La presente verte sull'analisi dei distretti industriali, partendo dai primi cenni storici di Alfred Marshall, fino ad arrivare agli studi di Giacomo Beccatini con un breve riferimento a J. H. von Thünen e Alfred Weber. Particolare enfasi è stata posta sui punti di forza che hanno permesso a questa realtà economica di perdurare ed evolversi nel tempo, costituendo il fulcro di molte economie in diversi Paesi del Mondo, nonché sui limiti che li caratterizzano. Uno dei Paesi europei con il maggior numero di distretti industriali è proprio l'Italia; essi, infatti, costituiscono circa un quarto del sistema produttivo del nostro Paese. A testimonianza di ciò, la decima edizione del Rapporto annuale svolto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha mappato 153 distretti industriali, che contano circa 18.000 imprese. La produzione distrettuale si concentra prevalentemente nelle '4A' del made in Italy: Abbigliamento, Arredo, Automazione, Alimentari. L'attenzione viene posta sul distretto orafo di Valenza Po, in provincia di Alessandria, rinomato in tutto il Mondo per i propri manufatti, creati da sapienti artigiani, in grado di trasformare i metalli in creazioni artistiche di qualità e pregio. Le prime testimonianze di questa tradizione artigianale risalgono ai primi anni del 1800 con l'orafo pavese Francesco Caramora, che decise di trasferire il suo laboratorio nella città di Valenza. Da quel momento in poi, la produzione si espanse e 100 anni dopo, la città contava 43 aziende orafe, che impiegavano approssimativamente 613 operai specializzati. Oggi il distretto orafo di Valenza Po è un caso di made in Italy conosciuto a livello internazionale, soprattutto grazie ai grandi marchi come Casa Damiani, Cartier e Bulgari; quest'ultimo, sul finire del 2017 ha avviato la produzione nel nuovo stabilimento di recente costruzione, limitrofo alla città, incrementando l'occupazione e la produzione. In ultima battuta potremmo soffermarci sull'artigianalità dei manufatti prodotti nel distretto, che consente agli oggetti di assumere valore proprio per la conservazione della produzione manifatturiera, malgrado anche tale settore sia stato coinvolto dalle innovazioni tecnologiche, consentendo l'apprezzamento del prodotto a livello mondiale e risultando protagonista nelle esportazioni, con risvolti positivi sul fatturato.
I DISTRETTI INDUSTRIALI: IL DISTRETTO ORAFO DI VALENZA PO
MARINOTTO, CARLOTTA
2017/2018
Abstract
La presente verte sull'analisi dei distretti industriali, partendo dai primi cenni storici di Alfred Marshall, fino ad arrivare agli studi di Giacomo Beccatini con un breve riferimento a J. H. von Thünen e Alfred Weber. Particolare enfasi è stata posta sui punti di forza che hanno permesso a questa realtà economica di perdurare ed evolversi nel tempo, costituendo il fulcro di molte economie in diversi Paesi del Mondo, nonché sui limiti che li caratterizzano. Uno dei Paesi europei con il maggior numero di distretti industriali è proprio l'Italia; essi, infatti, costituiscono circa un quarto del sistema produttivo del nostro Paese. A testimonianza di ciò, la decima edizione del Rapporto annuale svolto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha mappato 153 distretti industriali, che contano circa 18.000 imprese. La produzione distrettuale si concentra prevalentemente nelle '4A' del made in Italy: Abbigliamento, Arredo, Automazione, Alimentari. L'attenzione viene posta sul distretto orafo di Valenza Po, in provincia di Alessandria, rinomato in tutto il Mondo per i propri manufatti, creati da sapienti artigiani, in grado di trasformare i metalli in creazioni artistiche di qualità e pregio. Le prime testimonianze di questa tradizione artigianale risalgono ai primi anni del 1800 con l'orafo pavese Francesco Caramora, che decise di trasferire il suo laboratorio nella città di Valenza. Da quel momento in poi, la produzione si espanse e 100 anni dopo, la città contava 43 aziende orafe, che impiegavano approssimativamente 613 operai specializzati. Oggi il distretto orafo di Valenza Po è un caso di made in Italy conosciuto a livello internazionale, soprattutto grazie ai grandi marchi come Casa Damiani, Cartier e Bulgari; quest'ultimo, sul finire del 2017 ha avviato la produzione nel nuovo stabilimento di recente costruzione, limitrofo alla città, incrementando l'occupazione e la produzione. In ultima battuta potremmo soffermarci sull'artigianalità dei manufatti prodotti nel distretto, che consente agli oggetti di assumere valore proprio per la conservazione della produzione manifatturiera, malgrado anche tale settore sia stato coinvolto dalle innovazioni tecnologiche, consentendo l'apprezzamento del prodotto a livello mondiale e risultando protagonista nelle esportazioni, con risvolti positivi sul fatturato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/40713