La frutta tropicale sta a indicare un vasto gruppo di fruttiferi originari e tipicamente coltivati in zone tropicali e subtropicali (Asia, Africa e Sud America), accomunati dalle stesse esigenze pedoclimatiche. Rientrano in questo gruppo specie di notevole diffusione a livello mondiale ¿ banane, ananas, papaya, mango, avocado- ma anche numerose specie minori che hanno importanza a livello locale o che solo recentemente si sono affacciate sui mercati occidentali (passiflora, litchi, babaco, etc.). Nell'ultimo decennio l'interesse per le specie tropicali è cresciuto, tanto da far sì che queste venissero introdotte anche in Paesi in cui tradizionalmente non vengono coltivate. Tra questi l'Italia. La coltivazione richiede determinate condizioni pedoclimatiche che nel nostro Paese si trovano prevalentemente nelle regioni meridionali. Nel presente lavoro si descrivono le esigenze climatiche di tre specie ad oggi coltivate in Italia: mango, papaya e lici. Per il successo della coltivazione è inoltre necessario che la produzione sia economicamente sostenibile. Molto influente per la diffusione della frutticoltura tropicale è stata la crisi degli agrumi, che ha colpito tutte le zone agrumicole e soprattutto la Sicilia. I frutticoltori hanno pertanto visto nella frutta tropicale un'alternativa alle colture tradizionali poco remunerative. Un'opportunità convalidata dall'elevata richiesta del prodotto. Il boom dei consumi di frutta esotica si attribuisce a fenomeni come la globalizzazione, maggiori scambi commerciali, turismo internazionale e aumento dei flussi migratori provenienti principalmente da Paesi tropicali e sub-tropicali. Da un lato questa frutta stimola molto interesse grazie alle sue proprietà salutistiche, da attribuire all'elevato contenuto in componenti bioattivi. Essa viene vista come un prodotto speciale, il chè ne permette l'attribuzione di fasce di prezzo elevate. Dall'altro lato, il livello di familiarità del consumatore occidentale è ancora basso. Riuscendo a produrre un prodotto "made in Italy", è possibile attirare anche i consumatori più restii a questa frutta. Infine, la produzione italiana dev'essere in grado di competere qualitativamente con quella dei principali Paesi esportatori. Essa punta sulla vicinanza con il mercato italiano e Nord europeo. Si citano infine le caratteristiche qualitative di mango, papaya e lici prodotti in Italia. Provando l'attendibilità della produzione tropicale italiana.
Frutta tropicale in Italia: esperienze di coltivazione
MAFFA, STEFANIA
2017/2018
Abstract
La frutta tropicale sta a indicare un vasto gruppo di fruttiferi originari e tipicamente coltivati in zone tropicali e subtropicali (Asia, Africa e Sud America), accomunati dalle stesse esigenze pedoclimatiche. Rientrano in questo gruppo specie di notevole diffusione a livello mondiale ¿ banane, ananas, papaya, mango, avocado- ma anche numerose specie minori che hanno importanza a livello locale o che solo recentemente si sono affacciate sui mercati occidentali (passiflora, litchi, babaco, etc.). Nell'ultimo decennio l'interesse per le specie tropicali è cresciuto, tanto da far sì che queste venissero introdotte anche in Paesi in cui tradizionalmente non vengono coltivate. Tra questi l'Italia. La coltivazione richiede determinate condizioni pedoclimatiche che nel nostro Paese si trovano prevalentemente nelle regioni meridionali. Nel presente lavoro si descrivono le esigenze climatiche di tre specie ad oggi coltivate in Italia: mango, papaya e lici. Per il successo della coltivazione è inoltre necessario che la produzione sia economicamente sostenibile. Molto influente per la diffusione della frutticoltura tropicale è stata la crisi degli agrumi, che ha colpito tutte le zone agrumicole e soprattutto la Sicilia. I frutticoltori hanno pertanto visto nella frutta tropicale un'alternativa alle colture tradizionali poco remunerative. Un'opportunità convalidata dall'elevata richiesta del prodotto. Il boom dei consumi di frutta esotica si attribuisce a fenomeni come la globalizzazione, maggiori scambi commerciali, turismo internazionale e aumento dei flussi migratori provenienti principalmente da Paesi tropicali e sub-tropicali. Da un lato questa frutta stimola molto interesse grazie alle sue proprietà salutistiche, da attribuire all'elevato contenuto in componenti bioattivi. Essa viene vista come un prodotto speciale, il chè ne permette l'attribuzione di fasce di prezzo elevate. Dall'altro lato, il livello di familiarità del consumatore occidentale è ancora basso. Riuscendo a produrre un prodotto "made in Italy", è possibile attirare anche i consumatori più restii a questa frutta. Infine, la produzione italiana dev'essere in grado di competere qualitativamente con quella dei principali Paesi esportatori. Essa punta sulla vicinanza con il mercato italiano e Nord europeo. Si citano infine le caratteristiche qualitative di mango, papaya e lici prodotti in Italia. Provando l'attendibilità della produzione tropicale italiana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/40212