INTRODUCTION: Transplantation is a surgical procedure that consists in the replacement of a diseased organ or tissue, therefore no longer functioning, with a healthy one of the same type coming from another individual who is called a donor. There are two types of donors: living or cadaver, the last one can be classified into brain death or cardiac death. Law 578/93 establishes the "Norms for the assessment and certification of death" and Law 582/94 defines that "Death is identified with the irreversible cessation of all brain functions". Law 91/99 states that in cases where the deceased has not declared his willingness to donate organs, the family members must make a decision. The relationship and the interview with the relatives of the potential donor is one of the most difficult moments in the process of "procurement". There are no protocols in this regard, but there are recommendations to achieve a good accompaniment of the people involved in mourning. The aim of nursing is to establish a relationship of trust that will be proportionate to the degree of transparency, consistency and clarity of communication and relationship. The nurse refers to the articles of the codice deontologico about "end of life care", "Will to limit interventions" and "Donation of blood, tissues and organs". MATERIAL AND METHODS: the bibliographic research has provided for the use of free terms and mesh terms differently combined. It has been conducted on the databases: pubmed, Cochrane and JBI. RESULTS: the research led to the identification of 150 articles. In total, only 12 were included in the review as relevant by title, abstracts, selection criteria and full text. DISCUSSION: In the studies under consideration it is deduced that the family interview with the nurse is useful for a number of purposes, including providing information, providing clarification and capturing emotional responses. The main theme that emerged from the studies is the difficulty in understanding brain death. Therefore this review shows that providing the appropriate informative and emotional support before, during and after the decision to donate could reduce the likelihood of encountering annoying effects such as doubtful thoughts, guilt and remorse of conscience. Regardless of the choice, having a conversation about organ donation can be a pleasant experience, as the family is given the opportunity to take an active role in a devastating and emotionally burdensome circumstance. Pain can therefore be alleviated by decisions that are made in the face of ethical, religious and social difficulties. CONCLUSIONS: The way of being, of conducting the interview has positive or negative effects not only on the moment, but also months after the death of the deceased. In all selected studies brain death is a topic that carries ambiguity. This ambivalence, if clarified, is the key to the turning point for the detachment from your loved one and therefore the overcoming of mourning.
INTRODUZIONE: Il trapianto è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo o tessuto malato, quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore. vi sono due tipi di donatori: vivente o cadavere, quest’ultimo può essere classificato in morte encefalica o in morte cardiaca. La legge 578/93 sancisce le “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte” e la legge 582/94 definisce che “La morte viene identificata con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”. La legge 91/99 afferma che nei casi in cui il defunto non abbia dichiarato le sue volontà in materia di donazione organi, sono i familiari a dover prendere una decisione. La relazione e il colloquio con i familiari del potenziale donatore è uno dei momenti più difficili nel processo di “procurement”. Non esistono protocolli in merito, ma vi sono delle raccomandazioni per realizzare un buon accompagnamento delle persone coinvolte nel lutto. L’obiettivo infermieristico è quello di instaurare un rapporto di fiducia che sarà proporzionale al grado di trasparenza, coerenza e chiarezza della comunicazione e della relazione. L’infermiere fa riferimento agli articoli del codice deontologico in materia della “cura nel fine vita”, “Volontà di limite agli interventi” e “Donazione di sangue, tessuti e organi”. MATERIALE E METODI: la ricerca bibliografica ha previsto l’utilizzo di termini liberi che di termini MeSH diversamente combinati ed è stata condotta sulle banche dati: PubMed, Cochrane e JBI. RISULTATI: la ricerca ha portato all’individuazione di 150 articoli. Complessivamente soltanto 12 sono stati inclusi nella revisione in quanto pertinenti per titolo, abstract, criteri di selezione posti e full text. DISCUSSIONE: Negli studi presi in esame si deduce che Il colloquio familiare con l’infermiere serve a una serie di scopi, tra cui fornire informazioni, fornire chiarimenti e catturare le risposte emotive. Il tema principale emerso dagli studi è la difficoltà a comprendere la morte cerebrale. Pertanto questa revisione dimostra che fornire il supporto informativo ed emotivo appropriato prima, durante e dopo la decisione di donare potrebbe ridurre la probabilità di incontrare effetti fastidiosi come pensieri dubitanti, sensi di colpa e rimorsi di coscienza. Indipendentemente dalla scelta presa, avere una conversazione sulla donazione organi può essere un'esperienza piacevole, poiché alla famiglia viene data la possibilità di assumere un ruolo attivo in una circostanza devastante ed emotivamente gravosa. Il dolore può essere perciò attenuato da decisioni che vengono prese affrontando le difficoltà etiche, religiose e sociali. CONCLUSIONI: Il modo di porsi, di condurre il colloquio ha effetti positivi o negativi non solo sul momento, ma anche mesi dopo la morte del defunto. In tutti gli studi selezionati la morte cerebrale è argomento che porta con sé ambiguità. Questa sua ambivalenza, se chiarita, è la chiave di svolta per il distacco dal proprio caro e quindi il superamento del lutto.
La famiglia al bivio di fronte alla donazione organi: una scelta consapevole
DEMARIA, ENRICA
2021/2022
Abstract
INTRODUZIONE: Il trapianto è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo o tessuto malato, quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore. vi sono due tipi di donatori: vivente o cadavere, quest’ultimo può essere classificato in morte encefalica o in morte cardiaca. La legge 578/93 sancisce le “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte” e la legge 582/94 definisce che “La morte viene identificata con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”. La legge 91/99 afferma che nei casi in cui il defunto non abbia dichiarato le sue volontà in materia di donazione organi, sono i familiari a dover prendere una decisione. La relazione e il colloquio con i familiari del potenziale donatore è uno dei momenti più difficili nel processo di “procurement”. Non esistono protocolli in merito, ma vi sono delle raccomandazioni per realizzare un buon accompagnamento delle persone coinvolte nel lutto. L’obiettivo infermieristico è quello di instaurare un rapporto di fiducia che sarà proporzionale al grado di trasparenza, coerenza e chiarezza della comunicazione e della relazione. L’infermiere fa riferimento agli articoli del codice deontologico in materia della “cura nel fine vita”, “Volontà di limite agli interventi” e “Donazione di sangue, tessuti e organi”. MATERIALE E METODI: la ricerca bibliografica ha previsto l’utilizzo di termini liberi che di termini MeSH diversamente combinati ed è stata condotta sulle banche dati: PubMed, Cochrane e JBI. RISULTATI: la ricerca ha portato all’individuazione di 150 articoli. Complessivamente soltanto 12 sono stati inclusi nella revisione in quanto pertinenti per titolo, abstract, criteri di selezione posti e full text. DISCUSSIONE: Negli studi presi in esame si deduce che Il colloquio familiare con l’infermiere serve a una serie di scopi, tra cui fornire informazioni, fornire chiarimenti e catturare le risposte emotive. Il tema principale emerso dagli studi è la difficoltà a comprendere la morte cerebrale. Pertanto questa revisione dimostra che fornire il supporto informativo ed emotivo appropriato prima, durante e dopo la decisione di donare potrebbe ridurre la probabilità di incontrare effetti fastidiosi come pensieri dubitanti, sensi di colpa e rimorsi di coscienza. Indipendentemente dalla scelta presa, avere una conversazione sulla donazione organi può essere un'esperienza piacevole, poiché alla famiglia viene data la possibilità di assumere un ruolo attivo in una circostanza devastante ed emotivamente gravosa. Il dolore può essere perciò attenuato da decisioni che vengono prese affrontando le difficoltà etiche, religiose e sociali. CONCLUSIONI: Il modo di porsi, di condurre il colloquio ha effetti positivi o negativi non solo sul momento, ma anche mesi dopo la morte del defunto. In tutti gli studi selezionati la morte cerebrale è argomento che porta con sé ambiguità. Questa sua ambivalenza, se chiarita, è la chiave di svolta per il distacco dal proprio caro e quindi il superamento del lutto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/4129