: Cette étude propose une comparaison entre deux pièces du XVIIe siècle qui appartiennent au genre tragique : Les Amours tragiques de Pyrame et Thisbé (1623) et Le Pyrame de Jean Puget de La Serre (1629). Les deux pièces, composées dans les années 1620, s'insèrent dans un contexte très varié. En effet, à cette période le panorama dramaturgique français est dominé par le nouveau genre de la tragi-comédie et par la pastorale, tandis que la tragédie est moins présente. Cette thèse a le but de signaler et comprendre les éléments communs aux deux pièces et les caractéristiques qui diffèrent. Les similitudes sont nombreuses, ce qui s'explique par le choix de Puget d'utiliser comme source non pas Ovide, c'est-à-dire la source originaire du mythe, mais directement Théophile. Beaucoup de chercheurs ont réfléchi sur la possibilité du plagiat de la part de Puget. Il est vrai que l'intrigue du Pyrame est entièrement conforme à celle des Amours tragiques de Pyrame et Thisbé. Toutefois, les deux pièces diffèrent en ce qui concerne le choix du titre, la forme utilisée (la forme poétique chez Théophile et la prose chez Puget). Mais surtout Puget ajoute deux scènes inventées ex novo qui, même si elles ne modifient pas l'intrigue, représentent la partie d'inventio originale de l'auteur. On doit considérer aussi qu'aux XVIIe siècle la notion d'imitation était beaucoup différente de celle qu'on connait aujourd'hui. Donc, il n'était pas rare de trouver une ¿uvre très similaire à sa source, étant donné que le lecteur appréciait le traitement du sujet par l'auteur et pas le sujet même, souvent déjà très connu par le public. En plus, Puget maintien ce qu'on pourrait définir le « pathétique tragique » présent chez Théophile. Ce pathétique introduit et prépare l'issue funeste qui consiste en la mort des amants, motif typique de la tragédie de l'époque. L'élément tragique est présent principalement dans l'expression presque lyrique des monologues du dernier acte ¿ fidèlement repris par Puget - dans lesquels expriment dans un climax ascendant leur inquiétude pour l'absence de l'amant, leur angoisse pour la présence de la bête féroce et enfin le désespoir mutuel face à la mort du bien-aimé.
Questo studio propone un parallelismo fra due opere teatrali secentesche, entrambe appartenenti al genere tragico : Les Amours tragiques de Pyrame et Thisbé di Théophile de Viau (1623) e Le Pyrame di Jean Puget de La Serre (1629). Le due pièce, composte negli anni '20 del 600, si inseriscono in un contesto assai vario. Infatti, in questo periodo, oltre alla tragedia ¿ presente in misura minore -, il panorama drammaturgico francese offre grande spazio al nuovo genere della tragicommedia e alla pastorale. La tesi si pone come obiettivo di segnalare e comprendere gli elementi comuni alle due pièce e le caratteristiche che invece le differenziano. Le similitudini sono numerose, il che si spiega facilmente se si considera che Puget de La Serre ha imitato non tanto Ovidio, fonte del mito di Piramo e Tisbe, quanto direttamente lo stesso Théophile. Si è discusso molto sull'esistenza o meno di plagio nell'opera di Puget. Se è vero che l'intrigo del Pyrame è del tutto conforme a quello de Les Amours tragiques de Pyrame et Thisbé, le due opere differiscono per quanto riguarda la scelta del titolo, la forma utilizzata (la forma poetica in Théophile e la prosa in Puget), e soprattutto per l'aggiunta di due scene nell'opera di Puget, inventate ex novo, che, anche se non modificano l'intrigo, rappresentano comunque la parte d'inventio originale dell'autore. Si consideri anche che nel XVII secolo, la nozione d'imitazione era assai differente da quella che conosciamo oggi. Pertanto, non era raro trovare opere così simili alle proprie fonti, dal momento che ciò che veniva valutato da un eventuale lettore non era tanto l'argomento in sé, quanto la trattazione stessa del soggetto, magari già conosciuto dai più. Oltre all'intrigo generale dell'opera, Puget mantiene intatto ciò che potremmo definire il ¿patetismo tragico¿ presente in Théophile. Esso introduce e prepara il finale funesto che consiste nella morte degli amanti, motivo tipico della tragedia dell'epoca. L'elemento tragico viene declinato principalmente nell'espressione quasi lirica dei monologhi dell'ultimo atto - parte fedelmente riportata da Puget ¿ in cui i due protagonisti esprimono in un climax ascendente la loro preoccupazione per l'assenza dell'amato, la loro angoscia per la presenza della bestia feroce e infine la disperazione reciproca davanti alla morte della persona amata.
Il mito di Piramo e Tisbe in Théophile de Viau e Jean Puget de La Serre: un confronto e un'analisi estetica e strutturale
FERRERO, MARTA
2018/2019
Abstract
Questo studio propone un parallelismo fra due opere teatrali secentesche, entrambe appartenenti al genere tragico : Les Amours tragiques de Pyrame et Thisbé di Théophile de Viau (1623) e Le Pyrame di Jean Puget de La Serre (1629). Le due pièce, composte negli anni '20 del 600, si inseriscono in un contesto assai vario. Infatti, in questo periodo, oltre alla tragedia ¿ presente in misura minore -, il panorama drammaturgico francese offre grande spazio al nuovo genere della tragicommedia e alla pastorale. La tesi si pone come obiettivo di segnalare e comprendere gli elementi comuni alle due pièce e le caratteristiche che invece le differenziano. Le similitudini sono numerose, il che si spiega facilmente se si considera che Puget de La Serre ha imitato non tanto Ovidio, fonte del mito di Piramo e Tisbe, quanto direttamente lo stesso Théophile. Si è discusso molto sull'esistenza o meno di plagio nell'opera di Puget. Se è vero che l'intrigo del Pyrame è del tutto conforme a quello de Les Amours tragiques de Pyrame et Thisbé, le due opere differiscono per quanto riguarda la scelta del titolo, la forma utilizzata (la forma poetica in Théophile e la prosa in Puget), e soprattutto per l'aggiunta di due scene nell'opera di Puget, inventate ex novo, che, anche se non modificano l'intrigo, rappresentano comunque la parte d'inventio originale dell'autore. Si consideri anche che nel XVII secolo, la nozione d'imitazione era assai differente da quella che conosciamo oggi. Pertanto, non era raro trovare opere così simili alle proprie fonti, dal momento che ciò che veniva valutato da un eventuale lettore non era tanto l'argomento in sé, quanto la trattazione stessa del soggetto, magari già conosciuto dai più. Oltre all'intrigo generale dell'opera, Puget mantiene intatto ciò che potremmo definire il ¿patetismo tragico¿ presente in Théophile. Esso introduce e prepara il finale funesto che consiste nella morte degli amanti, motivo tipico della tragedia dell'epoca. L'elemento tragico viene declinato principalmente nell'espressione quasi lirica dei monologhi dell'ultimo atto - parte fedelmente riportata da Puget ¿ in cui i due protagonisti esprimono in un climax ascendente la loro preoccupazione per l'assenza dell'amato, la loro angoscia per la presenza della bestia feroce e infine la disperazione reciproca davanti alla morte della persona amata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/40601