L'elaborato di tesi proposto ha l'intento di trasportare il lettore nell'antica Mesopotamia. Partendo da un excursus storico che illustri le popolazioni sumeriche, quelle babilonesi e quelle assire, si concentra, particolarmente, sulla civiltà babilonese e sull'importanza che tale popolazione conferisce al sapere. Tra i tanti campi di studio vengono messe in luce, in particolare, le conoscenze astronomiche e astrologiche derivate, in precedenza, dai Sumeri e le pratiche divinatorie. Viene approfondito, in generale, il legame tra terra e cielo, poiché gli dei, attraverso i fenomeni celesti e terrestri, esprimono la loro volontà e, quindi, la lettura corretta di tali fenomeni, può pronosticare gli eventi futuri. Si passa, poi, ad esaminare il pantheon mesopotamico e la gerarchia delle varie divinità. Tra quelle più importanti, per i Babilonesi, vi sono il dio Marduk e la dea Ishtar. Il dio Marduk ha un ruolo fondamentale, perché ha permesso che a Babilonia tornasse la pace, dato che il regno dell'ultimo re babilonese, Nabonedo, ha creato disordine. Si dice che grazie all'intermediazione di Marduk, Babilonia sia stata conquistata dall'impero persiano di Ciro il Grande, una figura nominata e descritta, anche, nella Bibbia e che ha permesso, oltretutto, che il tempio di Gerusalemme, distrutto dai Babilonesi, fosse ricostruito. Prima della sua distruzione, sorgeva sul monte Moriah, luogo in cui nella Bibbia si racconta che stesse per avvenire il sacrificio di Isacco da parte di Abramo. L'episodio del sacrificio si ritrova anche in un altro testo sacro di un'altra religione monoteista: il Corano. L'altra dea esaminata è la figura di Ishtar, assimilabile ad una dea venerata dagli arabi nell'epoca preislamica, cioè al-ʾUzza. A questo punto è inserita l'analisi, con citazioni in lingua araba e relativa traduzione, di queste due dee, la loro simbologia, il legame e l'associazione con altre divinità. Segue poi, alla fine dell'elaborato, l'appendice con i vari testi arabi e la rispettiva traduzione in italiano, utilizzati nel capitolo che concerne il confronto fra la dea babilonese e quella araba.

Tra cielo e terra: la dea babilonese Ishtar e l'araba al-Uzza

SARACINO, ERICA
2018/2019

Abstract

L'elaborato di tesi proposto ha l'intento di trasportare il lettore nell'antica Mesopotamia. Partendo da un excursus storico che illustri le popolazioni sumeriche, quelle babilonesi e quelle assire, si concentra, particolarmente, sulla civiltà babilonese e sull'importanza che tale popolazione conferisce al sapere. Tra i tanti campi di studio vengono messe in luce, in particolare, le conoscenze astronomiche e astrologiche derivate, in precedenza, dai Sumeri e le pratiche divinatorie. Viene approfondito, in generale, il legame tra terra e cielo, poiché gli dei, attraverso i fenomeni celesti e terrestri, esprimono la loro volontà e, quindi, la lettura corretta di tali fenomeni, può pronosticare gli eventi futuri. Si passa, poi, ad esaminare il pantheon mesopotamico e la gerarchia delle varie divinità. Tra quelle più importanti, per i Babilonesi, vi sono il dio Marduk e la dea Ishtar. Il dio Marduk ha un ruolo fondamentale, perché ha permesso che a Babilonia tornasse la pace, dato che il regno dell'ultimo re babilonese, Nabonedo, ha creato disordine. Si dice che grazie all'intermediazione di Marduk, Babilonia sia stata conquistata dall'impero persiano di Ciro il Grande, una figura nominata e descritta, anche, nella Bibbia e che ha permesso, oltretutto, che il tempio di Gerusalemme, distrutto dai Babilonesi, fosse ricostruito. Prima della sua distruzione, sorgeva sul monte Moriah, luogo in cui nella Bibbia si racconta che stesse per avvenire il sacrificio di Isacco da parte di Abramo. L'episodio del sacrificio si ritrova anche in un altro testo sacro di un'altra religione monoteista: il Corano. L'altra dea esaminata è la figura di Ishtar, assimilabile ad una dea venerata dagli arabi nell'epoca preislamica, cioè al-ʾUzza. A questo punto è inserita l'analisi, con citazioni in lingua araba e relativa traduzione, di queste due dee, la loro simbologia, il legame e l'associazione con altre divinità. Segue poi, alla fine dell'elaborato, l'appendice con i vari testi arabi e la rispettiva traduzione in italiano, utilizzati nel capitolo che concerne il confronto fra la dea babilonese e quella araba.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/40551