Objectives: to analyse the clinical and epidemiological features in children with chronic daily headache (CDH) and to identify risk factors for multidisciplinary approach, pharmacological prophylaxis and psychological treatment. Methods: we retrospectively analysed the data of CDH patients (according to the ICHD-III classification) referred to the Headache centre between 1 January 2015 and 31 December 2017. We collected follow-up data by the 4-month clinical report or by phone interview. Statistical analyses included descriptive and association analyses, with p<0.05 as significance level. Results: 726 patients referred to the Headache centre: 62 (8.5%) had CHD, 64.5% were females and 35.5% males, mean age was 11.1 ± 2.6 years. A family history of headache was reported in 67.7% of the patients and stressful life events in 22.6% (i.e. parental separation). According the ICHD-III classification, the migraine without aura was the most frequent subtype (32.5%), followed by unclassifiable headache (29%), tension-type headache (21%), mixed headache (14%) and migraine with aura (3.5%). Furthermore, a New-Daily Persistent Headache was diagnosed in 38.7% of the patients. Twenty-three patients (37%) underwent brain MRI, that showed abnormalities in 6.5% of the cases (i.e. complex craniosynostosis, functional hyperplasia of the adenohypophysis, Chiari malformation type I) and 13 patients (21%) were suggested to perform it. Furthermore, 87% of the patients were suggested to start a pharmacological prophylaxis and 64.5% a psychological treatment. Analysis of the population according the suggestion of psychological treatment did not show any difference between the 2 groups in age, sex, family history for headache, pharmacological prophylaxis, use of analgesic drugs. We found significant difference in MRI findings (p=0.016), stressful life events (p=0.012), frequency and severity (p=0.021 and p=0.045) of headache episodes, that confirms an adequate selection of the patients for psychological treatment. At the follow-up evaluation data for 54 patients are available: 31% of CDH patients had started a psychological treatment, that means a 43% compliance. The frequency of headache episodes was sporadic in 40% of the cases, daily in 33%, episodic in 11%, none in 16%; the pain severity was moderate in 41%, mild in 39%, intense in 20%. Analgesic use was reported as frequent in 9% of the patients, sporadic in 35%, none in 56% (no difference between the patients in psychological treatment compared with those not in treatment). We observed a significant association between analgesic use and the severity (p<0.001) and the frequency of the headache episodes (p=0.036). Conclusions: our CDH prevalence rate is similar to the literature review. This is an increasing disease in children and adolescents in which family history of headache and stressful life events are important risk factors. In most of the cases CDH is a primary headache, but it requires a complete diagnostic management, including neurological examination and neuroimaging, to provide an adequate treatment. The multidisciplinary approach (analgesic drugs if needed, continuous prophylaxis, psychological treatment) allowed a better pain management, by limiting medications overuse, in particular for intense headache episodes. Nevertheless, in our series this approach demonstrated an incomplete efficacy in headache evolution. A further evaluation including a longer follow-up would be helpful for all the patients.

Obiettivi: analizzare le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche di pazienti pediatrici con cefalea cronica quotidiana (CCQ) e identificare i fattori di rischio per approccio terapeutico multidisciplinare, profilassi farmacologica, percorso psicodiagnostico (NPI). Metodi: sono stati analizzati retrospettivamente i dati dei pazienti afferiti al Centro cefalee OIRM per prima visita dal 01.01.2015 al 31.12.2017, affetti da CCQ, diagnosticata secondo i criteri ICHD-III. Le informazioni di follow-up sono state ricavate dai controlli clinici a 4 mesi o, in alternativa, da interviste telefoniche. E’ stata effettuata un’analisi statistica descrittiva della casistica e d’associazione (considerando significativo p<0.05). Risultati: nel periodo in esame, dei 726 pazienti valutati, 62 (8.5%) erano affetti da CCQ, 40 femmine (64.5%) e 22 maschi (35.5%), con un’età media di 11.1 ± 2.6 anni. Il 67.7% riferiva un’anamnesi familiare positiva per cefalea, il 22.6% fattori di rischio stressanti (es. separazione dei genitori). L’emicrania senza aura è stato il tipo di cefalea (ICHD-III) più frequente, riscontrata nel 32.5% dei pazienti, seguita dalle forme non classificabili (29%), dalla cefalea tensiva (21%), cefalea mista (14%), emicrania con aura (3.5%). Il 38.7% dei casi risultava inoltre classificabile come New-Daily Persistent Headache. Il 37% dei pazienti aveva già eseguito una RMN encefalo, risultata alterata nel 6.5%; l’indicazione a eseguirla è stata posta nel 21% del totale. La profilassi farmacologica continua (nutraceutico +/- associazione di altro farmaco) è stata prescritta nell’87% dei casi; un percorso NPI è stato indicato nel 64.5%. L’analisi dei pazienti in relazione a questa indicazione non ha evidenziato differenze significative per età, sesso, familiarità, tipo di cefalea, prescrizione di profilassi, ricorso a terapie alternative, utilizzo di analgesici; è risultata invece significativa per negatività della RMN (p=0.016), fattori di rischio stressanti (p=0.012), frequenza (p=0.021) e intensità (p=0.045) degli episodi cefalalgici, a conferma dell’adeguata selezione dei pazienti inviati al percorso NPI. Al follow-up (dati per 54 pazienti) il 31% aveva intrapreso un percorso NPI, con un’aderenza alla prescrizione del 43%. La frequenza degli episodi cefalalgici è stata riferita sporadica nel 40% dei casi, cronica quotidiana nel 33%, episodica nell’11%, nulla nel 16%; l’intensità del dolore moderata nel 41%, lieve nel 39%, invalidante nel 20%, con un ricorso all’analgesico frequente solo nel 9% dei pazienti, sporadico nel 35%, nullo nel 56%, senza differenze significative nei pazienti seguiti/non seguiti dal punto di vista NPI, ma con un’associazione significativa tra assunzione di analgesico, intensità della cefalea (p<0.001) e frequenza degli episodi (p=0.036). Conclusioni: i dati di prevalenza sono in linea con quelli della letteratura. La CCQ è una patologia in aumento in età evolutiva, per la quale un’anamnesi familiare positiva per cefalea e la presenza di disturbi della sfera emotivo-relazionale sono fattori di rischio importanti. Nella maggior parte dei casi non è secondaria a patologia organica, ma richiede un inquadramento diagnostico adeguato con eventuali esami strumentali per impostare un appropriato trattamento. La presa in carico multidisciplinare (utilizzo di analgesici, profilassi continua e percorso NPI) consente una migliore gestione del dolore, limitando l’uso del farmaco nelle forme ad alta frequenza solo per gli attacchi invalidanti; al tempo della rivalutazione tale approccio non sembra ancora completamente efficace sull’evoluzione della cefalea, per cui sarebbe utile prolungare il follow-up.

Cefalea cronica in età pediatrica e comorbidità psichiatrica: caratteristiche cliniche ed epidemiologiche

NARDELLA, ALESSANDRA
2019/2020

Abstract

Obiettivi: analizzare le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche di pazienti pediatrici con cefalea cronica quotidiana (CCQ) e identificare i fattori di rischio per approccio terapeutico multidisciplinare, profilassi farmacologica, percorso psicodiagnostico (NPI). Metodi: sono stati analizzati retrospettivamente i dati dei pazienti afferiti al Centro cefalee OIRM per prima visita dal 01.01.2015 al 31.12.2017, affetti da CCQ, diagnosticata secondo i criteri ICHD-III. Le informazioni di follow-up sono state ricavate dai controlli clinici a 4 mesi o, in alternativa, da interviste telefoniche. E’ stata effettuata un’analisi statistica descrittiva della casistica e d’associazione (considerando significativo p<0.05). Risultati: nel periodo in esame, dei 726 pazienti valutati, 62 (8.5%) erano affetti da CCQ, 40 femmine (64.5%) e 22 maschi (35.5%), con un’età media di 11.1 ± 2.6 anni. Il 67.7% riferiva un’anamnesi familiare positiva per cefalea, il 22.6% fattori di rischio stressanti (es. separazione dei genitori). L’emicrania senza aura è stato il tipo di cefalea (ICHD-III) più frequente, riscontrata nel 32.5% dei pazienti, seguita dalle forme non classificabili (29%), dalla cefalea tensiva (21%), cefalea mista (14%), emicrania con aura (3.5%). Il 38.7% dei casi risultava inoltre classificabile come New-Daily Persistent Headache. Il 37% dei pazienti aveva già eseguito una RMN encefalo, risultata alterata nel 6.5%; l’indicazione a eseguirla è stata posta nel 21% del totale. La profilassi farmacologica continua (nutraceutico +/- associazione di altro farmaco) è stata prescritta nell’87% dei casi; un percorso NPI è stato indicato nel 64.5%. L’analisi dei pazienti in relazione a questa indicazione non ha evidenziato differenze significative per età, sesso, familiarità, tipo di cefalea, prescrizione di profilassi, ricorso a terapie alternative, utilizzo di analgesici; è risultata invece significativa per negatività della RMN (p=0.016), fattori di rischio stressanti (p=0.012), frequenza (p=0.021) e intensità (p=0.045) degli episodi cefalalgici, a conferma dell’adeguata selezione dei pazienti inviati al percorso NPI. Al follow-up (dati per 54 pazienti) il 31% aveva intrapreso un percorso NPI, con un’aderenza alla prescrizione del 43%. La frequenza degli episodi cefalalgici è stata riferita sporadica nel 40% dei casi, cronica quotidiana nel 33%, episodica nell’11%, nulla nel 16%; l’intensità del dolore moderata nel 41%, lieve nel 39%, invalidante nel 20%, con un ricorso all’analgesico frequente solo nel 9% dei pazienti, sporadico nel 35%, nullo nel 56%, senza differenze significative nei pazienti seguiti/non seguiti dal punto di vista NPI, ma con un’associazione significativa tra assunzione di analgesico, intensità della cefalea (p<0.001) e frequenza degli episodi (p=0.036). Conclusioni: i dati di prevalenza sono in linea con quelli della letteratura. La CCQ è una patologia in aumento in età evolutiva, per la quale un’anamnesi familiare positiva per cefalea e la presenza di disturbi della sfera emotivo-relazionale sono fattori di rischio importanti. Nella maggior parte dei casi non è secondaria a patologia organica, ma richiede un inquadramento diagnostico adeguato con eventuali esami strumentali per impostare un appropriato trattamento. La presa in carico multidisciplinare (utilizzo di analgesici, profilassi continua e percorso NPI) consente una migliore gestione del dolore, limitando l’uso del farmaco nelle forme ad alta frequenza solo per gli attacchi invalidanti; al tempo della rivalutazione tale approccio non sembra ancora completamente efficace sull’evoluzione della cefalea, per cui sarebbe utile prolungare il follow-up.
Chronic daily headache and concomitant psychiatric disorders in childhood: clincal and epidemiological features
Objectives: to analyse the clinical and epidemiological features in children with chronic daily headache (CDH) and to identify risk factors for multidisciplinary approach, pharmacological prophylaxis and psychological treatment. Methods: we retrospectively analysed the data of CDH patients (according to the ICHD-III classification) referred to the Headache centre between 1 January 2015 and 31 December 2017. We collected follow-up data by the 4-month clinical report or by phone interview. Statistical analyses included descriptive and association analyses, with p<0.05 as significance level. Results: 726 patients referred to the Headache centre: 62 (8.5%) had CHD, 64.5% were females and 35.5% males, mean age was 11.1 ± 2.6 years. A family history of headache was reported in 67.7% of the patients and stressful life events in 22.6% (i.e. parental separation). According the ICHD-III classification, the migraine without aura was the most frequent subtype (32.5%), followed by unclassifiable headache (29%), tension-type headache (21%), mixed headache (14%) and migraine with aura (3.5%). Furthermore, a New-Daily Persistent Headache was diagnosed in 38.7% of the patients. Twenty-three patients (37%) underwent brain MRI, that showed abnormalities in 6.5% of the cases (i.e. complex craniosynostosis, functional hyperplasia of the adenohypophysis, Chiari malformation type I) and 13 patients (21%) were suggested to perform it. Furthermore, 87% of the patients were suggested to start a pharmacological prophylaxis and 64.5% a psychological treatment. Analysis of the population according the suggestion of psychological treatment did not show any difference between the 2 groups in age, sex, family history for headache, pharmacological prophylaxis, use of analgesic drugs. We found significant difference in MRI findings (p=0.016), stressful life events (p=0.012), frequency and severity (p=0.021 and p=0.045) of headache episodes, that confirms an adequate selection of the patients for psychological treatment. At the follow-up evaluation data for 54 patients are available: 31% of CDH patients had started a psychological treatment, that means a 43% compliance. The frequency of headache episodes was sporadic in 40% of the cases, daily in 33%, episodic in 11%, none in 16%; the pain severity was moderate in 41%, mild in 39%, intense in 20%. Analgesic use was reported as frequent in 9% of the patients, sporadic in 35%, none in 56% (no difference between the patients in psychological treatment compared with those not in treatment). We observed a significant association between analgesic use and the severity (p<0.001) and the frequency of the headache episodes (p=0.036). Conclusions: our CDH prevalence rate is similar to the literature review. This is an increasing disease in children and adolescents in which family history of headache and stressful life events are important risk factors. In most of the cases CDH is a primary headache, but it requires a complete diagnostic management, including neurological examination and neuroimaging, to provide an adequate treatment. The multidisciplinary approach (analgesic drugs if needed, continuous prophylaxis, psychological treatment) allowed a better pain management, by limiting medications overuse, in particular for intense headache episodes. Nevertheless, in our series this approach demonstrated an incomplete efficacy in headache evolution. A further evaluation including a longer follow-up would be helpful for all the patients.
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