Introduction: Several patients with rheumatoid arthritis (RA) seek advice from their rheumatologist, especially when medications do not seem effective enough, in order to find pain relief through alternative methods, including nutrition. Research indicates positive effects of the Mediterranean Diet on clinical outcomes in RA, especially regarding painful symptoms but, there is insufficient evidence and specific guidelines in this regard. The components of foods can interact with pain but also physical activity and adaptation to a correct lifestyle over time seem to be necessary to achieve an improvement in symptoms. Objective: The objective of this study is to verify whether an anti-inflammatory diet, in particular the Mediterranean Diet, can reduce the activity of the disease in patients with RA or improve painful symptoms. Methods: In this experimental study, the first twenty consecutive female patients (upon first access to a Rheumatological Day Hospital) with RA were enrolled at T0. The same group received food advice, through three Newsletters sent by email, regarding the Mediterranean Diet, anti-inflammatory nutrition, and physical activity, and were followed-up after six months (T1). At T0 and T1, patients compiled the visual analog scale of pain – VAS and the Health Assessment Questionnaire – HAQ, in order to collect data on painful symptoms. To evaluate eating habits, the Questionnaire to Measure the Adherence to Mediterranean Diet (QueMD) was proposed, and finally the International Physical Activity Questionnaire – Short Form – IPAQSF was used to evaluate and monitor the physical activity of each individual participant. From the questionnaires, a database was developed which allowed the creation of useful statistics to discuss and analyze the results and verify if a change in habits could be related to an improvement in symptomatology. Results: Comparing the QueMD score test at T1 with that at T0 the result is at the limit of statistical significance (p-value = 0.053), while as regards the individual foods whose increase in intake is statistically significant, were fruit and wholemeal bread (p-value = 0.0256 and p-value = 0.048 respectively). The data shows that the population, thanks to the food advice received, has a greater adherence to the proposed Mediterranean diet model, reaching the portions recommended by the LARN as regards foods with a higher content of nutraceutical and anti-inflammatory substances. Despite the small sample, linear regressions using QueMD at T1 as a predictor and the HAQ questionnaire at T1 as an outcome, result in a non-significant p-value (p = 0.14) with a positive linear correlation (r2 = 0.013). Conclusions: Although the number of samples influences the data, it is evident that as QueMD increases, pain decreases and the same applies to physical activity. As confirmed by the existing literature, the anti-inflammatory and in particular Mediterranean diet (given its richness in anti-inflammatory substances) can have a positive influence on joint pain, although further studies are needed.

Introduzione: Diversi pazienti con artrite reumatoide (AR) richiedono consigli al proprio medico reumatologo, soprattutto quando i farmaci non sembrano abbastanza efficaci, per trovare sollievo dal dolore attraverso metodi alternativi, tra questi l’alimentazione. Alcune ricerche indicano effetti positivi della Dieta Mediterranea sugli esiti clinici nell'AR, soprattutto per ciò che concerne la sintomatologia dolorosa ma, non esistono prove sufficienti e Linee Guida specifiche a riguardo. I componenti degli alimenti possono interagire con il dolore ma anche l’attività fisica e l’adattamento ad un corretto stile di vita nel tempo sembrano essere necessari per ottenere un miglioramento della sintomatologia. Obiettivo: Verificare se una dieta antinfiammatoria, in particolare la Dieta Mediterranea, possa ridurre l'attività della malattia nei pazienti con AR o migliorare la sintomatologia dolorosa. Metodi: In questo studio sperimentale, sono state arruolate al T0 le prime venti pazienti consecutive (al primo accesso in un Day Hospital Reumatologico) di sesso femminile affette da AR. Le stesse, hanno ricevuto consigli alimentari, attraverso tre Newsletter inviate via mail, relativamente alla Dieta Mediterranea, all’alimentazione antinfiammatoria e all’attività fisica e sono state ricontrollate dopo sei mesi (T1). Al T0 e al T1 le pazienti hanno compilato la scala analogica visiva del dolore – VAS e l’Health Assessment Questionnaire – HAQ, al fine di raccogliere dati relativi alla sintomatologia dolorosa. Per valutare le abitudini alimentari, è stato invece proposto il Questionnaire to Measure the Adherence to Mediterranean Diet (QueMD) ed infine per valutare e monitorare l’attività fisica del singolo partecipante è stato utilizzato l’International Physical Activity Questionnaire – Short Form – IPAQSF. Dalle risposte ai questionari è stato elaborato il database che ha permesso di creare le statistiche utili per discutere e analizzare i risultati e verificare se un cambiamento delle abitudini possa essere correlato ad un miglioramento della sintomatologia. Risultati: Confrontando con il test del punteggio del QueMD al T1 con quello al T0 il risultato è al limite della significatività statistica (p-value = 0,053), mentre, per ciò che concerne i singoli alimenti il cui incremento di assunzione risulta essere statisticamente significativo, sono stati frutta e pane integrale (p-value = 0.0256 e p-value = 0.048 rispettivamente). Dai dati si evidenzia come la popolazione, grazie ai consigli alimentari ricevuti, abbia una maggiore adesione al modello di dieta mediterranea proposta, raggiungendo le porzioni consigliate dai LARN per ciò che concerne gli alimenti a più elevato contenuto di sostanze nutraceutiche ed antinfiammatorie. Nonostante l’esiguità campionaria, alle regressioni lineari utilizzando il QueMD al T1 come predittore e il questionario HAQ al T1 come outcome, si ottiene un p-value non significativo (p= 0,14) con una correlazione lineare positiva (r2 =0,013). Conclusioni: Nonostante, la numerosità campionaria influenzi il dato, si evidenzia come all’aumentare del QueMD diminuisca il dolore e lo stesso valga anche per l’attività fisica. Come confermato dalla letteratura esistente, l’alimentazione antinfiammatoria ed in particolare mediterranea (data la sua ricchezza in sostanze antinfiammatorie) può avere un’influenza positiva sul dolore articolare, nonostante siano necessari ulteriori studi e maggiori approfondimenti.

Dieta mediterranea e artrite reumatoide: le abitudini alimentari possono influenzare le manifestazioni cliniche?

DE BELLIS, LISA
2021/2022

Abstract

Introduzione: Diversi pazienti con artrite reumatoide (AR) richiedono consigli al proprio medico reumatologo, soprattutto quando i farmaci non sembrano abbastanza efficaci, per trovare sollievo dal dolore attraverso metodi alternativi, tra questi l’alimentazione. Alcune ricerche indicano effetti positivi della Dieta Mediterranea sugli esiti clinici nell'AR, soprattutto per ciò che concerne la sintomatologia dolorosa ma, non esistono prove sufficienti e Linee Guida specifiche a riguardo. I componenti degli alimenti possono interagire con il dolore ma anche l’attività fisica e l’adattamento ad un corretto stile di vita nel tempo sembrano essere necessari per ottenere un miglioramento della sintomatologia. Obiettivo: Verificare se una dieta antinfiammatoria, in particolare la Dieta Mediterranea, possa ridurre l'attività della malattia nei pazienti con AR o migliorare la sintomatologia dolorosa. Metodi: In questo studio sperimentale, sono state arruolate al T0 le prime venti pazienti consecutive (al primo accesso in un Day Hospital Reumatologico) di sesso femminile affette da AR. Le stesse, hanno ricevuto consigli alimentari, attraverso tre Newsletter inviate via mail, relativamente alla Dieta Mediterranea, all’alimentazione antinfiammatoria e all’attività fisica e sono state ricontrollate dopo sei mesi (T1). Al T0 e al T1 le pazienti hanno compilato la scala analogica visiva del dolore – VAS e l’Health Assessment Questionnaire – HAQ, al fine di raccogliere dati relativi alla sintomatologia dolorosa. Per valutare le abitudini alimentari, è stato invece proposto il Questionnaire to Measure the Adherence to Mediterranean Diet (QueMD) ed infine per valutare e monitorare l’attività fisica del singolo partecipante è stato utilizzato l’International Physical Activity Questionnaire – Short Form – IPAQSF. Dalle risposte ai questionari è stato elaborato il database che ha permesso di creare le statistiche utili per discutere e analizzare i risultati e verificare se un cambiamento delle abitudini possa essere correlato ad un miglioramento della sintomatologia. Risultati: Confrontando con il test del punteggio del QueMD al T1 con quello al T0 il risultato è al limite della significatività statistica (p-value = 0,053), mentre, per ciò che concerne i singoli alimenti il cui incremento di assunzione risulta essere statisticamente significativo, sono stati frutta e pane integrale (p-value = 0.0256 e p-value = 0.048 rispettivamente). Dai dati si evidenzia come la popolazione, grazie ai consigli alimentari ricevuti, abbia una maggiore adesione al modello di dieta mediterranea proposta, raggiungendo le porzioni consigliate dai LARN per ciò che concerne gli alimenti a più elevato contenuto di sostanze nutraceutiche ed antinfiammatorie. Nonostante l’esiguità campionaria, alle regressioni lineari utilizzando il QueMD al T1 come predittore e il questionario HAQ al T1 come outcome, si ottiene un p-value non significativo (p= 0,14) con una correlazione lineare positiva (r2 =0,013). Conclusioni: Nonostante, la numerosità campionaria influenzi il dato, si evidenzia come all’aumentare del QueMD diminuisca il dolore e lo stesso valga anche per l’attività fisica. Come confermato dalla letteratura esistente, l’alimentazione antinfiammatoria ed in particolare mediterranea (data la sua ricchezza in sostanze antinfiammatorie) può avere un’influenza positiva sul dolore articolare, nonostante siano necessari ulteriori studi e maggiori approfondimenti.
Mediterranean diet and rheumatoid arthritis: can dietary habits influence clinical manifestation?
Introduction: Several patients with rheumatoid arthritis (RA) seek advice from their rheumatologist, especially when medications do not seem effective enough, in order to find pain relief through alternative methods, including nutrition. Research indicates positive effects of the Mediterranean Diet on clinical outcomes in RA, especially regarding painful symptoms but, there is insufficient evidence and specific guidelines in this regard. The components of foods can interact with pain but also physical activity and adaptation to a correct lifestyle over time seem to be necessary to achieve an improvement in symptoms. Objective: The objective of this study is to verify whether an anti-inflammatory diet, in particular the Mediterranean Diet, can reduce the activity of the disease in patients with RA or improve painful symptoms. Methods: In this experimental study, the first twenty consecutive female patients (upon first access to a Rheumatological Day Hospital) with RA were enrolled at T0. The same group received food advice, through three Newsletters sent by email, regarding the Mediterranean Diet, anti-inflammatory nutrition, and physical activity, and were followed-up after six months (T1). At T0 and T1, patients compiled the visual analog scale of pain – VAS and the Health Assessment Questionnaire – HAQ, in order to collect data on painful symptoms. To evaluate eating habits, the Questionnaire to Measure the Adherence to Mediterranean Diet (QueMD) was proposed, and finally the International Physical Activity Questionnaire – Short Form – IPAQSF was used to evaluate and monitor the physical activity of each individual participant. From the questionnaires, a database was developed which allowed the creation of useful statistics to discuss and analyze the results and verify if a change in habits could be related to an improvement in symptomatology. Results: Comparing the QueMD score test at T1 with that at T0 the result is at the limit of statistical significance (p-value = 0.053), while as regards the individual foods whose increase in intake is statistically significant, were fruit and wholemeal bread (p-value = 0.0256 and p-value = 0.048 respectively). The data shows that the population, thanks to the food advice received, has a greater adherence to the proposed Mediterranean diet model, reaching the portions recommended by the LARN as regards foods with a higher content of nutraceutical and anti-inflammatory substances. Despite the small sample, linear regressions using QueMD at T1 as a predictor and the HAQ questionnaire at T1 as an outcome, result in a non-significant p-value (p = 0.14) with a positive linear correlation (r2 = 0.013). Conclusions: Although the number of samples influences the data, it is evident that as QueMD increases, pain decreases and the same applies to physical activity. As confirmed by the existing literature, the anti-inflammatory and in particular Mediterranean diet (given its richness in anti-inflammatory substances) can have a positive influence on joint pain, although further studies are needed.
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