Le patologie neurodegenerative sono patologie che colpiscono il sistema nervoso e muscolo-scheletrico; esse sono divenute ormai le malattie più frequenti in età di anzianità e sono in costante aumento. Inoltre, si caratterizzano per arrecare danno e situazioni di disagio all'individuo malato e per costituire delle problematiche anche per i familiari e coloro che lo assistono. Nelle patologie neurodegenerative rientrano più categorie di malattie: le demenze e la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la Corea o malattia di Huntington e la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Tutte quante si sviluppano in maniera differente, ma hanno il comune il fatto che in tutti i casi avviene una degenerazione dei neuroni (le cellule nervose) e conseguenti danneggiamenti di alcune aree cerebrali e funzioni del sistema nervoso stesso. La domanda che ci si pone è dunque la seguente: esiste un modo per frenarne l'evoluzione degenerativa? La risposta sta nella funzione che esercita il movimento all'interno di questo contesto. Il movimento, fondamentale per ogni individuo, apporta benefici al sistema nervoso, cardiocircolatorio e muscolo-scheletrico. Una sua ulteriore funzione consiste anche nel miglioramento dell'umore per chi lo pratica e nella creazione di contesti di socializzazione. Pertanto, qualsiasi forma di attività fisica comporta soltanto benefici a chi la pratica. Dunque, nelle situazioni di persone colpite da patologie neurodegenerative, comporta soltanto un miglioramento delle proprie condizioni, soprattutto se il movimento viene abbinato ad una corretta terapia medica e sanitaria, oltre che chiaramente ad una farmacologica. Per cercare dunque una frenata, si è analizzata la corretta procedura per un trattamento ottimale di un paziente neurologico; innanzitutto la visita neurologica e fisiatrica, e dopodiché il ruolo riabilitativo esercitato prima dal fisioterapista e poi dal laureato in Scienze Motorie. Quest'ultimo, attraverso le competenze acquisite dal proprio corso di studi, è in grado di sfruttare il ruolo terapeutico che assume il movimento, facendo eseguire i corretti esercizi a seconda della malattia che si presenta. Pertanto, si consiglia a tutte le persone a cui viene diagnosticata una di queste patologie di iniziare al più presto la corretta terapia, per cercare di ottimizzare i tempi di evoluzione e per poter avere la migliore qualità di vita che il movimento può conferire.

Il movimento come terapia per le patologie neurodegenerative

LEFONS, MARTINA
2018/2019

Abstract

Le patologie neurodegenerative sono patologie che colpiscono il sistema nervoso e muscolo-scheletrico; esse sono divenute ormai le malattie più frequenti in età di anzianità e sono in costante aumento. Inoltre, si caratterizzano per arrecare danno e situazioni di disagio all'individuo malato e per costituire delle problematiche anche per i familiari e coloro che lo assistono. Nelle patologie neurodegenerative rientrano più categorie di malattie: le demenze e la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la Corea o malattia di Huntington e la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Tutte quante si sviluppano in maniera differente, ma hanno il comune il fatto che in tutti i casi avviene una degenerazione dei neuroni (le cellule nervose) e conseguenti danneggiamenti di alcune aree cerebrali e funzioni del sistema nervoso stesso. La domanda che ci si pone è dunque la seguente: esiste un modo per frenarne l'evoluzione degenerativa? La risposta sta nella funzione che esercita il movimento all'interno di questo contesto. Il movimento, fondamentale per ogni individuo, apporta benefici al sistema nervoso, cardiocircolatorio e muscolo-scheletrico. Una sua ulteriore funzione consiste anche nel miglioramento dell'umore per chi lo pratica e nella creazione di contesti di socializzazione. Pertanto, qualsiasi forma di attività fisica comporta soltanto benefici a chi la pratica. Dunque, nelle situazioni di persone colpite da patologie neurodegenerative, comporta soltanto un miglioramento delle proprie condizioni, soprattutto se il movimento viene abbinato ad una corretta terapia medica e sanitaria, oltre che chiaramente ad una farmacologica. Per cercare dunque una frenata, si è analizzata la corretta procedura per un trattamento ottimale di un paziente neurologico; innanzitutto la visita neurologica e fisiatrica, e dopodiché il ruolo riabilitativo esercitato prima dal fisioterapista e poi dal laureato in Scienze Motorie. Quest'ultimo, attraverso le competenze acquisite dal proprio corso di studi, è in grado di sfruttare il ruolo terapeutico che assume il movimento, facendo eseguire i corretti esercizi a seconda della malattia che si presenta. Pertanto, si consiglia a tutte le persone a cui viene diagnosticata una di queste patologie di iniziare al più presto la corretta terapia, per cercare di ottimizzare i tempi di evoluzione e per poter avere la migliore qualità di vita che il movimento può conferire.
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