L'agricoltura biologica sia a livello europeo sia italiano suscita sempre più interesse, come dimostra il progressivo aumento delle superficie e del consumo di prodotti biologici. Riveste molta importanza in questo settore anche la produzione di cereali, in particolare del frumento tenero. La richiesta di prodotti da forno in specifiche filiere, richiede un'attenzione non solo al sistema colturale, ma anche il raggiungimento di adeguate produzioni e soprattutto di un'adeguata qualità del frumento tenero biologico. Si pone particolare attenzione alla qualità tecnologica e sanitaria, di più probabile difficile raggiungimento nei grani biologici rispetto a quelli convenzionali, per la minor disponibilità di mezzi tecnici (concimi e agrofarmaci) utilizzabili. In questo elaborato sono stati messi a confronto nell' ambito della bibliografia disponibile i livelli produttivi e qualitativi di un grano tenero coltivato in un sistema convenzionale con un sistema biologico, anche considerando differenti categorie merceologiche (Frumento di forza, panificabile e biscottiero). In media sulla base della letteratura consultata il frumento biologico evidenzia inferiori livelli produttivi (- 34 %), peso ettolitrico (-3 %), contenuto proteico (-17 %), e forza alveografica della farina (-50 %) rispetto al frumento convenzionale. L'elaborato riassume inoltre quali agrotecniche nell' ambito dei percorsi colturali biologici possono influenzare positivamente produzione e qualità. Sono stati confrontati diverse strategie di gestione della fertilità del terreno sul contenuto proteico del frumento biologico, quali la precessione colturale, il sovescio, l'impiego di reflui zootecnici, concimi e ammendanti ammessi in biologico. La precessione colturale con leguminose, ha un chiaro effetto positivo su produzione e qualità, e permette di ridurre la differenza di contenuto proteico di un frumento biologico rispetto al convenzionale concimato con i fertilizzanti minerali. Anche la distribuzione di reflui zootecnici ha mostrato buoni risultati sul raggiungimento di un adeguato contenuto proteico. Al contrario l'impiego alla semina di alcuni concimi organici e ammendanti ammessi in biologico hanno evidenziato una minor efficacia nel migliorare il contenuto proteico della granella rispetto a concimazioni azotate minerali condotta in copertura, anche se alcuni fertilizzanti di origine animale hanno ottenuto discreti risultati. È stato analizzato inoltre l'impatto su produzione e qualità della scelta varietale, valutando le differenze qualitative di diverse cultivar (varietà adottate in agricoltura convenzionale, varietà antiche, selezione varietale nel contesto produttivo biologico) coltivate in percorsi colturali biologici, e della gestione del diserbo (lavorazioni meccaniche, interventi di prevenzione agronomica quali la densità di semina e il sesto di impianto). In conclusione, dalle informazioni raccolte risulta fondamentale, anche per la coltivazione del frumento biologico, adottare delle strategie integrate per la valorizzazione non solo produttiva, ma anche qualitativa, al fine di garantire un adeguato accumulo di proteine rispetto alla destinazione d'uso. Questo ultimo aspetto risulta fondamentale per l'inserimento del prodotto in una filiera specializzata sempre più esigente, ma che garantisce un migliore ritorno economico all'azienda agricola.

Agrotecniche per il miglioramento produttivo e qualitativo del frumento tenero biologico

COTTURA, MATTEO
2017/2018

Abstract

L'agricoltura biologica sia a livello europeo sia italiano suscita sempre più interesse, come dimostra il progressivo aumento delle superficie e del consumo di prodotti biologici. Riveste molta importanza in questo settore anche la produzione di cereali, in particolare del frumento tenero. La richiesta di prodotti da forno in specifiche filiere, richiede un'attenzione non solo al sistema colturale, ma anche il raggiungimento di adeguate produzioni e soprattutto di un'adeguata qualità del frumento tenero biologico. Si pone particolare attenzione alla qualità tecnologica e sanitaria, di più probabile difficile raggiungimento nei grani biologici rispetto a quelli convenzionali, per la minor disponibilità di mezzi tecnici (concimi e agrofarmaci) utilizzabili. In questo elaborato sono stati messi a confronto nell' ambito della bibliografia disponibile i livelli produttivi e qualitativi di un grano tenero coltivato in un sistema convenzionale con un sistema biologico, anche considerando differenti categorie merceologiche (Frumento di forza, panificabile e biscottiero). In media sulla base della letteratura consultata il frumento biologico evidenzia inferiori livelli produttivi (- 34 %), peso ettolitrico (-3 %), contenuto proteico (-17 %), e forza alveografica della farina (-50 %) rispetto al frumento convenzionale. L'elaborato riassume inoltre quali agrotecniche nell' ambito dei percorsi colturali biologici possono influenzare positivamente produzione e qualità. Sono stati confrontati diverse strategie di gestione della fertilità del terreno sul contenuto proteico del frumento biologico, quali la precessione colturale, il sovescio, l'impiego di reflui zootecnici, concimi e ammendanti ammessi in biologico. La precessione colturale con leguminose, ha un chiaro effetto positivo su produzione e qualità, e permette di ridurre la differenza di contenuto proteico di un frumento biologico rispetto al convenzionale concimato con i fertilizzanti minerali. Anche la distribuzione di reflui zootecnici ha mostrato buoni risultati sul raggiungimento di un adeguato contenuto proteico. Al contrario l'impiego alla semina di alcuni concimi organici e ammendanti ammessi in biologico hanno evidenziato una minor efficacia nel migliorare il contenuto proteico della granella rispetto a concimazioni azotate minerali condotta in copertura, anche se alcuni fertilizzanti di origine animale hanno ottenuto discreti risultati. È stato analizzato inoltre l'impatto su produzione e qualità della scelta varietale, valutando le differenze qualitative di diverse cultivar (varietà adottate in agricoltura convenzionale, varietà antiche, selezione varietale nel contesto produttivo biologico) coltivate in percorsi colturali biologici, e della gestione del diserbo (lavorazioni meccaniche, interventi di prevenzione agronomica quali la densità di semina e il sesto di impianto). In conclusione, dalle informazioni raccolte risulta fondamentale, anche per la coltivazione del frumento biologico, adottare delle strategie integrate per la valorizzazione non solo produttiva, ma anche qualitativa, al fine di garantire un adeguato accumulo di proteine rispetto alla destinazione d'uso. Questo ultimo aspetto risulta fondamentale per l'inserimento del prodotto in una filiera specializzata sempre più esigente, ma che garantisce un migliore ritorno economico all'azienda agricola.
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