrepreneurship gap, ovvero il divario imprenditoriale fra donna e uomo, è ancora esistente. Spostando la nostra attenzione sull'Italia notiamo che anche in questo caso il gap è ancora presente, nonostante il nostro territorio offra una grande quantità di piccole e medie imprese. Il nostro Paese occupa da molti anni gli ultimi posti della classifica per vivacità imprenditoriale della popolazione adulta, tanto che ci serviranno all'incirca 61 anni per chiudere il divario di genere. Le cause che hanno generato questa situazione sono molteplici, come la paura di fallire e la difficoltà che il genere femminile incontra nell'avere accesso ai finanziamenti. Le difficoltà che esse hanno dovuto affrontare, nel corso della storia, sono principalmente tre: culturale, legale e strutturale. I primi cambiamenti inizieranno a manifestarsi solamente con le lotte per i diritti delle donne dell'700. Le pioniere dell'imprenditoria che si sono susseguite nel corso degli anni sono diverse, da Coco Chanel a Ruth Handler. Quest'ultima è riuscita a generare un fenomeno commerciale senza precedenti costruendo un vero e proprio impero. La Handler è la mente creativa che si nasconde dietro la nascita di Barbie, un'icona senza tempo. La bambola debuttò ufficialmente sul mercato americano durante la fiera del giocattolo di New York nel 1959. Inizialmente gli investitori non furono entusiasti, in quanto essa rappresentava una donna adulta, ma con il passare del tempo riuscì ad ottenere un successo enorme e ad affermarsi come il marchio più profittevole del settore, tanto che nel 1960 ne vennero addirittura vendute 351.000 mila. La prima versione di Barbie la ritraeva con un semplice costume da bagno a righe ma ben presto se ne aggiunsero molte altre, ispirate alle diverse star dell'epoca, sempre mantenendo costante la sua caratteristica di donna totalmente indipendente ed emancipata. Nel corso della sua esistenza Barbie non è mai stata esente da critiche tanto che inizialmente i venditori americani si rifiutavano di esporla nei loro negozi. Ad oggi, dopo aver interpretato più di 150 professioni, festeggia 60 anni di carriera permettendo alla sua azienda, la Matte,l di superare la forte crisi commerciale che ha colpito il settore dei giocattoli.

Il ruolo della donna nell'imprenditoria: la figura di Ruth Handler

CULASSO, NICOLE
2018/2019

Abstract

La presenza ed il ruolo della donna nell'imprenditoria, ad oggi, è una questione ancora molto dibattuta ed attuale. Nessun paese ha annullato il gender gap, ovvero il divario intercorrente fra uomini e donne rispetto a molteplici variabili. Nello specifico, grazie all'analisi ed ai dati dell'OECD è emerso che lo stato che registra il gap imprenditoriale minore è il Cile mentre quello maggiore la Turchia. Grazie al Global Gender Gap Report, che viene stilato dal Word Economic Forum dal 2006, si redige una classifica delle differenti aree geografiche che si comparano tra loro individuandone i miglioramenti ed i peggioramenti. Esso non misura la qualità della vita in generale delle donne o il loro livello di libertà ma semplicemente il divario quantitativo esistente in quattro settori principali: politica, economia, educazione e salute. Il gender entrepreneurship gap, ovvero il divario imprenditoriale fra donna e uomo, è ancora esistente. Spostando la nostra attenzione sull'Italia notiamo che anche in questo caso il gap è ancora presente, nonostante il nostro territorio offra una grande quantità di piccole e medie imprese. Il nostro Paese occupa da molti anni gli ultimi posti della classifica per vivacità imprenditoriale della popolazione adulta, tanto che ci serviranno all'incirca 61 anni per chiudere il divario di genere. Le cause che hanno generato questa situazione sono molteplici, come la paura di fallire e la difficoltà che il genere femminile incontra nell'avere accesso ai finanziamenti. Le difficoltà che esse hanno dovuto affrontare, nel corso della storia, sono principalmente tre: culturale, legale e strutturale. I primi cambiamenti inizieranno a manifestarsi solamente con le lotte per i diritti delle donne dell'700. Le pioniere dell'imprenditoria che si sono susseguite nel corso degli anni sono diverse, da Coco Chanel a Ruth Handler. Quest'ultima è riuscita a generare un fenomeno commerciale senza precedenti costruendo un vero e proprio impero. La Handler è la mente creativa che si nasconde dietro la nascita di Barbie, un'icona senza tempo. La bambola debuttò ufficialmente sul mercato americano durante la fiera del giocattolo di New York nel 1959. Inizialmente gli investitori non furono entusiasti, in quanto essa rappresentava una donna adulta, ma con il passare del tempo riuscì ad ottenere un successo enorme e ad affermarsi come il marchio più profittevole del settore, tanto che nel 1960 ne vennero addirittura vendute 351.000 mila. La prima versione di Barbie la ritraeva con un semplice costume da bagno a righe ma ben presto se ne aggiunsero molte altre, ispirate alle diverse star dell'epoca, sempre mantenendo costante la sua caratteristica di donna totalmente indipendente ed emancipata. Nel corso della sua esistenza Barbie non è mai stata esente da critiche tanto che inizialmente i venditori americani si rifiutavano di esporla nei loro negozi. Ad oggi, dopo aver interpretato più di 150 professioni, festeggia 60 anni di carriera permettendo alla sua azienda, la Matte,l di superare la forte crisi commerciale che ha colpito il settore dei giocattoli.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/41707