BACKGROUND: People treated for substance use disorder establish with them an indispensable and absolutist bond that conditions their lifestyle and adherence to the pharmacological and non-pharmacological treatment indicated to them, compromising the behaviors they adopt in social relationships. The clichés and prejudices that flank and characterize this type of p.z. still today compromises the work of the health professional in the process of personal care, which often lives the perception of being the object of the treatment path and not a subject having self- determining capacity in therapeutic choices. Through Narrative Medicine and, in particular, narrative Nursing, a new therapeutic alliance is created between nurse and p.z., fortified by a clinical-assistance methodology that, associated with EBN (evidence based nursing), allows the establishment of a communicative relationship that explores the experience of the person hidden behind the addiction. OBJECTIVE: The aim of this thesis is to support narrative medicine as a possible tool to be used for the creation of a relationship of mutual and stable trust between the person with substance use disorder and the health professional during the course of care, in order to allow the assisted person to be an active and integral part of the rehabilitation process, preserving his self-determination, without being hindered by the limits that prejudice and stereotypes can cause. METHOD: The writing of this thesis was carried out through a review of the literature, consulting the gray literature on the websites "Psychoactive", "OmniNews", "M@gm@", textbooks and on the Google Scholar search engine. Following the creation of the PIO, and the identification of keywords, databases (Medline-Pubmed, Science Direct, Wiley Online Library, Sage Journal, BMJ Journal, Psycinfo, Cinahl) were consulted to find documentation relevant to the topic under consideration. RESULTS: the adoption of narrative medicine improves the patient’s well-being in the treatment path, restores the identity hidden by addiction and reduces the distrustful behavior of health professionals towards this user. CONCLUSIONS: it is necessary to promote the training of nurse on Narrative Medicine, with the aim of improving professional skills in order to offer the humanization that the patient with substance use disorder needs.
BACKGROUND: Le persone trattate per disturbo da uso di sostanze, instaurano con esse un legame irrinunciabile e assolutistico che condiziona il loro stile di vita e l’aderenza al trattamento farmacologico e non farmacologico loro indicato, compromettendone i comportamenti da loro adottati nelle relazioni sociali. I luoghi comuni e i pregiudizi che affiancano e caratterizzano questa tipologia di pazienti ancora oggi compromette l’operato del professionista sanitario nel processo di cura della persona, la quale, sovente vive la percezione di essere oggetto del percorso di cura e non soggetto avente capacità autodeterminante nelle scelte terapeutiche. Attraverso la Medicina narrativa e, in particolare, il Nursing narrativo, si crea una nuova alleanza terapeutica tra infermiere e paziente, fortificata da una metodologia clinico-assistenziale che, associata alle EBN (evidence based nursing), permette l’istaurarsi di una relazione comunicativa che esplora il vissuto della persona “nascosta” dietro la dipendenza. OBIETTIVO: Obiettivo di questa tesi è quello di avvalorare la medicina narrativa come possibile strumento da utilizzare per la creazione di un rapporto di fiducia reciproco e stabile tra la persona con disturbo da uso di sostanze e il professionista sanitario durante il percorso di cura, al fine di permettere alla persona assistita di poter essere parte attiva ed integrante del percorso riabilitativo, preservando la sua autodeterminazione, senza essere ostacolata dai limiti che il pregiudizio e gli stereotipi possono arrecare. METODO: La stesura di questa tesi è stata effettuata mediante una revisione della letteratura, consultando la letteratura grigia sui siti internet “Psicoattivo”, “OmniNews”, “M@gm@”, libri di testo e sul motore di ricerca Google Scholar. In seguito alla creazione del PIO, e dall’individuazione di parole chiave, sono state consultate banche dati (Medline-Pubmed, Science Direct, Wiley Online Library, Sage Journal, BMJ Journal, Psycinfo, Cinahl) per reperire documentazione pertinente alla tematica presa in esame. RISULTATI: l’adozione della medicina narrativa migliora il benessere del paziente nel percorso di cura, ridona l’identità celata dalla dipendenza e riduce i comportamenti diffidenti degli operatori sanitari nei confronti di questa utenza. CONCLUSIONE: si rende necessario promuovere la formazione dell’infermiere sulla Medicina Narrativa, al fine di migliorare le competenze professionali per poter offrire l'umanizzazione di cui necessita il paziente con disturbo da uso di sostanza.
Parole di medicina narrativa per raccontare la dipendenza dal pregiudizio: una Revisione della letteratura
DAIDONE, SABRINA
2021/2022
Abstract
BACKGROUND: Le persone trattate per disturbo da uso di sostanze, instaurano con esse un legame irrinunciabile e assolutistico che condiziona il loro stile di vita e l’aderenza al trattamento farmacologico e non farmacologico loro indicato, compromettendone i comportamenti da loro adottati nelle relazioni sociali. I luoghi comuni e i pregiudizi che affiancano e caratterizzano questa tipologia di pazienti ancora oggi compromette l’operato del professionista sanitario nel processo di cura della persona, la quale, sovente vive la percezione di essere oggetto del percorso di cura e non soggetto avente capacità autodeterminante nelle scelte terapeutiche. Attraverso la Medicina narrativa e, in particolare, il Nursing narrativo, si crea una nuova alleanza terapeutica tra infermiere e paziente, fortificata da una metodologia clinico-assistenziale che, associata alle EBN (evidence based nursing), permette l’istaurarsi di una relazione comunicativa che esplora il vissuto della persona “nascosta” dietro la dipendenza. OBIETTIVO: Obiettivo di questa tesi è quello di avvalorare la medicina narrativa come possibile strumento da utilizzare per la creazione di un rapporto di fiducia reciproco e stabile tra la persona con disturbo da uso di sostanze e il professionista sanitario durante il percorso di cura, al fine di permettere alla persona assistita di poter essere parte attiva ed integrante del percorso riabilitativo, preservando la sua autodeterminazione, senza essere ostacolata dai limiti che il pregiudizio e gli stereotipi possono arrecare. METODO: La stesura di questa tesi è stata effettuata mediante una revisione della letteratura, consultando la letteratura grigia sui siti internet “Psicoattivo”, “OmniNews”, “M@gm@”, libri di testo e sul motore di ricerca Google Scholar. In seguito alla creazione del PIO, e dall’individuazione di parole chiave, sono state consultate banche dati (Medline-Pubmed, Science Direct, Wiley Online Library, Sage Journal, BMJ Journal, Psycinfo, Cinahl) per reperire documentazione pertinente alla tematica presa in esame. RISULTATI: l’adozione della medicina narrativa migliora il benessere del paziente nel percorso di cura, ridona l’identità celata dalla dipendenza e riduce i comportamenti diffidenti degli operatori sanitari nei confronti di questa utenza. CONCLUSIONE: si rende necessario promuovere la formazione dell’infermiere sulla Medicina Narrativa, al fine di migliorare le competenze professionali per poter offrire l'umanizzazione di cui necessita il paziente con disturbo da uso di sostanza.File | Dimensione | Formato | |
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