La presente tesi si propone come oggetto il confronto tra la teoria pacifista di Hans Kelsen, giurista austriaco vissuto tra il XIX e il XX secolo, e di Norberto Bobbio, filosofo del diritto e professore all'Università di Torino, vissuto tra il XX e il XXI secolo. Entrambi sono sostenitori del pacifismo giuridico: con questo termine, coniato proprio da Bobbio, si intende una corrente filosofica e teorico-giuridica che risale a Kant e alla sua idea di diritto cosmopolitico e che trova il suo massimo esponente in Kelsen appunto. Gli intellettuali che aderiscono a questa linea di pensiero considerano la pace come il prodotto dell'instaurazione di istituzioni di carattere sovranazionale, caratterizzate da una connotazione giuridica. Se da un lato, Kelsen e Bobbio condividono l'idea che il diritto costituisca il mezzo principale per realizzare un ambiente internazionale pacifico in modo permanente, dall'altro essi si distanziano per taluni aspetti, derivati dall'appartenenza dei due pensatori a epoche storiche e contesti politici e sociali differenti. Per poter rendere al meglio il parallelismo tra i due intellettuali, la presente tesi è stata costruita seguendo una struttura speculare: i primi tre capitoli sono dedicati alla figura di Hans Kelsen, al suo progetto per una pace mondiale fondata sul diritto e alla sua concezione della guerra; il quarto e il quinto capitolo, invece, si concentrano sul profilo di Norberto Bobbio, sulla sua idea di pacifismo giuridico e sulla sua concezione della guerra, approfondendo a tale proposito la riflessione di Bobbio sull'episodio della Guerra del Golfo. Nell'ultimo capitolo, infine, vengono elaborate le conclusioni, mettendo in luce i punti di contatto e gli elementi di distanza tra i due intellettuali. Entrambi riconoscono un ruolo fondamentale al diritto come strumento di organizzazione della forza, avente come fine la pace stabile tra gli Stati: per Kelsen questo è il punto fondamentale da cui partire per elaborare la sua teoria pacifista, che ha al suo centro un progetto tanto ambizioso quanto originale. Bobbio, pur condividendo e riprendendo queste teorie, le analizza e le arricchisce alla luce del contesto storico e politico in cui è chiamato a vivere e, per tale motivo, se ne distanzia in alcuni punti. È innegabile, però, il contributo che tali pensatori abbiano apportato alla ricerca e al perseguimento di soluzioni giuridiche che conducano al raggiungimento di una pace stabile e duratura a livello mondiale. Un concetto sicuramente utopistico, ma di cui ancora oggi, possiamo osservare un embrione nelle organizzazioni internazionali che hanno come scopo principale il mantenimento di un ordine mondiale pacifico.

Il cosmopolitismo giuridico in Hans Kelsen e in Norberto Bobbio: una prospettiva comparatistica

MUSSA, MARTINA
2018/2019

Abstract

La presente tesi si propone come oggetto il confronto tra la teoria pacifista di Hans Kelsen, giurista austriaco vissuto tra il XIX e il XX secolo, e di Norberto Bobbio, filosofo del diritto e professore all'Università di Torino, vissuto tra il XX e il XXI secolo. Entrambi sono sostenitori del pacifismo giuridico: con questo termine, coniato proprio da Bobbio, si intende una corrente filosofica e teorico-giuridica che risale a Kant e alla sua idea di diritto cosmopolitico e che trova il suo massimo esponente in Kelsen appunto. Gli intellettuali che aderiscono a questa linea di pensiero considerano la pace come il prodotto dell'instaurazione di istituzioni di carattere sovranazionale, caratterizzate da una connotazione giuridica. Se da un lato, Kelsen e Bobbio condividono l'idea che il diritto costituisca il mezzo principale per realizzare un ambiente internazionale pacifico in modo permanente, dall'altro essi si distanziano per taluni aspetti, derivati dall'appartenenza dei due pensatori a epoche storiche e contesti politici e sociali differenti. Per poter rendere al meglio il parallelismo tra i due intellettuali, la presente tesi è stata costruita seguendo una struttura speculare: i primi tre capitoli sono dedicati alla figura di Hans Kelsen, al suo progetto per una pace mondiale fondata sul diritto e alla sua concezione della guerra; il quarto e il quinto capitolo, invece, si concentrano sul profilo di Norberto Bobbio, sulla sua idea di pacifismo giuridico e sulla sua concezione della guerra, approfondendo a tale proposito la riflessione di Bobbio sull'episodio della Guerra del Golfo. Nell'ultimo capitolo, infine, vengono elaborate le conclusioni, mettendo in luce i punti di contatto e gli elementi di distanza tra i due intellettuali. Entrambi riconoscono un ruolo fondamentale al diritto come strumento di organizzazione della forza, avente come fine la pace stabile tra gli Stati: per Kelsen questo è il punto fondamentale da cui partire per elaborare la sua teoria pacifista, che ha al suo centro un progetto tanto ambizioso quanto originale. Bobbio, pur condividendo e riprendendo queste teorie, le analizza e le arricchisce alla luce del contesto storico e politico in cui è chiamato a vivere e, per tale motivo, se ne distanzia in alcuni punti. È innegabile, però, il contributo che tali pensatori abbiano apportato alla ricerca e al perseguimento di soluzioni giuridiche che conducano al raggiungimento di una pace stabile e duratura a livello mondiale. Un concetto sicuramente utopistico, ma di cui ancora oggi, possiamo osservare un embrione nelle organizzazioni internazionali che hanno come scopo principale il mantenimento di un ordine mondiale pacifico.
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