Abstract [ENG] Study design. Narrative review of the literature Aim of the study. To investigate, through a strict selection of articles in the literature, the evidence of the relationship that links foot pronation to the occurrence of the most frequent Running Related-Injuries (RRI). Background. Foot posture has frequently been investigated as a possible predisposing risk factor for running related-injuries. The pathomechanics of excessively pronated feet is a concern for both running athletes and sedentary individuals, representing an almost universally shared belief. Methods. A literature search was conducted on the main bibliographic databases, PubMed, PEDro, Cinahl, Cochrane, between June and September 2022, to identify studies investigating the relationship between static and dynamic foot pronation and running-related injuries within a population of runners. It was decided to include all types of study designs, and not only prospective studies, in order to provide a broader and more comprehensive perspective of the literature on the topic of interest. Publications that analysed foot pronation through static alignment variables and dynamic variables on foot kinematics were included. Results. Nineteen studies were included in this study. The studie analysed risk factors with reference to overuse RRI, such as achilles tendinopathy, medial tibial stress syndrome, patellofemoral syndrome, stress fractures and plantar fasciitis. Several studies have refuted the association between foot pronation and the risk of RRI. Limited evidence was found for the association between static foot alignment and the occurrence of injuries, with only one study finding a higher risk of injury in the highly pronated foot than in the neutral foot as assessed by the Foot Posture Index. Various conclusions were reached regarding the association between dynamic foot pronation during running and the risk of RRI. Studies on foot kinematics have found very diverse conclusions, some supporting a high rearfoot eversion ROM, others supporting a longer duration of pronation during the stance phase of running, and others supporting a positive correlation with delayed peak eversion timing or increased angular velocity. A greater peak of rearfoot eversion was associated with the occurence of tibial stress fracture, while a greater eversion peak and duration were associated with the occurrence of medial tibial stress syndrome. Conflicting results emerged with regard to ROM and duration of eversion in relation to the onset of achilles tendinopathy, while no association was confirmed for patello-femoral pain syndrome. Conclusion. Within this scenario, it is necessary to draw conclusions with great caution. As there is very diverse evidence regarding the association between foot pronation and RRI, the analysis of foot posture should be included in a multifactorial model of running risk factors. Furthermore, several limitations hinder the definition of pronation as a risk factor. Firstly, the different measurement variables of foot posture, secondly, the lack of a universal consensus regarding the definitions of pronation and RRI, and finally, the different study designs, follow-up periods and low number of the study population. More prospective studies are needed to improve and strengthen the quality of evidence regarding risk factors in running.
Abstract Disegno dello studio. Revisione narrativa della letteratura. Obiettivo. Indagare, attraverso una severa selezione degli articoli presenti in letteratura, l’evidenza del rapporto che lega la pronazione del piede all’insorgenza dei più frequenti infortuni correlati alla corsa. Background. La postura del piede è stata frequentemente studiata come possibile fattore di rischio predisponente l’insorgenza di infortuni durante la corsa. La patomeccanica dei piedi eccessivamente pronati è una preoccupazione sia per gli atleti che corrono sia per i soggetti sedentari, rappresentando una convinzione quasi universalmente condivisa. Materiali e metodi. E’ stata condotta una ricerca della letteratura sui principali database bibliografici, PubMed, PEDro, Cinahl, Cochrane, tra giugno e settembre 2022, per identificare gli studi che indagano il rapporto tra la pronazione statica e dinamica del piede e gli infortuni correlati alla corsa all’interno di una popolazione di runners. E’ stato deciso di includere ogni tipologia di design di studio, e non solamente studi prospettici, al fine di offrire una prospettiva più ampia e completa della ricerca presente in letteratura sul tema di interesse. Sono state incluse pubblicazioni che hanno analizzato la pronazione del piede tramite variabili statiche di allineamento e variabili dinamiche sulla cinematica del piede. Risultati. Sono stati inclusi diciannove studi che hanno esaminato i fattori di rischio in riferimento alla varietà degli infortuni da overuse tipici della corsa, come la tendinopatia achillea, la sindrome da stress tibiale mediale, la sindrome femoro-rotulea, le fratture da stress e la fascite plantare. Diversi studi hanno confutato l'associazione tra la pronazione del piede e il rischio di Running Related-Injuries (RRI). Limitata evidenza è stata trovata per l’associazione tra l’allineamento statico del piede e l’insorgenza di lesioni, in cui solamente uno studio ha rilevato un rischio maggiore di infortunio nel piede altamente pronato rispetto al piede neutro valutato attraverso il Foot Posture Index. Varie conclusioni sono state raggiunte in merito all’associazione tra la pronazione dinamica del piede durante la corsa e il rischio di RRI. Gli studi sulla cinematica del piede hanno trovato evidenze molto differenziate, alcune a supporto di un elevato ROM di eversione del retropiede, altre a supporto di una durata maggiore della pronazione durante la fase di appoggio della corsa, altre ancora a favore di una correlazione positiva con un timing del picco di eversione ritardato o una velocità angolare maggiore. Un maggior picco di eversione è stato associato all’insorgenza della frattura tibiale da stress, mentre un maggior picco e durata dell’eversione sono stati associati all’insorgenza della sindrome da stress tibiale mediale. Emergono risultati contrastanti in merito al ROM e alla durata dell’eversione in riferimento all’insorgenza della tendinopatia achillea, mentre nessuna associazione è stata confermata per la sindrome femoro-rotulea. Conclusioni. All’interno di questo scenario risulta necessario trarre delle conclusioni con molta cautela. Poiché vi sono evidenze molto diversificate riguardo all’associazione tra la pronazione del piede e le RRI, l’analisi della postura del piede dovrebbe essere inclusa in un modello multifattoriale dei fattori di rischio della corsa. Inoltre, diverse limitazioni ostacolano la definizione della pronazione come fattore di rischio. In primis le diverse variabili di misurazione della postura del piede, in secondo luogo la mancanza di un consenso universale in merito alle definizioni di pronazione e RRI, e infine i diversi design di studio, i periodi di follow-up e il basso numero della popolazione di studio. Servono più studi prospettici per migliorare e rafforzare la qualità delle evidenze riguardo i fattori di rischio nel running.
La pronazione del piede come fattore di rischio per gli infortuni nel running: una revisione della letteratura
PADURARU, IULIA ANDREEA
2021/2022
Abstract
Abstract Disegno dello studio. Revisione narrativa della letteratura. Obiettivo. Indagare, attraverso una severa selezione degli articoli presenti in letteratura, l’evidenza del rapporto che lega la pronazione del piede all’insorgenza dei più frequenti infortuni correlati alla corsa. Background. La postura del piede è stata frequentemente studiata come possibile fattore di rischio predisponente l’insorgenza di infortuni durante la corsa. La patomeccanica dei piedi eccessivamente pronati è una preoccupazione sia per gli atleti che corrono sia per i soggetti sedentari, rappresentando una convinzione quasi universalmente condivisa. Materiali e metodi. E’ stata condotta una ricerca della letteratura sui principali database bibliografici, PubMed, PEDro, Cinahl, Cochrane, tra giugno e settembre 2022, per identificare gli studi che indagano il rapporto tra la pronazione statica e dinamica del piede e gli infortuni correlati alla corsa all’interno di una popolazione di runners. E’ stato deciso di includere ogni tipologia di design di studio, e non solamente studi prospettici, al fine di offrire una prospettiva più ampia e completa della ricerca presente in letteratura sul tema di interesse. Sono state incluse pubblicazioni che hanno analizzato la pronazione del piede tramite variabili statiche di allineamento e variabili dinamiche sulla cinematica del piede. Risultati. Sono stati inclusi diciannove studi che hanno esaminato i fattori di rischio in riferimento alla varietà degli infortuni da overuse tipici della corsa, come la tendinopatia achillea, la sindrome da stress tibiale mediale, la sindrome femoro-rotulea, le fratture da stress e la fascite plantare. Diversi studi hanno confutato l'associazione tra la pronazione del piede e il rischio di Running Related-Injuries (RRI). Limitata evidenza è stata trovata per l’associazione tra l’allineamento statico del piede e l’insorgenza di lesioni, in cui solamente uno studio ha rilevato un rischio maggiore di infortunio nel piede altamente pronato rispetto al piede neutro valutato attraverso il Foot Posture Index. Varie conclusioni sono state raggiunte in merito all’associazione tra la pronazione dinamica del piede durante la corsa e il rischio di RRI. Gli studi sulla cinematica del piede hanno trovato evidenze molto differenziate, alcune a supporto di un elevato ROM di eversione del retropiede, altre a supporto di una durata maggiore della pronazione durante la fase di appoggio della corsa, altre ancora a favore di una correlazione positiva con un timing del picco di eversione ritardato o una velocità angolare maggiore. Un maggior picco di eversione è stato associato all’insorgenza della frattura tibiale da stress, mentre un maggior picco e durata dell’eversione sono stati associati all’insorgenza della sindrome da stress tibiale mediale. Emergono risultati contrastanti in merito al ROM e alla durata dell’eversione in riferimento all’insorgenza della tendinopatia achillea, mentre nessuna associazione è stata confermata per la sindrome femoro-rotulea. Conclusioni. All’interno di questo scenario risulta necessario trarre delle conclusioni con molta cautela. Poiché vi sono evidenze molto diversificate riguardo all’associazione tra la pronazione del piede e le RRI, l’analisi della postura del piede dovrebbe essere inclusa in un modello multifattoriale dei fattori di rischio della corsa. Inoltre, diverse limitazioni ostacolano la definizione della pronazione come fattore di rischio. In primis le diverse variabili di misurazione della postura del piede, in secondo luogo la mancanza di un consenso universale in merito alle definizioni di pronazione e RRI, e infine i diversi design di studio, i periodi di follow-up e il basso numero della popolazione di studio. Servono più studi prospettici per migliorare e rafforzare la qualità delle evidenze riguardo i fattori di rischio nel running.File | Dimensione | Formato | |
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