Nel presente lavoro mi sono occupata dell'Exagoge di Ezechiele Tragico, un'opera rappresentativa della letteratura giudaico-ellenistica in lingua greca, che pone in forma drammatica i capitoli 1-15 dell'Esodo. In particolare ho affrontato l'opera in tre prospettive differenti. Per prima cosa ho analizzato i suoi testimoni. L'Exagoge è infatti costituita da 269 trimetri giambici pervenutici solamente per tradizione indiretta, i due testimoni principali sono Eusebio di Cesarea Praeparatio Evangelica (PE IX 28-29) e Clemente Alessandrino Stromata (Strom. I, 23,155-156), entrambi sembrano citare Ezechiele attraverso il ¿Sui Giudei¿ di Alessandro Poliistore. La mia intenzione è stata dunque sia quella di comprendere quanto e come il testo su cui avrei lavorato potesse dipendere dalle scelte dei citatori stessi, soprattutto dagli interessi che hanno spinto il Poliistore a inserire l'Exagoge nella sua raccolta e sia approfondire l'interesse che l'opera di Ezechiele ha suscitato nelle epoche successive alla sua composizione. In secondo luogo ho voluto delineare lo status questionis in merito alla datazione dell'opera e al contesto culturale in cui può essere inserita. La maggior parte delle ipotesi tende a collocare l'Exagoge nel II sec a.C. in ambito alessandrino, nonostante nel presente lavoro ho sottolineato come anche il contesto palestinese non sia da escludere. L'analisi è stata svolta sulla base di indizi interni al testo e parallelamente attraverso un'indagine di ordine storico-culturale del rapporto tra giudei e greci in ambito alessandrino, palestinese e cirenaico. La terza prospettiva con cui mi sono approcciata all'Exagoge è stato il lavoro diretto sul testo. Ho selezionato i versi dell'opera che trattano del roveto ardente e li ho posti in confronto con il corrispondente racconto dell'episodio nel testo biblico, proponendo quest'ultimo sia nella versione greca (LXX), sia in quella ebraica (TM). L'obiettivo è stato quello di analizzare il processo di rielaborazione con cui Ezechiele ha trasformato il racconto biblico in opera drammatica, registrando i punti in cui l'autore è stato particolarmente fedele al testo di partenza e quelli in cui se n'è discostato sia a livello linguistico che contenutistico. In questi ultimi casi ho cercato un confronto principalmente con i testi tragici dell'età classica (spesso modelli per Ezechiele) e con le altre opere giudaico-ellenistiche, in particolare quelle che hanno trattato dell'episodio del roveto ardente (Artapano, Filone, Flavio Giuseppe).

L'Exagoge di Ezechiele: dal racconto biblico alla τραγωιδία​

FUSARO, MARTA
2018/2019

Abstract

Nel presente lavoro mi sono occupata dell'Exagoge di Ezechiele Tragico, un'opera rappresentativa della letteratura giudaico-ellenistica in lingua greca, che pone in forma drammatica i capitoli 1-15 dell'Esodo. In particolare ho affrontato l'opera in tre prospettive differenti. Per prima cosa ho analizzato i suoi testimoni. L'Exagoge è infatti costituita da 269 trimetri giambici pervenutici solamente per tradizione indiretta, i due testimoni principali sono Eusebio di Cesarea Praeparatio Evangelica (PE IX 28-29) e Clemente Alessandrino Stromata (Strom. I, 23,155-156), entrambi sembrano citare Ezechiele attraverso il ¿Sui Giudei¿ di Alessandro Poliistore. La mia intenzione è stata dunque sia quella di comprendere quanto e come il testo su cui avrei lavorato potesse dipendere dalle scelte dei citatori stessi, soprattutto dagli interessi che hanno spinto il Poliistore a inserire l'Exagoge nella sua raccolta e sia approfondire l'interesse che l'opera di Ezechiele ha suscitato nelle epoche successive alla sua composizione. In secondo luogo ho voluto delineare lo status questionis in merito alla datazione dell'opera e al contesto culturale in cui può essere inserita. La maggior parte delle ipotesi tende a collocare l'Exagoge nel II sec a.C. in ambito alessandrino, nonostante nel presente lavoro ho sottolineato come anche il contesto palestinese non sia da escludere. L'analisi è stata svolta sulla base di indizi interni al testo e parallelamente attraverso un'indagine di ordine storico-culturale del rapporto tra giudei e greci in ambito alessandrino, palestinese e cirenaico. La terza prospettiva con cui mi sono approcciata all'Exagoge è stato il lavoro diretto sul testo. Ho selezionato i versi dell'opera che trattano del roveto ardente e li ho posti in confronto con il corrispondente racconto dell'episodio nel testo biblico, proponendo quest'ultimo sia nella versione greca (LXX), sia in quella ebraica (TM). L'obiettivo è stato quello di analizzare il processo di rielaborazione con cui Ezechiele ha trasformato il racconto biblico in opera drammatica, registrando i punti in cui l'autore è stato particolarmente fedele al testo di partenza e quelli in cui se n'è discostato sia a livello linguistico che contenutistico. In questi ultimi casi ho cercato un confronto principalmente con i testi tragici dell'età classica (spesso modelli per Ezechiele) e con le altre opere giudaico-ellenistiche, in particolare quelle che hanno trattato dell'episodio del roveto ardente (Artapano, Filone, Flavio Giuseppe).
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