La presente tesi ha l’obiettivo di individuare il tipo di narrazione mediatica contemporanea relativa al fenomeno migratorio all’interno della prospettiva di costruzione sociale della realtà. In particolare, il lavoro è articolato nella ricostruzione delle modalità mediatiche di costruzione del binomio che associa immigrazione e criminalità. Il primo capitolo è dedicato all’analisi dei meccanismi legati al costruzionismo sociale; nella dimensione collettiva, che determina la formazione del senso comune, nella dimensione di gruppo, che comporta la nascita di ideologie, tra cui quella razzista, e all’analisi delle modalità attraverso cui l’interazione sociale, che individua il significato dei fatti sociali, influenza l’individuo. La tesi prosegue con l’identificazione delle cause che determinano la definizione di un comportamento o di un soggetto, e in particolare della minoranza costituita dai migranti, come deviante e le funzioni di proiezione e dispersione dell’aggressività sociale svolte dalla criminalizzazione a livello individuale, nella dimensione di gruppo e sociale nel suo complesso. La successiva parte del primo capitolo è dedicata all’analisi della selettività del processo di criminalizzazione e alla sua declinazione concreta nei confronti degli immigrati in Italia. La seconda parte del primo capitolo è funzionale all’esposizione delle modalità di rappresentazione dei migranti da parte dei mass media. All’analisi del processo di affermazione sociale dell’ideologia razzista, e delle principali retoriche che storicamente si affermano nel senso comune, segue la ricostruzione delle modalità concrete di diffusione dello stereotipo che lega immigrazione e criminalità da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La costruzione mediatica del migrante come deviante è analizzata attraverso l’uso strumentale, da parte dei media, di: spazio, come ampiezza e reiterazione della pubblicazione di notizie relative alla criminalità degli stranieri; immagini, dalla ricerca teorica emerge infatti come la comunicazione mediatica relativa ai rifugiati, quindi inserita in un frame positivo, sia composta anche dalla pubblicazione di immagini di donne e bambini, mentre il frame negativo del tema migratorio che qualifica i migranti come clandestini e criminali sia supportato da immagini di uomini adulti in gruppo come rappresentazione funzionale alla loro deumanizzazione ; e linguaggio, l’uso di bias linguistici e di termini specifici contribuisce all’associazione nel pubblico del migrante con un soggetto deviante . In particolare, vengono evidenziati i metodi mediatici attraverso cui l’ideologia razzista è veicolata al pubblico rafforzando lo schema cognitivo che individua il migrante come soggetto pericoloso o in generale disfunzionale per la società. Il secondo capitolo è invece dedicato all’identificazione del ruolo dei mass media nel processo di costruzione sociale della realtà. La prima parte di questo capitolo è dedicata all’analisi del tipo di influenza dei media tradizionali nei confronti del pubblico, in particolare sono evidenziati gli ambiti di condizionamento del pubblico su cui i mass media agiscono. Successivamente sono ricostruite le caratteristiche dei nuovi media, in particolare il mutamento dei mezzi e dei soggetti coinvolti nel processo mediatico. Infine, sono analizzati i diversi effetti sull’influenza nei confronti degli utenti, legate alle differenti caratteristiche di utenti, autori e degli strumenti di comunicazione; in base a

Criminalità e immigrazione: il ruolo dei media nella costruzione sociale del fenomeno

GIACOTTO, ALESSIA
2020/2021

Abstract

La presente tesi ha l’obiettivo di individuare il tipo di narrazione mediatica contemporanea relativa al fenomeno migratorio all’interno della prospettiva di costruzione sociale della realtà. In particolare, il lavoro è articolato nella ricostruzione delle modalità mediatiche di costruzione del binomio che associa immigrazione e criminalità. Il primo capitolo è dedicato all’analisi dei meccanismi legati al costruzionismo sociale; nella dimensione collettiva, che determina la formazione del senso comune, nella dimensione di gruppo, che comporta la nascita di ideologie, tra cui quella razzista, e all’analisi delle modalità attraverso cui l’interazione sociale, che individua il significato dei fatti sociali, influenza l’individuo. La tesi prosegue con l’identificazione delle cause che determinano la definizione di un comportamento o di un soggetto, e in particolare della minoranza costituita dai migranti, come deviante e le funzioni di proiezione e dispersione dell’aggressività sociale svolte dalla criminalizzazione a livello individuale, nella dimensione di gruppo e sociale nel suo complesso. La successiva parte del primo capitolo è dedicata all’analisi della selettività del processo di criminalizzazione e alla sua declinazione concreta nei confronti degli immigrati in Italia. La seconda parte del primo capitolo è funzionale all’esposizione delle modalità di rappresentazione dei migranti da parte dei mass media. All’analisi del processo di affermazione sociale dell’ideologia razzista, e delle principali retoriche che storicamente si affermano nel senso comune, segue la ricostruzione delle modalità concrete di diffusione dello stereotipo che lega immigrazione e criminalità da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La costruzione mediatica del migrante come deviante è analizzata attraverso l’uso strumentale, da parte dei media, di: spazio, come ampiezza e reiterazione della pubblicazione di notizie relative alla criminalità degli stranieri; immagini, dalla ricerca teorica emerge infatti come la comunicazione mediatica relativa ai rifugiati, quindi inserita in un frame positivo, sia composta anche dalla pubblicazione di immagini di donne e bambini, mentre il frame negativo del tema migratorio che qualifica i migranti come clandestini e criminali sia supportato da immagini di uomini adulti in gruppo come rappresentazione funzionale alla loro deumanizzazione ; e linguaggio, l’uso di bias linguistici e di termini specifici contribuisce all’associazione nel pubblico del migrante con un soggetto deviante . In particolare, vengono evidenziati i metodi mediatici attraverso cui l’ideologia razzista è veicolata al pubblico rafforzando lo schema cognitivo che individua il migrante come soggetto pericoloso o in generale disfunzionale per la società. Il secondo capitolo è invece dedicato all’identificazione del ruolo dei mass media nel processo di costruzione sociale della realtà. La prima parte di questo capitolo è dedicata all’analisi del tipo di influenza dei media tradizionali nei confronti del pubblico, in particolare sono evidenziati gli ambiti di condizionamento del pubblico su cui i mass media agiscono. Successivamente sono ricostruite le caratteristiche dei nuovi media, in particolare il mutamento dei mezzi e dei soggetti coinvolti nel processo mediatico. Infine, sono analizzati i diversi effetti sull’influenza nei confronti degli utenti, legate alle differenti caratteristiche di utenti, autori e degli strumenti di comunicazione; in base a
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/39407