Questa dissertazione prende in esame alcuni aspetti dell'alimentazione del cane domestico, analizzando vantaggi e svantaggi della dieta BARF (¿Biologically Appropriate Raw Food¿) e confrontandoli con quelli relativi ad una dieta commerciale secca (con cui ci si riferisce comunemente alle crocchette). Dal momento che l'alimentazione è strettamente correlata all'insorgenza di numerose patologie (negli umani tanto quanto nei cani), è importante capire quale tipologia di dieta sia la più appropriata. Nell'elaborato sono stati presi in considerazione i risultati derivanti dalle analisi microbiologiche effettuate sul microbioma intestinale di cani nutriti a BARF e cani nutriti con una dieta commerciale secca e dalle analisi biochimiche effettuate sul siero dei soggetti in esame, valutando anche l'effettiva digeribilità dell'una e dell'altra alimentazione, l'incidenza di allergie atopie e lipoma in cani alimentati a crudo rispetto a coloro alimentati con crocchette. Gli esperimenti evidenziano come la somministrazione di una dieta BARF apporti parecchi benefici sulla salute del cane, il quale, per natura, è un carnivoro e come tale si dimostra anatomicamente e fisiologicamente predisposto al consumo di alimenti crudi (primi tra tutti, la carne). Nello studio effettuato da Sandri et al. appare chiaro come il microbioma intestinale sia decisamente più ricco in specie (e come esse appaiano più uniformi nella loro distribuzione) nei cani alimentati a crudo rispetto a quanto si osserva in quelli che seguono una dieta commerciale secca. Questo comporta una migliore salute intestinale. Inoltre, la digeribilità degli alimenti non processati è maggiore (infatti gli scarti sono quantitativamente più ristretti) e ciò si osserva anche nel raggiungimento dell'optimum nel parametro del faecal score. La somministrazione di una dieta BARF sembra essere indicata anche per mantenere sotto controllo i livelli di trigliceridi nel sangue poiché, nonostante l'apporto lipidico in questa alimentazione sia massiccio, i grassi risultano tutti altamente digeribili in quanto vengono consumati crudi (sia quelli di origine animale, più preponderanti, sia quelli di origine vegetale). La dieta gioca un ruolo fondamentale nello stato nutrizionale, nell'omeostasi e nella capacità dell'individuo di adattarsi alle condizioni in cui vive. La sua inadeguatezza agevola l'insorgenza di alcune patologie infettive e metaboliche. Tra queste ultime riconosciamo soprattutto l'obesità, malattia cronica molto diffusa tra i cani che causa altri disturbi correlati (diabete, problemi alle articolazioni e al sistema cardiovascolare). Nello studio di Beasley et al. è stata osservata la correlazione tra alcuni articoli alimentari e l'insorgenza di atopie: osservando i risultati derivanti da questo esperimento è possibile affermare come i cani ¿barfisti¿ non soffrano, in media, di questa patologia o, se ne soffrono, in forma ridotta, rispetto a coloro alimentati con diete commerciali, e come un'alimentazione ¿naturale¿ possa essere considerata un fattore protettivo nei confronti della sua comparsa. Nell'elaborato è stata valutata anche l'incidenza di lipoma in cani nutriti a BARF (l'associazione del tumore con i cibi crudi è negativa) e in quelli alimentati con crocchette, cibo in scatola, o con avanzi di cibo umano (l'associazione è invece positiva). In conclusione, la somministrazione di una dieta a crudo sembra essere, sotto molti aspetti, quella più consigliabile per il mantenimento di un ostato di salute ottimale nel cane, pur tenendo conto del rischio microbiologico in cui incorrono umani e canidi, i primi manipolando carne cruda eventualmente contaminata e i secondi consumandola, e del rischio nutrizionale in cui si incorre se la dieta non è correttamente studiata e bilanciata.
L'alimentazione del cane domestico: "nuovi" orizzonti con la dieta a crudo - BARF
MINGOZZI, GIULIA
2018/2019
Abstract
Questa dissertazione prende in esame alcuni aspetti dell'alimentazione del cane domestico, analizzando vantaggi e svantaggi della dieta BARF (¿Biologically Appropriate Raw Food¿) e confrontandoli con quelli relativi ad una dieta commerciale secca (con cui ci si riferisce comunemente alle crocchette). Dal momento che l'alimentazione è strettamente correlata all'insorgenza di numerose patologie (negli umani tanto quanto nei cani), è importante capire quale tipologia di dieta sia la più appropriata. Nell'elaborato sono stati presi in considerazione i risultati derivanti dalle analisi microbiologiche effettuate sul microbioma intestinale di cani nutriti a BARF e cani nutriti con una dieta commerciale secca e dalle analisi biochimiche effettuate sul siero dei soggetti in esame, valutando anche l'effettiva digeribilità dell'una e dell'altra alimentazione, l'incidenza di allergie atopie e lipoma in cani alimentati a crudo rispetto a coloro alimentati con crocchette. Gli esperimenti evidenziano come la somministrazione di una dieta BARF apporti parecchi benefici sulla salute del cane, il quale, per natura, è un carnivoro e come tale si dimostra anatomicamente e fisiologicamente predisposto al consumo di alimenti crudi (primi tra tutti, la carne). Nello studio effettuato da Sandri et al. appare chiaro come il microbioma intestinale sia decisamente più ricco in specie (e come esse appaiano più uniformi nella loro distribuzione) nei cani alimentati a crudo rispetto a quanto si osserva in quelli che seguono una dieta commerciale secca. Questo comporta una migliore salute intestinale. Inoltre, la digeribilità degli alimenti non processati è maggiore (infatti gli scarti sono quantitativamente più ristretti) e ciò si osserva anche nel raggiungimento dell'optimum nel parametro del faecal score. La somministrazione di una dieta BARF sembra essere indicata anche per mantenere sotto controllo i livelli di trigliceridi nel sangue poiché, nonostante l'apporto lipidico in questa alimentazione sia massiccio, i grassi risultano tutti altamente digeribili in quanto vengono consumati crudi (sia quelli di origine animale, più preponderanti, sia quelli di origine vegetale). La dieta gioca un ruolo fondamentale nello stato nutrizionale, nell'omeostasi e nella capacità dell'individuo di adattarsi alle condizioni in cui vive. La sua inadeguatezza agevola l'insorgenza di alcune patologie infettive e metaboliche. Tra queste ultime riconosciamo soprattutto l'obesità, malattia cronica molto diffusa tra i cani che causa altri disturbi correlati (diabete, problemi alle articolazioni e al sistema cardiovascolare). Nello studio di Beasley et al. è stata osservata la correlazione tra alcuni articoli alimentari e l'insorgenza di atopie: osservando i risultati derivanti da questo esperimento è possibile affermare come i cani ¿barfisti¿ non soffrano, in media, di questa patologia o, se ne soffrono, in forma ridotta, rispetto a coloro alimentati con diete commerciali, e come un'alimentazione ¿naturale¿ possa essere considerata un fattore protettivo nei confronti della sua comparsa. Nell'elaborato è stata valutata anche l'incidenza di lipoma in cani nutriti a BARF (l'associazione del tumore con i cibi crudi è negativa) e in quelli alimentati con crocchette, cibo in scatola, o con avanzi di cibo umano (l'associazione è invece positiva). In conclusione, la somministrazione di una dieta a crudo sembra essere, sotto molti aspetti, quella più consigliabile per il mantenimento di un ostato di salute ottimale nel cane, pur tenendo conto del rischio microbiologico in cui incorrono umani e canidi, i primi manipolando carne cruda eventualmente contaminata e i secondi consumandola, e del rischio nutrizionale in cui si incorre se la dieta non è correttamente studiata e bilanciata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/41688