Questa ricerca si pone l'obiettivo di raccontare ciò che i contemporanei del XVIII secolo hanno narrato avvalendosi della Sindone. La domanda che mi sono posto all'inizio del lavoro è stata: il clero piemontese del Settecento ha utilizzato la Sindone per fini politici e per commentare i fatti accaduti in questo secolo, come ad esempio l'assedio di Torino del 1706 o la Rivoluzione francese? Ricercando tra le fonti in archivio e tra i vari documenti analizzati, non ho trovato riscontri per una risposta affermativa. Direi di più: nei ventiquattro testi esaminati non si parla affatto della realtà politica e sociale del XVIII secolo eccetto in due panegirici. Il primo scritto per le nozze tra il principe Carlo Emanuele di Savoia (futuro Re Carlo Emanuele IV) e la principessa di Francia Maria Clotilde ed il secondo in cui si fanno brevi riferimenti alla Rivoluzione francese . In quasi cent'anni di opere che vanno dal 1703 al 1798 , non si trovano riferimenti alla realtà corrente e i temi trattati sono sempre gli stessi, cioè lodi ed encomi alla Sindone. Ogni autore tratta l'argomento in modo personale e, anche se esistono poche variazioni nelle argomentazioni, per stile e riferimenti, ho potuto notare punti di connessione che tratterò e analizzerò nei capitoli di questo mio lavoro. Nella prima parte descrivo, in sintesi, i ventiquattro panegirici e tratto le tematiche relative alla figura e al sangue di Cristo, all'impronta del corpo lasciata dal sangue e alle pene inferte a Gesù. Esamino, poi, le citazioni che questi autori utilizzano nei loro scritti e come i dedicatari di queste opere, cioè Casa Savoia e la città di Torino, vengono descritti. Dedico, infine, l'ultima parte alla vita degli autori e alla storia della Sindone.

La produzione panegirica a tema sindonico nel Settecento

STROBINO, MATTEO
2018/2019

Abstract

Questa ricerca si pone l'obiettivo di raccontare ciò che i contemporanei del XVIII secolo hanno narrato avvalendosi della Sindone. La domanda che mi sono posto all'inizio del lavoro è stata: il clero piemontese del Settecento ha utilizzato la Sindone per fini politici e per commentare i fatti accaduti in questo secolo, come ad esempio l'assedio di Torino del 1706 o la Rivoluzione francese? Ricercando tra le fonti in archivio e tra i vari documenti analizzati, non ho trovato riscontri per una risposta affermativa. Direi di più: nei ventiquattro testi esaminati non si parla affatto della realtà politica e sociale del XVIII secolo eccetto in due panegirici. Il primo scritto per le nozze tra il principe Carlo Emanuele di Savoia (futuro Re Carlo Emanuele IV) e la principessa di Francia Maria Clotilde ed il secondo in cui si fanno brevi riferimenti alla Rivoluzione francese . In quasi cent'anni di opere che vanno dal 1703 al 1798 , non si trovano riferimenti alla realtà corrente e i temi trattati sono sempre gli stessi, cioè lodi ed encomi alla Sindone. Ogni autore tratta l'argomento in modo personale e, anche se esistono poche variazioni nelle argomentazioni, per stile e riferimenti, ho potuto notare punti di connessione che tratterò e analizzerò nei capitoli di questo mio lavoro. Nella prima parte descrivo, in sintesi, i ventiquattro panegirici e tratto le tematiche relative alla figura e al sangue di Cristo, all'impronta del corpo lasciata dal sangue e alle pene inferte a Gesù. Esamino, poi, le citazioni che questi autori utilizzano nei loro scritti e come i dedicatari di queste opere, cioè Casa Savoia e la città di Torino, vengono descritti. Dedico, infine, l'ultima parte alla vita degli autori e alla storia della Sindone.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/40617