Questa relazione finale ha come obbiettivo la ricerca e la valutazione di possibili alternative allo zolfo ammesse in viticoltura biologica. Lo zolfo è un importante mezzo di lotta all'oidio della vite (Erysiphe necator). La preoccupazione nei confronti di questa ampelopatia sta aumentando negli ultimi anni in seguito al particolare andamento climatico, caratterizzato da riduzione della piovosità estiva, con temperature ed umidità elevate. Negli ultimi anni la ricerca e l'uso di alternative meno impattanti dei fungicidi di sintesi chimica sono divenuti sempre più importanti, in seguito a limitazioni d'uso o per la necessità di una maggiore sostenibilità ambientale. La ricerca di alternative naturali e/o non dannose per l'uomo e per l'ambiente è fondamentale per ridurre l'uso di zolfo e di prodotti di sintesi chimica. Si riportano quattro possibili alternative allo zolfo che hanno fornito risultati positivi in prove di contenimento dell'oidio. Sono Ampelomyces quisqualis, il chitosano, la laminarina e il bicarbonato di potassio. A. quisqualis è un fungo iperparassita di tutte le strutture cellulari di diversi mal bianchi, non solo della vite. Viene commercializzato sotto forma di granuli idrodisperdibili di spore (AQ 10®). Soddisfacenti risultati si hanno quando l'applicazione è tardo-estiva/autunnale: in quel periodo vengono parassitizzati i cleistoteci. Inoltre, applicazioni precoci sono più efficaci di quelle tardive, perché i cleistoteci in sviluppo sono in una fase più sensibile. A. quisqualis è un importante mezzo per la riduzione dell'inoculo primario. Il chitosano è un polisaccaride costituente della parete cellulare di diversi funghi (inclusi quelli patogeni). Svolge la funzione di elicitore: viene riconosciuto come molecola estranea, scatenando una serie di risposte che includono la sintesi di sostanze a carattere antifungino, come fitoalessine e PR proteins. Si riscontra una discreta capacità nell'aumentare il contenuto di polifenoli totali nei vinaccioli e nella buccia, un'ottima protezione dall'oidio se impiegato da solo, settimanalmente e ad alto dosaggio (10 ml l-1) e un lieve miglioramento nel contenimento della malattia se impiegato insieme allo zolfo. La laminarina è anch'esso un polisaccaride simile alle strutture della parete cellulare dei funghi patogeni, e viene estratto dall'alga bruna Laminaria digitata. Oltre alla sintesi di fitoalessine e PR proteins, induce nella vite la produzione di acqua ossigenata, l'accumulo di Ca2+ e l'alcalinizzazione del mezzo cellulare. Si registra una buona capacità nel contenere le infezioni di oidio in pieno campo quando impiegata da sola, con risultati di poco inferiori a quelli dello zolfo. Il bicarbonato di potassio può essere impiegato come fungicida aspecifico. Si presume possa agire variando la pressione osmotica delle cellule del patogeno, innalzando il pH sulle superfici della pianta, disattivando enzimi e disidratando le cellule. Sperimentazioni di contenimento dell'oidio sono ancora in corso, ma i primi risultati sono promettenti e inoltre fornisce una protezione nei confronti di Botrytis cinerea paragonabile a quella offerta dai fungicidi di sintesi chimica, se impiegato a 4 kg ha-1. Questi mezzi di contenimento dell'oidio forniscono interessati risultati, e presentano sia caratteristiche positive, come il non lasciare residui, la sicurezza nei confronti dell'uomo e dell'ambiente e il non presentare tempi di carenza, ma anche caratteristiche negative, come bassa persistenza, bassa efficacia in caso di pressione elevata della malattia e necessità di una più alta frequenza dei trattamenti.
Alternative allo zolfo in viticoltura biologica
PAGLIARINO, MARCO
2016/2017
Abstract
Questa relazione finale ha come obbiettivo la ricerca e la valutazione di possibili alternative allo zolfo ammesse in viticoltura biologica. Lo zolfo è un importante mezzo di lotta all'oidio della vite (Erysiphe necator). La preoccupazione nei confronti di questa ampelopatia sta aumentando negli ultimi anni in seguito al particolare andamento climatico, caratterizzato da riduzione della piovosità estiva, con temperature ed umidità elevate. Negli ultimi anni la ricerca e l'uso di alternative meno impattanti dei fungicidi di sintesi chimica sono divenuti sempre più importanti, in seguito a limitazioni d'uso o per la necessità di una maggiore sostenibilità ambientale. La ricerca di alternative naturali e/o non dannose per l'uomo e per l'ambiente è fondamentale per ridurre l'uso di zolfo e di prodotti di sintesi chimica. Si riportano quattro possibili alternative allo zolfo che hanno fornito risultati positivi in prove di contenimento dell'oidio. Sono Ampelomyces quisqualis, il chitosano, la laminarina e il bicarbonato di potassio. A. quisqualis è un fungo iperparassita di tutte le strutture cellulari di diversi mal bianchi, non solo della vite. Viene commercializzato sotto forma di granuli idrodisperdibili di spore (AQ 10®). Soddisfacenti risultati si hanno quando l'applicazione è tardo-estiva/autunnale: in quel periodo vengono parassitizzati i cleistoteci. Inoltre, applicazioni precoci sono più efficaci di quelle tardive, perché i cleistoteci in sviluppo sono in una fase più sensibile. A. quisqualis è un importante mezzo per la riduzione dell'inoculo primario. Il chitosano è un polisaccaride costituente della parete cellulare di diversi funghi (inclusi quelli patogeni). Svolge la funzione di elicitore: viene riconosciuto come molecola estranea, scatenando una serie di risposte che includono la sintesi di sostanze a carattere antifungino, come fitoalessine e PR proteins. Si riscontra una discreta capacità nell'aumentare il contenuto di polifenoli totali nei vinaccioli e nella buccia, un'ottima protezione dall'oidio se impiegato da solo, settimanalmente e ad alto dosaggio (10 ml l-1) e un lieve miglioramento nel contenimento della malattia se impiegato insieme allo zolfo. La laminarina è anch'esso un polisaccaride simile alle strutture della parete cellulare dei funghi patogeni, e viene estratto dall'alga bruna Laminaria digitata. Oltre alla sintesi di fitoalessine e PR proteins, induce nella vite la produzione di acqua ossigenata, l'accumulo di Ca2+ e l'alcalinizzazione del mezzo cellulare. Si registra una buona capacità nel contenere le infezioni di oidio in pieno campo quando impiegata da sola, con risultati di poco inferiori a quelli dello zolfo. Il bicarbonato di potassio può essere impiegato come fungicida aspecifico. Si presume possa agire variando la pressione osmotica delle cellule del patogeno, innalzando il pH sulle superfici della pianta, disattivando enzimi e disidratando le cellule. Sperimentazioni di contenimento dell'oidio sono ancora in corso, ma i primi risultati sono promettenti e inoltre fornisce una protezione nei confronti di Botrytis cinerea paragonabile a quella offerta dai fungicidi di sintesi chimica, se impiegato a 4 kg ha-1. Questi mezzi di contenimento dell'oidio forniscono interessati risultati, e presentano sia caratteristiche positive, come il non lasciare residui, la sicurezza nei confronti dell'uomo e dell'ambiente e il non presentare tempi di carenza, ma anche caratteristiche negative, come bassa persistenza, bassa efficacia in caso di pressione elevata della malattia e necessità di una più alta frequenza dei trattamenti.File | Dimensione | Formato | |
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