Nella prima parte, prendendo le mosse dalle riflessioni di Meneghello sul rapporto tra l'esperienza e la scrittura, si presenta una sintesi delle caratteristiche della scrittura letteraria meneghelliana, in particolare per quanto riguarda Libera nos a Malo e Pomo Pero. Si ripone particolare attenzione all'identità poliglotta e polipatride di Meneghello, delineando il rapporto dialogico che nella sua scrittura si instaura tra le varie lingue, primariamente l'italiano (letterario e popolare), l'inglese e il dialetto vicentino. Si seguita a considerare la speciale funzione che possiede il dialetto per Meneghello e si conclude soffermandosi sulle riflessioni meneghelliane riguardo il tentativo di far trasparire il nucleo più vero dell'esperienza mediante la scrittura, ossia attraverso le «interazioni creative». Nella seconda parte vi è un'analisi delle forme e le funzioni che tali interazioni assumono, con alcune digressioni teoriche sui concetti di intertestualità e interdiscorsività, arrivando progressivamente ad approfondire il ruolo di particolare rilievo che riveste Dante nel gioco di sovrapposizioni che impregna la testura meneghelliana e l'uso che Meneghello fa del dantismo tra le fila della propria testura. La terza parte si concentra sulle presenze dantesche presenti in Libera nos a malo e Pomo pero, come esempio di «interazione forte», individuando costanti e tendenze nelle dinamiche memoriali e nei meccanismi intertestuali (citazione, allusione, eccetera) adottati da Meneghello, e la funzione svolta dai dantismi all'interno del testo.

Interazioni forti. Presenze dantesche nella lingua di Luigi Meneghello.

VIALE, DAVIDE
2018/2019

Abstract

Nella prima parte, prendendo le mosse dalle riflessioni di Meneghello sul rapporto tra l'esperienza e la scrittura, si presenta una sintesi delle caratteristiche della scrittura letteraria meneghelliana, in particolare per quanto riguarda Libera nos a Malo e Pomo Pero. Si ripone particolare attenzione all'identità poliglotta e polipatride di Meneghello, delineando il rapporto dialogico che nella sua scrittura si instaura tra le varie lingue, primariamente l'italiano (letterario e popolare), l'inglese e il dialetto vicentino. Si seguita a considerare la speciale funzione che possiede il dialetto per Meneghello e si conclude soffermandosi sulle riflessioni meneghelliane riguardo il tentativo di far trasparire il nucleo più vero dell'esperienza mediante la scrittura, ossia attraverso le «interazioni creative». Nella seconda parte vi è un'analisi delle forme e le funzioni che tali interazioni assumono, con alcune digressioni teoriche sui concetti di intertestualità e interdiscorsività, arrivando progressivamente ad approfondire il ruolo di particolare rilievo che riveste Dante nel gioco di sovrapposizioni che impregna la testura meneghelliana e l'uso che Meneghello fa del dantismo tra le fila della propria testura. La terza parte si concentra sulle presenze dantesche presenti in Libera nos a malo e Pomo pero, come esempio di «interazione forte», individuando costanti e tendenze nelle dinamiche memoriali e nei meccanismi intertestuali (citazione, allusione, eccetera) adottati da Meneghello, e la funzione svolta dai dantismi all'interno del testo.
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