I successi riportati dall'applicazione del metodo scientifico all'indagine dei fenomeni naturali, convinse alcuni intellettuali dell'Illuminismo e i positivisti della necessità di applicare tale metodo anche all'indagine del mondo dei fatti sociali e politici. Sorse così la convinzione che anche i fenomeni umani siano, al pari di quelli naturali, retti e guidati da leggi oggettive, eterne e immutabili. Compito dello «scienziato sociale» quello di cogliere tali leggi, individuarle nel magma solo apparentemente caotico della Storia e della Politica. Parallelamente, prende avvio l'idea di una società riorganizzata secondo principi puramente razionali e scientifici. La scienza diviene anche il dispositivo per una riorganizzazione globale della società, una rinascita che assume i tratti di una palingenesi tecnoscientifica. Eric Voegelin e Isaiah Berlin, pur muovendo da posizioni intellettuali e collocazione politiche differenti, sviluppano una critica pressoché simile alla pretesa illuminista e positivista di «fare scienza» con la complessa e oscura materia umana. In particolare, sono profondamente avversi alla convinzione che tutto può essere «razionalmente» spiegato, e se tutto può essere spiegato, tutto può essere giustificato. I due autori si scagliano con rutilante passione contro il «determinismo scientifico» partorito dalla mentalità scientista dei secoli XVIII e XIX. Se l'evoluzione della società e l'andamento dello Storia è spiegabile attraverso il ricorso a leggi oggettive, gli uomini si devono sottomettere a tali leggi e in nome di esse tutto diventa possibile. Voegelin e Berlin sottolineano come lo scientismo sia una componente essenziale dei totalitarismi del Novecento. I rivoluzionari marxisti agivano all'ombra delle Leggi della Storia, «scientificamente» individuate da Marx e tutta la pianificazione comunista dei processi sociali si è basata su statistiche e altrettanto «scientifiche previsioni». Anche il nazismo aveva una influente componente scientista, un darwinismo sociale portato alle estreme conseguenze che si appellava alle ferree «Leggi della Natura» e alla selezione naturale per giustificare l'eugenetica e lo stermino delle razze inferiori. Treblinka e l'Arcipelago gulag trovano, dunque, una loro giustificazione in quelle leggi dello sviluppo sociale che si pretendono oggettive e razionalmente conoscibili. SS e agenti della GPU non agiscono, bensì sono «agiti» da quelle leggi ineluttabili dalle quali è impossibile sottrarsi. Isaiah Berlin sottolineerà con forza questa drammatica perdita delle libertà individuali. Se il programma scientista di filosofi come Helvétius e Comte ci appare ingenuo alla luce delle riflessioni epistemologiche e politiche dell'età post-totalitaria, oggi assistiamo alla riproposizione di una «weltanschauung» scientista e tecnocratica: Le riflessioni di Voegelin e Berlin sono di un'attualità sconcertante e ci ricordano, che noi uomini non siamo misurabili, calcolabili e incasellabili all'interno di modelli artificiali.

Comprendere tutto, giustificare tutto? Eric Voegelin e Isaiah Berlin contro lo scientismo illuminista e positivista

CAVALIERE, DAVIDE
2018/2019

Abstract

I successi riportati dall'applicazione del metodo scientifico all'indagine dei fenomeni naturali, convinse alcuni intellettuali dell'Illuminismo e i positivisti della necessità di applicare tale metodo anche all'indagine del mondo dei fatti sociali e politici. Sorse così la convinzione che anche i fenomeni umani siano, al pari di quelli naturali, retti e guidati da leggi oggettive, eterne e immutabili. Compito dello «scienziato sociale» quello di cogliere tali leggi, individuarle nel magma solo apparentemente caotico della Storia e della Politica. Parallelamente, prende avvio l'idea di una società riorganizzata secondo principi puramente razionali e scientifici. La scienza diviene anche il dispositivo per una riorganizzazione globale della società, una rinascita che assume i tratti di una palingenesi tecnoscientifica. Eric Voegelin e Isaiah Berlin, pur muovendo da posizioni intellettuali e collocazione politiche differenti, sviluppano una critica pressoché simile alla pretesa illuminista e positivista di «fare scienza» con la complessa e oscura materia umana. In particolare, sono profondamente avversi alla convinzione che tutto può essere «razionalmente» spiegato, e se tutto può essere spiegato, tutto può essere giustificato. I due autori si scagliano con rutilante passione contro il «determinismo scientifico» partorito dalla mentalità scientista dei secoli XVIII e XIX. Se l'evoluzione della società e l'andamento dello Storia è spiegabile attraverso il ricorso a leggi oggettive, gli uomini si devono sottomettere a tali leggi e in nome di esse tutto diventa possibile. Voegelin e Berlin sottolineano come lo scientismo sia una componente essenziale dei totalitarismi del Novecento. I rivoluzionari marxisti agivano all'ombra delle Leggi della Storia, «scientificamente» individuate da Marx e tutta la pianificazione comunista dei processi sociali si è basata su statistiche e altrettanto «scientifiche previsioni». Anche il nazismo aveva una influente componente scientista, un darwinismo sociale portato alle estreme conseguenze che si appellava alle ferree «Leggi della Natura» e alla selezione naturale per giustificare l'eugenetica e lo stermino delle razze inferiori. Treblinka e l'Arcipelago gulag trovano, dunque, una loro giustificazione in quelle leggi dello sviluppo sociale che si pretendono oggettive e razionalmente conoscibili. SS e agenti della GPU non agiscono, bensì sono «agiti» da quelle leggi ineluttabili dalle quali è impossibile sottrarsi. Isaiah Berlin sottolineerà con forza questa drammatica perdita delle libertà individuali. Se il programma scientista di filosofi come Helvétius e Comte ci appare ingenuo alla luce delle riflessioni epistemologiche e politiche dell'età post-totalitaria, oggi assistiamo alla riproposizione di una «weltanschauung» scientista e tecnocratica: Le riflessioni di Voegelin e Berlin sono di un'attualità sconcertante e ci ricordano, che noi uomini non siamo misurabili, calcolabili e incasellabili all'interno di modelli artificiali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/40531