La presente ricerca ha per oggetto la costruzione, nel 1677, dell'altare marmoreo dedicato al Santissimo Crocifisso nella chiesa di Santa Teresa e il ruolo ricoperto dallo scultore in legno Francesco Borello, coinvolto nell'impresa insieme allo scultore luganese Giuseppe Sala. Ripercorsa la storia della chiesa, la cui costruzione è iniziata nel 1642 grazie alle numerose sovvenzioni da parte di Maria Cristina e da Carlo Emanuele II , si sono analizzati i contratti pattuiti nel 1677 per la costruzione di due altari ¿gemelli¿, quello del Santissimo Crocifisso e quello di San Giovanni della Croce, e il successivo contratto per la costruzione dell'altare maggiore nel 1679. Il contratto relativo alla costruzione dell'altare della cappella del Crocifisso ¿ analizzato nel secondo capitolo ¿ definiva con chiarezza i ruoli ricoperti dagli artisti: Francesco Borello, lo ¿scultore di bosco¿ aveva il compito d'intagliare il modello ligneo dell'altare, mentre il luganese Sala, spesso citato come ¿mastro architetto e scultore di statue¿, s'impegnava a scolpire non solo l'altare marmoreo, seguendo il modello del suo collega, ma anche le otto statue previste dal contratto, comprendenti le sculture della Vergine Addolorata e del San Giovanni Evangelista che occupano le due nicchie dell'altare. Per comprendere a fondo l'effettivo ruolo degli artisti nell'impresa, sono state ripercorse nel terzo capitolo le loro attività artistiche; è emersa la stretta somiglianza tra la Vergine marmorea di Santa Teresa e altre due sculture lignee omonime facenti parte del gruppo del ¿Calvario¿ attribuite al Borello e ubicate rispettivamente nel duomo di Torino e nella chiesa dei Santi Elena ed Eusebio a Villafranca d'Asti. Questo dato ha permesso di affermare che Borello, che fin ad oggi conosciamo soltanto come scultore in legno, abbia fornito il modello per questa scultura. Il San Giovanni Evangelista di Santa Teresa risulta invece lontano dalla Vergine, soprattutto nel trattamento del panneggio e nella dinamicità: è da escludere infatti un ipotetico coinvolgimento del Borello nella realizzazione di tale opera, in quanto differisce notevolmente dalle sue sculture lignee; potrebbe essere opera del solo Sala, oppure di una collaborazione di quest'ultimo con un altro artista, come anche l'esecuzione della Vergine su modello di Borello. Nel quarto ed ultimo capitolo viene approfondito il confronto tra le opere del Borello, al fine di comprovare la sua paternità del modello della Vergine e smentire in via definitiva il suo coinvolgimento nella creazione del San Giovanni marmoreo.

Francesco Borello e le sculture dell'altare del Crocifisso nella chiesa di Santa Teresa a Torino

D'ALARIO, ELENA
2017/2018

Abstract

La presente ricerca ha per oggetto la costruzione, nel 1677, dell'altare marmoreo dedicato al Santissimo Crocifisso nella chiesa di Santa Teresa e il ruolo ricoperto dallo scultore in legno Francesco Borello, coinvolto nell'impresa insieme allo scultore luganese Giuseppe Sala. Ripercorsa la storia della chiesa, la cui costruzione è iniziata nel 1642 grazie alle numerose sovvenzioni da parte di Maria Cristina e da Carlo Emanuele II , si sono analizzati i contratti pattuiti nel 1677 per la costruzione di due altari ¿gemelli¿, quello del Santissimo Crocifisso e quello di San Giovanni della Croce, e il successivo contratto per la costruzione dell'altare maggiore nel 1679. Il contratto relativo alla costruzione dell'altare della cappella del Crocifisso ¿ analizzato nel secondo capitolo ¿ definiva con chiarezza i ruoli ricoperti dagli artisti: Francesco Borello, lo ¿scultore di bosco¿ aveva il compito d'intagliare il modello ligneo dell'altare, mentre il luganese Sala, spesso citato come ¿mastro architetto e scultore di statue¿, s'impegnava a scolpire non solo l'altare marmoreo, seguendo il modello del suo collega, ma anche le otto statue previste dal contratto, comprendenti le sculture della Vergine Addolorata e del San Giovanni Evangelista che occupano le due nicchie dell'altare. Per comprendere a fondo l'effettivo ruolo degli artisti nell'impresa, sono state ripercorse nel terzo capitolo le loro attività artistiche; è emersa la stretta somiglianza tra la Vergine marmorea di Santa Teresa e altre due sculture lignee omonime facenti parte del gruppo del ¿Calvario¿ attribuite al Borello e ubicate rispettivamente nel duomo di Torino e nella chiesa dei Santi Elena ed Eusebio a Villafranca d'Asti. Questo dato ha permesso di affermare che Borello, che fin ad oggi conosciamo soltanto come scultore in legno, abbia fornito il modello per questa scultura. Il San Giovanni Evangelista di Santa Teresa risulta invece lontano dalla Vergine, soprattutto nel trattamento del panneggio e nella dinamicità: è da escludere infatti un ipotetico coinvolgimento del Borello nella realizzazione di tale opera, in quanto differisce notevolmente dalle sue sculture lignee; potrebbe essere opera del solo Sala, oppure di una collaborazione di quest'ultimo con un altro artista, come anche l'esecuzione della Vergine su modello di Borello. Nel quarto ed ultimo capitolo viene approfondito il confronto tra le opere del Borello, al fine di comprovare la sua paternità del modello della Vergine e smentire in via definitiva il suo coinvolgimento nella creazione del San Giovanni marmoreo.
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